Gallarate, contabile ruba più di mezzo milione di euro all’azienda e li fa sparire usando bitcoin
Protagonista un 60enne incensurato, che ha usato poi le criptovalute per nascondere la somma. Perquisizioni nel Varesotto e anche a Roma
![criptovalute](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2020/10/vario-1182830.610x431.jpg)
Ruba 646mila euro alla sua azienda e li fa sparire trasformandoli in bitcoin, per farne perdere le tracce. Con questa accusa un 60enne incensurato è stato fermato dalla Polizia di Stato: martedì 26 settembre infatti gli agenti del Commissariato di Gallarate lo hanno raggiunto per portarlo agli arresti domiciliari, sulla base di una ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Busto Arsizio.
Il reato contestato è furto pluriaggravato, per aver sottratto dai conti aziendali intestati alla società presso la quale lavorava in qualità di contabile un’ingente somma di danaro. Ma è accusato anche di autoriciclaggio, per averli successivamente trasferiti su una piattaforma di investimento in criptovalute.
Le indagini del settore investigativo del Commissariato di Pubblica Sicurezza, coordinate dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio erano partite a marzo quando lo stesso indagato, avvisato dal titolare dell’azienda della totale scopertura dei conti correnti aziendali, si è recato presso il Commissariato sporgendo una denuncia contro ignoti che avrebbero a suo dire sottratto il danaro dai conti correnti aziendali, trasferendoli inizialmente sul proprio conto personale e successivamente su una piattaforma di investimento in criptovalute.
Da qui sono partite le indagini degli investigatori del Commissariato, che attraverso una capillare analisi dei conti correnti, delle movimentazioni di danaro, nonché delle tempistiche e delle modalità autorizzative delle operazioni, hanno acquisito elementi tali da smentire i fatti denunciati dall’indagato, risultato essere in realtà egli il contabile infedele e l’autore materiale delle transazioni, responsabile del furto dell’ingente cifra di 646 mila euro, trasferita successivamente su una piattaforma di investimento in criptovalute.
L’inequivocità e la chiarezza del quadro indiziario tratteggiato dagli investigatori hanno consentito di valutare pienamente sussistenti tutte le esigenze cautelari che hanno reso necessarie l’emissione dei provvedimenti restrittivi ed ablatori.
Nella giornata di ieri, infatti, gli agenti del Commissariato diretto dal vicequestore Luigi Marsico hanno dato esecuzione anche al sequestro preventivo emesso dal GIP di Busto Arsizio, “congelando” tutti i conti correnti intestati all’indagato, sino ad un ammontare pari alla somma indebitamente sottratta.
Al fine di raccogliere ulteriori elementi probatori in ordine alle condotte penalmente rilevanti dell’arrestato e finalizzate soprattutto ad approfondire l’ulteriore trasferimento sulla piattaforma di investimento in criptovalute, durante l’intera giornata di ieri la sezione investigativa del Commissariato, supportata da tecnici informatici esperti del settore, nella provincia di Varese e nella città di Roma con l’ausilio del personale del Commissariato Sezionale Appio Nuovo, ha eseguito una serie di perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche acquisendo documentazione contabile e apparecchiature informatiche che saranno oggetto di successive specifiche indagini.
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