“Monti” di gloria

Una nostra lettrice ha scritto una lettere al direttore per raccontare la storia di sport e di vita di Andrea e Riccardo Monti, de fratelli di Besano

\"Monti\" di gloria

Spett. Direttore, si ricorda il libro di Michele Serra Gli sdraiati?
Vorrei raccontarle la storia di due giovani che tanto sdraiati non sono e che, al massimo, può trovare a terra dopo un duro colpo nel Kumite, disciplina del Karate, ma per un attimo, per lo stordimento della botta perché, poi, si rimetteranno in piedi. A terra non sono abituati a rimanere, neanche dopo tutte le volte che la vita ce li ha buttati.
Andrea e Riccardo Monti sono due fratelli molto uniti, classe 2002 e 2003 di Besano (VA) e il Karate è la loro ispirazione, il loro credo, quella cosa che gli fa dire, con acerba maturità che, senza impegno e costanza, non si va da nessuna parte.
A 20 e 21 anni si potrebbe essere ovunque: compagnie sbagliate, situazioni pericolose, giri poco puliti o semplicemente su un comodo divano, a guardare la vita in orizzontale come Gli sdraiati di Serra. Andrea e Riccardo stanno, coi loro vent’anni e poco più, bene in piedi, saldi e forti perché quello che hanno imparato nel Karate gli è servito anche fuori, nella vita, dove non c’è nessun giudice che patteggia con la sfortuna, le malattie e il destino che gli dà contro tante volte.
Papà Fabio, cintura nera di Judo e mamma Samuela, cintura nera di Karate, hanno scommesso sui propri sentimenti e, più di vent’anni fa, hanno allargato la famiglia con due maschietti, biondissimi e irrequieti, quasi avessero già impresso nel DNA i passi veloci dei combattenti mai stanchi.
A papà Fabio la salute non consente di seguire i figli alle gare, ma nelle loro assidue visite, oltre a ragguagliarlo sui risultati, lo spronano a non mollare, a tenere duro anche e soprattutto per loro che vorrebbero restituirgli, il più a lungo possibile, tutto l’affetto con cui li ha cresciuti.
Intanto questo 2023 porta nuovi allori ai già numerosi risultati nelle rispettive categorie, Andrea pesi leggeri e Riccardo pesi medi: nei campionati UISP, svoltisi il 7 maggio 2023 a Guastalla (RE), Riccardo ha vinto il titolo italiano e Andrea si è piazzato al secondo posto, mentre il C.S. VELA ARCISATE (VA), società in cui si allenano, ha raggiunto il secondo posto assoluto come squadra.
Il 14 maggio, a Pozzuolo Martesana (MI) si sono svolti i campionati regionali validi per le qualificazioni ai campionati assoluti italiani della Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, nota anche con l’acronimo FIJLKAM, organismo sportivo affiliato al C.O.N.I, dove Riccardo centra l’obbiettivo nei pesi medi.
Il 4 giugno ad Ostia (Roma) si svolgono i Campionati Italiani: con l’iscrizione alla FUKYU, società di Karate con sede a Busto Arsizio, Riccardo ha la possibilità di sfidare i migliori atleti italiani: il primo incontro di Riccardo finisce alla pari con il giudice che preferisce il suo avversario per il turno successivo grazie a un numero più basso di ammonizioni.
Questa esperienza e l’ottima performance nei campionati UISP di entrambi li catapultano nella squadra nazionale che difende i colori italiani nei World Sports Games che si tengono a Cervia (RN) dal 5 al 10 settembre, presenti molte delle rappresentative mondiali, in sport che spaziano dal basket alla danza, Judo, Karate, nuoto, atletica, ecc.
Le prestazioni vanno aldilà delle aspettative con Riccardo che si porta al collo l’oro nei pesi medi e Andrea che centra il bronzo in quelli leggeri. Entrambi partiti con la consapevolezza che il vero traguardo non sarebbe stato vincere o perdere ma essere stati scelti nella rosa dei migliori italiani, portano invece Besano e l’Italia sul tetto del mondo.
Molta della bravura di Andrea e Riccardo si deve alle doti di ottimi tecnici degli istruttori Filippo Sanfilippo e Salvatore Ianiro, del C.S. VELA ARCISATE che li seguono da anni e sono diventati il loro punto di riferimento e al coach della Nazionale Domenico Caprioli.
Anche il comune di Besano (VA), dove risiedono, ha voluto premiare a dicembre 2022, la carriera di Andrea e Riccardo con un riconoscimento per meriti sportivi.
È bene che le autorità riconoscano il ruolo sociale dello sport, soprattutto in questo sprazzo di tempo in cui i valori legati al rispetto del prossimo e all’empatia, sembrano dissolversi. Il Karate educa corpo e mente a rispondere a qualsiasi tipo di aggressione a mani nude, come la sua etimologia suggerisce: Karate, infatti, è un termine giapponese composto da kara, che significa vuoto e te che significa mano, mano vuota, ovvero disciplina che si pratica senza armi.
Questa disciplina permette di concentrare le energie e di trasformare l’aggressività in una combattività controllata, utilissima nel corso della vita. Non badate alle pose con cui Andrea e Riccardo amano presentarsi sui social e che mettono in evidenza la forza fisica, i gesti stretti del pugno quasi provocatori e gli sguardi duri: gli stereotipi con cui questa generazione si ritrae nascondono fragilità e grande sensibilità.
Andrea lavora in Svizzera, il fratello minore deve terminare gli studi quest’anno all’I.S.I.S. di Bisuschio (VA): Riccardo ha trovato in questa scuola Mattia Giuseppe Serrago, docente di inglese, che ha creduto in lui, prendendo a cuore la sua storia, supportandolo nelle difficoltà scolastiche e spronandolo a dare il meglio di sé.
Ad entrambi i ragazzi chiedo se l’impegno sportivo, il lavoro e la scuola consente loro di avere una fidanzata.
La risposta è disarmante: «Fidanzati no, innamorati sì». Quanti di noi adulti avrebbero risposto a termini invertiti! E non crediamo siano incapaci a intraprendere relazioni stabili: in queste parole stringate affondano valori profondi e grande rispetto per i sentimenti.
Negli occhi di Andrea si legge molto del suo ruolo di fratello maggiore e della responsabilità che si porta appresso e le dita veloci che scorrono frenetiche sul cellulare di Riccardo svelano il temperamento più vivace tra i due: anime complementari in cui emerge il legame profondo che li unisce, una fratellanza esplicita, non così scontata nelle realtà familiari odierne.
Poco prima di arrivare, puntualissimi, mi hanno chiesto se poteva essere presente anche un loro amico che li seguiva da sempre, visto che l’invito era solo per due. Rispetto ed educazione anche nei piccoli gesti.
Chiedo loro a chi vorrebbero arrivasse questo articolo: a tutti quei giovani che stentano a credere nei propri sogni. Io aggiungo anche a tutti quegli adulti che, ai sogni, hanno smesso di credere da tempo.
“Vite facili non hanno mai creato persone forti” è il loro motto ma è anche vero che vite difficili non hanno mai impedito ai sogni più ambiziosi di realizzarsi, anzi.
Ad Andrea e Riccardo dovremmo far sentire il consenso di questa nostra comunità adulta che, spesso e per mancanza di tempo, emette giudizi lapidari sulle nuove generazioni senza riflettere sul fatto che questo loro “allungarsi orizzontalmente nel mondo” come dice Serra, permette di vedere cose che gli “eretti” non vedono più, non vedono ancora o hanno smesso di vedere.
Gabriella Volpi

Pubblicato il 11 Settembre 2023
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