La compagnia di Albizzate L’Arca di Noe in Ucraina per Teatri Senza Frontiere
Portare gioia, sorrisi e messaggi di pace ai bambini cui viene negata l'infanzia è l'obiettivo di Teatri senza Frontiere, iniziativa solidale giunta alla quindicesima edizione
Paura e stanchezza ma anche la voglia e la determinazione di portare gioia, sorrisi e messaggi di pace dove più serve: «In Ucraina, ai bambini la cui infanzia è negata da una guerra scelta dai potenti». Ad affermarlo è l’attrice Noemi Bassani che oggi, sabato 16 settembre, assieme al musicista Stefano Tosi – entrambi della compagnia teatrale L’Arca di Noe di Albizzate – sono partiti con una carovana di colleghi del mondo dello spettacolo per Leopoli, prima tappa della nuova edizione di Teatri senza Frontiere.
Teatri senza frontiere è un progetto che da quindici anni incontra gli ultimi della terra “vittime di un pianeta sghembo che sembra non volersi più raddrizzare, testimoni di un’umanità che ha bisogno di riscattarsi per dimostrare di saper fare l’unica cosa sensata e possibile: vivere in pace, rispettare gli altri, godere di questo splendido e piccolo pianeta dove siamo ospiti per un brevissimo lasso di tempo”, si legge sul sito dell’iniziativa (A QUESTO LINK).
Analogo progetto è stato fatto lo scorso anno negli slam di Nairobi, un’edizione cui pure l’Arca di Noe ha partecipato.
Prima ancora Teatri senza frontiere è stato nei campi profughi della Bosnia Erzegovina, nelle favelas di San Paolo, nell’Africa profonda del Ghana, in Amazzonia, Etiopia, Kosovo, Albania. Teatri senza frontiere non una tournée ma un gesto concreto di solidarietà. Teatri senza frontiere è una testimonianza di pace e fratellanza attraverso il teatro, “formidabile strumento di comunicazione, in grado di unire, avvicinare persone di lingue e culture diverse, per stringerle in un abbraccio che è patrimonio ed essenza stessa del nostro appartenere al genere umano”.
«Con i nostri compagni di viaggio condividiamo l’urgenza di farci messaggeri di pace e fratellanza tra i popoli, nella certezza, ancora una volta, che al ritorno saremo senz’altro emotivamente più ricchi di come siamo partiti», afferma la Bassani sull’autobus che la porta a Leopoli.
«Alla fine di ogni progetto c’è sempre un aereo che ci riporta a casa, che vola sopra i campi, i ponti, le foreste e i tanti pensieri che ogni volta riempiono i nostri bagagli, non ci sono risposte facili, la realtà è complessa, il mondo ancor di più, chi non si pone domande si è fermato, personalmente preferisco procedere con mille dubbi», aggiunge il collega Marco Renzi, promotore dell’iniziativa.
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