Ecco perché ci vuole così tanto tempo per fare il passaporto

I tempi di attesa per un passaporto sono lunghissimi, ma ci sono delle ragioni. Francesco Pino, Capo Gabinetto della Questura e l’ispettore superiore di Polizia Roberto Zanoncini, responsabile dell’ufficio passaporti raccontano come funziona il lavoro dell'ufficio che li rilascia

Questura - passaporti

Ogni giorno entrano in Questura oltre cento persone per richiedere il passaporto e altrettante per ritirarlo. Prima della pandemia questi numeri erano molto diversi. In quattro anni si è passati dagli undicimila del 2019 agli oltre ventimila del 2023. La situazione da tempo è molto delicata e ne sanno qualcosa i tanti cittadini che gravitano su Varese e Busto Arsizio dove i tempi di attesa sono lunghissimi. Si parla anche di nove mesi per avere un appuntamento. Per questa ragione abbiamo deciso di parlarne direttamente con Francesco Pino, Capo Gabinetto della Questura e con l’ispettore superiore di Polizia Roberto Zanoncini, responsabile dell’ufficio passaporti. Entrambi lavorano a Varese e conoscono bene il funzionamento del servizio.

«Le ragioni di questa situazione sono diverse: la domanda è cresciuta a dismisura – esordisce Francesco Pino – La pandemia aveva bloccato tutto e continuiamo a risentirne in modo incredibile. A questo si aggiunge la Brexit che costringe quanti devono andare nel Regno Unito ad avere il passaporto. Per un certo periodo di tempo abbiamo anche avuto un problema di approvvigionamento dei libretti perché il centro stampa nazionale faticava a reggere il ritmo».

Come funzionava il servizio prima del Covid?

«Come detto la richiesta era molto inferiore. Il sistema di prenotazione era il medesimo, cioè l’agenda on line. Oggi, in ragione dell’aumento della domanda, all’agenda on line abbiamo affiancato la possibilità, nei casi di urgenza, di mandare una mail (che è questa dipps190.00n0@pecps.poliziadistato.it  ) e chiedere l’anticipo dell’appuntamento».

Sono tanti i territori che hanno problemi in Italia, ma Varese sembra ancor più in affanno. È così anche nelle altre sedi in provincia?

«Nel Varesotto abbiamo quattro uffici predisposti al rilascio del passaporto. La Questura a Varese e poi i commissariati di Busto Arsizio, Luino e Gallarate. Negli ultimi due la situazione è più tranquilla e abbiamo due, tre mesi di attesa. Per ovviare a questa disparità abbiamo anche rivisto il bacino di utenza delle varie aree, ma per il momento questo intervento non basta. In ogni caso ci teniamo a precisare che, una volta che il cittadino ha consegnato la documentazione allo sportello, i tempi per il rilascio del passaporto sono quelli previsti dalla legge e cioè 15 giorni o 30 in caso di necessità di approfondire l’istruttoria. Nei casi di urgenza è capitato che abbiamo rilasciato il passaporto anche solo dopo poche ore, al termine dei dovuti controlli».

Ma allora cosa si può fare?

«Iniziamo con il dire che noi non lasciamo a terra nessuno. Alle ragioni di urgenza per cui si danno risposte immediate, abbiamo aggiunto anche i viaggi di piacere perché comprendiamo che le persone non possono aspettare tutto quel tempo. Come detto, abbiamo attivato una email ( dipps190.00n0@pecps.poliziadistato.it ) che può essere utilizzata anche da account ordinari e non Pec a cui il cittadino può scrivere indicando le proprie necessità e noi rispondiamo in poche ore perché abbiamo una persona che tutti i giorni processa la posta».

Questura - passaporti

Il responsabile dell’ufficio Roberto Zanoncini entra nei dettagli dell’organizzazione e del funzionamento del lavoro.

«Noi siamo i primi a comprendere il disagio dei cittadini e ci siamo attivati con ogni mezzo. A gennaio abbiamo aperto mille e duecento posti e li abbiamo bruciati in pochi giorni. Da allora settimanalmente, in base all’organico disponibile, attiviamo più posti per gli appuntamenti. Abbiamo lavorato alcuni sabato, allungato gli orari di apertura, ma siamo di fronte a un vero pozzo senza fine».

E quando pensate di tornare a regime?

«E come si fa a saperlo. Se la domanda resta così pressante è difficile dare una risposta. Oltre alle ragioni che indicavamo prima, si è creata una sorta di ansia che è comprensibile dati i tempi di attesa, ma questo non fa che peggiorare la situazione. In ogni caso, con la possibilità di chiedere, nei casi di urgenza, l’anticipo dell’appuntamento attraverso una mail, riteniamo di assicurare a tutti il diritto di libera circolazione».

Cosa prevede il lavoro per il rilascio di un passaporto?

«Il tempo in ufficio con il cittadino per la presentazione della domanda è relativamente breve, ma occorre tener conto che il passaporto non è come la carta di identità. Con il passaporto si può andare in tutto il mondo e questo richiede verifiche molto approfondite. La persona che lo richiede non deve aver alcun debito con lo Stato perché altrimenti se lo lasciassimo uscire correremmo il rischio di non vederlo più. I controlli devono essere attenti e puntuali e questo richiede tempo, in genere non più di 15 giorni. Se ci sono dubbi dobbiamo ricorrere al Casellario giudiziario che indica se è stata emessa una sentenza di condanna o meno e in questi casi i tempi possono allungarsi ma non oltre 30 giorni».

Il lavoro dell’ufficio si occupa solo dei passaporti?

«No, a quello si aggiungono altre attività. Noi diamo le autorizzazioni all’espatrio dei giovani sotto i 14 anni non accompagnati. E i gruppi tra scuole, scout, oratori e altro sono sempre molto numerosi e frequenti. Servono le firme di entrambi i genitori e richiedono tempo. Oltre a questo gestiamo le relazioni con le ambasciate e i consolati per rilasciare i nullaosta a chi vive all’estero. Si tratta di 30-40 richieste al giorno».

Che consiglio si sente di dare ai cittadini che si rivolgono al suo ufficio?

«Noi ci mettiamo il massimo impegno e lo facciamo con attenzione e passione. La squadra che lavora nel nostro ufficio è professionale ed efficiente. C’è sempre una forte disponibilità verso le persone che hanno bisogno. Perciò quando c’è una reale urgenza scriveteci e troveremo una soluzione. Lo stiamo facendo da mesi. Comprendiamo bene che i cittadini non possano conoscere tutto quello che stiamo raccontando ora, ma siamo i primi a voler cambiare questo stato di cose ma, a partire dai numeri, crediamo sia chiaro che è una situazione complessa».

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Settembre 2023
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