Tra passato, presente e futuro. Le domande che aleggiano sull’ex-Macello civico di Busto Arsizio
Per decenni luogo di macellazione delle carni, da tempo sede degli scout Agesci del gruppo Busto 3 che ora dovranno lasciare la struttura. Un luogo del fare bustocco (ben raccontato dalla delegazione Fai del Seprio) cambia pelle
Mentre Carlo Magni, responsabile del Fai del Seprio, raccontava l’epopea industriale di Busto Arsizio e Roberto Albè ricostruiva la storia del macello civico di Busto Arsizio in una sala della grande struttura di via Pepe, gli scout del gruppo Busto 3 smontavano scaffali e attrezzature varie che per anni hanno permesso ai 300 ragazzi che compongono questa comunità di organizzare le loro uscite e le loro attività. Due facce della stessa medaglia che si contrapponevano in una serata in cui il tempo inclemente non ha fermato nè l’una, nè l’altra attività.
La storia dell’ex-macello ricostruita dalla delegazione fai del Seprio
Ieri sera, giovedì, all’interno delle mura di una delle strutture più affascinanti della città si è tenuta una serata organizzata dal Fai dedicata proprio alla storia di questo luogo così importante per la città di Busto Arsizio, realizzato alla fine dell’800 su progetto del grande architetto marnatese Camillo Crespi Balbi. Ad organizzarla, appunto, la delegazione Fai del Seprio che dal 2021 organizza momenti culturali dedicati proprio alla storia e all’architettura industriale di una delle città simbolo della produzione a cavallo tra il 19esimo e il 20esimo secolo. L’iniziativa è stata molto apprezzata dall’assessore alla Cultura Manuela Maffioli che ha presenziato all’evento e ha raccontato l’impegno personale per portare il turismo industriale a Busto Arsizio.
La trasformazione di un luogo che ha fatto la storia di Busto Arsizio
Probabilmente si è trattato dell’ultima opportunità concessa ai visitatori di vedere questo luogo nello stato attuale (anche se la soprintendenza ha bloccato la demolizione, ndr) in quanto tutta l’area subirà una grande trasformazione e rigenerazione urbana diventando sede di un Its (istituto tecnico superiore) e di un polo aggregativo per le associazioni giovanili del territorio grazie a fondi europei e regionali. (Del progetto ne parliamo diffusamente qui)
Una domanda aleggia nell’aria. Che fine faranno gli scout?
Il grande punto di domanda aleggiava, però, nell’aria. Che fine faranno gli scout Agesci del Busto 3? Per il momento c’è ancora un’interlocuzione in corso con gli uffici tecnici dell’Assessorato all’Urbanistica (un po’ meno con l’assessore Giorgio Mariani, ndr) e la messa a disposizione di due spazi al coperto per depositare tutte le attrezzature del gruppo. Nel contempo don David Maria Riboldi ha dato disponibilità al gruppo di riunirsi all’oratorio di Sant’Anna in modo da non fermare le attività. Per gli scout i magazzini messi a disposizione (uno a Borsano e uno in uno spazio di Agesp) si tratta di soluzioni di ripiego che non garantiscono la buona conservazione del materiale e la promessa di spostare il tutto nell’attuale sede della Croce Rossa di via Castelfidardo (che a gennaio dovrebbe spostarsi nella nuova sede di via dei Sassi) sembra difficile da realizzare anche perchè servirebbe una messa a norma della struttura.
Un possibile ritorno nella sede originale a fine lavori
In realtà l’obiettivo finale è quello di riportare gli Scout all’ex-Macello una volta terminati i lavori di rigenerazione urbana ma i tempi paiono essere lunghi. Tutta questa incertezza sta agitando le notti dei volontari che lavorano alacremente allo smontaggio in tutti i momenti liberi e c’è chi sta sacrificando le proprie ferie per dare seguito alla richiesta di liberare l’area. Come andrà a finire questa storia? La domanda continua ad aleggiare tra le mura di via Pepe.
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