“Paga o ti avveleno il vino”, condannato a 4 anni. Minacce anche all’azienda di Bruno Vespa

Nuovi guai a Roma per un esperto informatico di 48 anni: nel 2019 era stato condannato per aver ricattato una famiglia di Gallarate, chiedendo grandi cifre in bitcoin

Hacker

«Paga, se non lo fai ti avveleno il vino». C’era anche l’azienda vinicola di Bruno Vespa tra le vittime del ricatto via web che è costato una condanna a quattro anni di carcere ad un 48enne di Trieste, già protagonista di estorsioni online in passato: David Sirca nel 2019 aveva già incassato una condanna a due anni per un episodio che aveva toccato una famiglia di Gallarate, ricattata nel 2017.

L’estorsione ai danni dell’azienda di Bruno Vespa risale al giugno 2022, spiega l’edizione romana di Repubblica.
L’uomo, secondo gli elementi raccolti nelle indagini della Polizia Postale, chiedeva di pagare in criptovalute una cifra compresa tra 20mila e 200mila euro, minacciando varie aziende (produttrici di vino o alimentari) di avvelenare con iniezioni di cianuro e tallio le bottiglie presenti sugli scaffali nei supermercati. L’uomo realizzava anche dei video in cui mostrava come avvelenava i prodotti, per rendere credibile la minaccia. Si trattava però di una messa in scena.

Le indagini della Polizia Postale, coordinate dal procuratore aggiunto di Roma Giovanni Conzo, seguendo le tracce informatiche, sono risalite all’identità di David Sirca, esperto informatico, che aveva appunto precedenti per estorsioni e frodi via web. Il procedimento che vede vittima l’azienda di Bruno Vespa è stato stralciato, mentre altre tentate estorsioni sono sfociate in processi in diverse località d’Italia (dove si è consumato il reato) e in una successiva condanna: l’informatico deve scontare 4 anni di carcere.

Come detto tra i precedenti di Sirca c’è anche una condanna a due anni per l’estorsione ad una famiglia di Gallarate: l’informatico si era introdotto in un computer e aveva sottratto dati e altro materiale sensibile, chiedendo in cambio il pagamento di cifre crescenti in bitcoin. La famiglia alla fine aveva denunciato – anche pubblicamente, oltre che alle forze dell’ordine – per porre fine al ricatto: in quella occasione si era preso gioco della Polizia Postale, dicendo che mai sarebbero risaliti a lui. Successivamente le indagini della Postale avevano però ricostruito 28 diversi episodi di estorsioni ai danni di famiglie residenti nella zona tutto intorno a Milano.

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Pubblicato il 25 Settembre 2023
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