Termina la campagna di scavi di Castelseprio, fra resti antichi e metaverso
Condivisi i risultati della campagna archeologica delle università al sito di Castelseprio, con un focus su materiali, resti di scheletri, ma anche l'innovativa presentazione degli scavi con il metaverso
È uno dei fiori all’occhiello dell’archeologia medievale italiana e si trova proprio qui, in provincia di Varese, nel verde della valle Olona. Il sito Unesco Castelseprio-Torba rappresenta una meta imprescindibile per ricercatori e studiosi di questa epoca storica. Una rilevanza destinata a crescere, osservando la galassia che gravita intorno a questo luogo.
A determinare ciò, in primis la passione di chi, ormai da anni, trascorre l’estate a Castelseprio per scavare nel passato e ricostruire la storia di questi luoghi; sono le università che ogni anno spostano la loro attività di ricerca qui in valle Olona, avviando le campagne di scavi: università Cattolica di Milano, università di Chieti-Pescara e università di Padova.
Al loro fianco, la Direzione regionale Musei Lombardia e le Amministrazioni comunali di Castelseprio e Gornate Olona.
Non solo per addetti ai lavori
Sabato 23 settembre di quanto emerso durante l’ultima campagna di scavi si è parlato in un convegno ad hoc, presso l’auditorium nell’ex chiesa dei Santi Ambrogio e Martino a Cairate; un viaggio che ha riunito le diverse anime della ricerca e ha puntato i riflettori sull’impegno dei suoi protagonisti.
Oltre quattro ore di parole, immagini, numeri e date: professori, studenti ed esperti di archeologia si sono incontrati per ascoltare e confrontarsi su quel lavoro infinito che è la ricerca archeologica. Un incontro che ha condotto ad una svolta importante per il futuro: la volontà di una collaborazione fra gli atenei mettendo a disposizione expertise e competenze. Per la direzione Musei presenti Stefano Aiello e Sara Masseroli, entusiasti dell’energia positiva che si respirava fra i diversi gruppi di ricercatori.
Si è trattato dunque di un approfondimento interessante per gli studiosi, ma non solo: uno dei punti focali espressi è stata infatti la volontà di proseguire con l’apertura degli scavi al pubblico, con visite guidate e attività destinate ai bambini.
Cosa è emerso dal convegno?
Gli interventi hanno messo in luce quanto rinvenuto dai ricercatori durante la campagna di scavi suddivisa nei tre punti:
- Il complesso di san Giovanni
- L’edificio presso san Paolo
- La casa – forte
Studio Archeo-metrici delle malte, stratigrafia muraria, termoluminescenza dei fittili per un aggancio cronologico, analisi archeo-botaniche: ogni pezzo di ceramica, di sasso o di composizione del terreno è stato oggetto di studi, con tecniche di ricerca archeologica tradizionale, ma anche con strumentazioni moderne come i metal detector.
Tante strade per ottenere una conoscenza sempre maggiore delle epoche storiche che hanno visto la vita al Castrum e come fosse la quotidianità di quelle persone, all’alimentazione alle malattie, passando per l’organizzazione sociale.
Il Metaverso arriva a Castelseprio
Per mostrare i risultati della ricerca, gli studiosi del complesso di San Giovanni – in collaborazione con Labdig3A – hanno elaborato un sistema di immagini che riprode le analisi paleogenetiche fatte sulle tombe di San Giovanni: un ingresso attraverso il Metaverso sullo scavo archeologico che può avere importanti effetti culturali, sulla didattica e la condivisione del sapere. Visualizzare una tomba, il suo contenuto, mettendone in evidenza composizione e collocazione fisica, muovendosi e osservando ciò che c’è intorno, per diffondere la conoscenza e preservarla anche dal deterioramento del tempo.
Tutto questo racconta e racconterà sempre più gli scavi archeologici di Castelseprio. Un viaggio nel passato con lo sguardo sempre rivolto al futuro.
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