Mille anni di accoglienza e storia: il Passo del Gran San Bernardo è la meta del nostro cammino

Un team di otto giornalisti, blogger, youtuber hanno partecipato a un media tour nel Vallese raggiungendo il colle alpino punto di confine con il nostro Paese

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«Farete una esperienza unica in questi tre giorni perché sentirete come il vostro fisico cambierà con la salita al Passo». Rachel con Joëlle aveva esordito così nel nostro primo incontro a Martigny. Lei fa la guida escursionistica in montagna da oltre vent’anni, e ha fondato Horizons nature, una agenzia per organizzare trekking, e da due anni una scuola per formare persone a una professione sempre più richiesta. Il suo socio ha scritto la guida della Via Francigena da Canterbury al Colle del Gran San Bernardo. Insomma, ci credono allo sviluppo dei cammini e vorrebbero allargare la loro attività anche in questa direzione.

Se ne parla tanto a cena a Bourg-St-Pierre e complice forse anche il nome del nostro hotel, “le Bivouac de Napoléon”, dopo tanto ragionare, siamo arrivati alla convinzione che potrebbe essere la storia a dare una mano a rendere attrattiva l’esperienza che stiamo facendo. Martigny e Aosta hanno un legame forte. Entrambe le piccole cittadine hanno avuto una presenza forte dei romani e proprio questo potrebbe essere il fil rouge. Il tratto alpino della Via Francigena avrebbe un elemento esclusivo rispetto ai tanti cammini europei. Un passo che unisce due nazioni e tanti popoli. I pellegrini di un tempo e i camminatori di oggi hanno la possibilità di superare le distanze grazie a un percorso storico.

Dalla leggenda di Annibale a Napoleone il passo più alto della Via Francigena è uno spettacolo

Il fascino dell’esperienza insieme come quella vissuta in questi giorni dal nostro gruppo è veder crescere ora dopo ora un racconto corale. Ci si scambia opinioni ed esperienze mentre si cammina. Ci si racconta e poi la sera, complice cibo e bevande di grande qualità, si entra in discorsi diversi mettendo insieme pensieri e anche possibili progetti. La via dei Galli, la via romana, la via di Napoleone, insomma si cerca di riflettere su come chiamare cinque giorni di cammino tra la Svizzera Martigny e Aosta.

Tre tappe da quattrocento a duemila quattrocento metri e poi due per ridiscendere alla stessa quota. Rachel e Joëlle sono diventate parte attiva del gruppo e abbiamo un po’ di malinconia nel sapere che dopo aver condiviso con noi l’ultima salita non ci saranno per l’ultima cena. Il loro lavoro è stato importante per noi, ma sarà ancora più prezioso per sviluppare questo cammino. A tavola si è discusso anche molto di comunicazione con Andrea stupito del lavoro dei nostri compagni di viaggio più giovani immersi moltissimo nella dimensione dei social. A questi si dedica gran parte del tempo per costruire un racconto pur consapevoli che il rischio di un’epoca che predilige uno strumento effimero, del qui e ora, ha tanti limiti. Ma si può farne a meno? È una domanda un po’ retorica per chi si occupa di turismo o di diffondere pensieri e racconti su piattaforme social. Lo sostiene anche Neven che sa bene quanto per la sua Spiritual tour i social siano essenziali. «Ne farei volentieri a meno se qualcuno lo facesse per me, ma da lì arrivano clienti e non si può rinunciare a usarli». Il cielo sopra le nostre teste è un quadro anche stanotte. Le luci dell’area di servizio di fianco all’hotel rovinano un po’ un’atmosfera che resta comunque unica. Tutto rallenta e le auto si sono fatte rare lungo la strada che porta o arriva dal Passo. Così regna il silenzio che rende ancora più protagoniste le mucche al pascolo sempre più vicine.

LA TAPPA

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Da Bourg-St-Pierre al Passo del Gran San Bernardo sono poco più di undici chilometri. Il dislivello resta lo stesso degli altri due giorni e così saliamo circa mille metri affrontando salite più ripide. Ci siamo caricati più acqua perché lungo tutto il percorso non se ne trovava. Dopo una ricca colazione abbiamo salutato i tanti cani San Bernardo in peluche. All’ospizio li abbiamo ritrovati ma a grandezza naturale che si muovono e fanno vedere tutta la propria imponenza.
Dopo pochi chilometri abbiamo incontrato il lago Des Toules con un parco solare fluttuante. La diga è stata costruita tra il 1955 e il 1964, gli anni dei grandi lavori che hanno portato anche alla realizzazione del tunnel autostradale che fa risparmiare 40 minuti. La sostenibilità qui è considerata un elemento fondamentale non solo come chiave tecnologica ma anche nelle scelte più strategiche come quella di dedicare solo alcuni spazi a un turismo più impattante con impianti di risalita e strutture alberghiere. L’altro tema molto sentito è il cambiamento climatico. Fa sempre più caldo con sempre meno precipitazioni. Noi abbiamo toccato con mano questa situazione perché a mille e seicento metri eravamo a maniche corte anche di sera.

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La salita di questa ultima tappa è stata costante ma senza particolari strappi. Ci siamo fermati per pranzo nella terrazza di una baita privata potendo gustare la comodità e un po’ di ombra perché il sole è di nuovo stato protagonista. Le guide ci hanno raccontato diverse storie di questi territori, hanno parlato delle caratteristiche naturali, ma anche della storia di un ambiente duro ma pieno di fascino. Oggi abbiamo rispettato in pieno il programma e siamo arrivati alle 15.30 prendendoci poi tempo per fare un primo bilancio anche con Gaetan che ci ha raggiunto in auto. Grande soddisfazione da parte di tutti e una grande emozione per l’impresa. Un gruppo eterogeneo che ha saputo vivere al meglio la proposta della Via Francigena e del Passo del San Bernardo che hanno organizzato il tour. Saluti e abbracci molto calorosi e diversi dalle fredde strette di mano della prima mattina a Martigny. Gaetan, Rachel e Joëlle sono scesi in valle mentre per noi si è aperta l’ultima attività con la visita al museo. Uno spazio espositivo semplice su tre piani e le gambe non hanno gradito molto ma ne vale davvero la pena. Un millennio di accoglienza e una storia di persone, comunità che dal Mille ha nell’ ospizio il punto di riferimento sul Passo. Alle 18 ci sono 16 gradi a 2473 metri di altezza. Un sole cocente che illumina il lago e le cime tutte intorno. Stanotte dormiremo qui e c’è da scommettere sul fascino di questo luogo dove il silenzio sarà protagonista e con lui ancora una volta il cielo stellato.

IL TEAM E LE GUIDE

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Siamo in dieci, sette italiani, una argentina e due svizzere. Marco Giovannelli, camminatore per passione e direttore di Varesenews ha un legame vitale con la Via Francigena ed è il più anziano del gruppo. Monica Nanetti fa la giornalista economica ma la sua grande passione per i viaggi l’ha portata a dar vita a un progetto significativo fin dal nome scelto: “Se ce la faccio io”. Davide Fiz cammina anche lui per passione, ma anche per trasmettere un messaggio forte. È il fondatore di Smart Walking e da due anni, al mattino cammina e al pomeriggio lavora. Ha viaggiato in lungo e largo per il Paese. Nicole Franciolini lavora all’interno dell’Associazione Vie FrancigeneNeven Adzaip ha un tour operator e da tempo conduce gruppi e organizza attività legate al cammino. Arriva da Varese ma lo si trova spesso in Toscana, sulla via Francisca del Lucomagno e altrove. Rocío Cali ha scelto l’Europa per il suo percorso di studi legati al turismo. Arriva dall’Argentina e negli ultimi mesi per motivi di studio è stata in Scozia, Barcellona e Napoli. Mary Jane fa la travel blogger con una grande produzione video che oscillano tra la filosofia e lo spirito del viaggio. È legata a New York per tante ragioni. Andrea Mattei è un grande camminatore, lavora e scrive di cammini per la Gazzetta dello sport. Romano trapiantato da tanto tempo a Milano ama lo zaino e prendere appunti con una biro e un bloc notes anche se ormai il suo lavoro è tutto nel digitale. Con noi anche le due guide locali Rachel Man e Joëlle Luisier e un ruolo speciale per Gaëtan Tornay, direttore del Pays du St-Bernard, Vice- presidente dell’Associazione Europea della Via Francigena e presidente dell’Associazione Svizzera della Via Francigena.

Tre giorni per arrivare sul Colle del Gran San Bernardo sulla via Francigena

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Pubblicato il 07 Settembre 2023
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