Di nuovo in piedi la statua di Viggiù fatta a pezzi dall’influencer
Grazie ad apposite resine per il marmo “Domina” è tornata al suo posto. Il proprietario di villa Alceo Bruno Golferini: “Per me, e per la mia famiglia, l’opera ha valore inestimabile”
Niente “spinotti“ in ferro, «troppo pericolosi, perché sensibili alle escursioni termiche». Solo resine specifiche per il marmo. Domina, statua di Enrico Butti vittima di un reel, sbriciolata perché travolta durante una sorta di set per un breve video con ambientazione in costume d’epoca da parte di alcuni influencer tedeschi l’estate scorsa, risorge come l’araba fenice. A rimetterla in piedi è in questi giorni è lo stesso proprietario di Villa Alceo dove la statua da oltre un secolo campeggia all’interno di una vasca in pietra.
«Siamo una famiglia di artisti», spiega Bruno Golferini, «io stesso ho studiato modellatura e sto utilizzando un prodotto specifico per incollare le parti principali della statua, il tronco in particolare, con resine resistenti alle intemperie. E l’ho rimessa in piedi. Per il braccio invece mi sono rivolto ad un restauratore: è un passaggio delicato».
L’importante è che la statua sia tornata in piedi, spiega l’imprenditore, anche alla luce del fatto che, suo malgrado, la scultura del Butti è diventata un «caso», fra i tanti che riguardano la leggerezza con cui vacanzieri di mezzo mondo si atteggiano alle opere del patrimonio artistico del Belpaese (vedi Colosseo e altri) e da caso diventerà attrazione: «Ho matrimoni in previsione, eventi con personalità importanti che mi hanno chiesto della statua. Io ho risposto che la statua ci sarà». Del resto Domina è la guardiana della villa da diverso tempo, tanto da venire descritta addirittura nella denuncia presentata tra fine luglio e i primi di agosto come «lo spirito di villa Alceo».
Dunque, già da oggi, chi arriverà a Viggiù per un soggiorno nel «luxury resort» la troverà di nuovo al suo posto, ferita, ma in piedi. Golferini ha letto delle recenti dichiarazioni rilasciate in agenzia dall’influencer tedesco Janis Danner che attende un certificato che attesti il valore della statua.
«Ma quale certificato? La statua è lì da secoli e rappresenta per la mia famiglia un valore inestimabile. Esistono e sedi opportune nelle quali verrà verificato il valore della statua: oltre alla denuncia penale (per “danneggiamento del patrimonio archeologico, storico, artistico nazionale” ndr) ho dato mandato ai miei legali di procedere con un’azione civile risarcitoria», conclude l’albergatore, che continua a ricevere messaggi di sostegno da ogni parte del mondo.
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