A Varese i “Volti del male” e le “Indagini” di Stefano Nazzi riempiono il Salone Estense
Salone Estense a Varese pieno di tantissime persone, soprattutto ragazze e ragazzi seguaci del giornalista e del suo podcast. Un appuntamento organizzato dal Premio Chiara Festival del Racconto
“Sono Stefano Nazzi e faccio il giornalista da tanti anni…”. Chi ha ascoltato “Indagini” almeno una volta questa frase l’ha imparata a memoria e la sente risuonare nelle orecchie. Perché Stefano Nazzi è il giornalista che è riuscito a trovare una nuova chiave di lettura per raccontare i casi di cronaca nera e oggi, il suo podcast Indagini, realizzato per il Post, è tra i più ascoltati in Italia.
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Un successo inaspettato per uno che “fa il giornalista da tanti anni e nel corso della sua carriera si è occupato di tante storie di cronaca, di cronaca nera, cronaca giudiziaria”: ieri sera (mercoledì 18 ottobre) è stato accolto da un numeroso pubblico in un Salone Estense a Varese pieno di tantissime persone, soprattutto ragazze e ragazzi seguaci del giornalista e del suo podcast. Un appuntamento organizzato dal Premio Chiara Festival del Racconto in occasione dell’uscita del libro di Stefano Nazzi, “I volti del male”, uscito per Strade Blu di Mondadori. La serata è stata quindi l’occasione per raccontare il suo lavoro a 360 gradi.
Intervistato da Tommaso Guidotti, giornalista di VareseNews, Stefano Nazzi ha raccontato il suo approccio ai casi di cronaca nera dove niente deve essere lasciato al caso. Avvocati, poliziotti, tecnici del mestiere possono essere fonti indispensabili per capire e spiegare i meccanismi di una indagine o della giustizia italiana. E ancora, il mondo dei social e in generale dell’opinione pubblica dove nascono “tifoserie” dai facili giudizi (“il modo in cui le indagini hanno influenzato le reazioni dei media e della società e il modo in cui media e società hanno influenzato le indagini”), dai quali è bene non fidarsi perché dietro ad ogni caso ci possono essere mille sfumature diverse. E il suo incontro, in carcere, con alcuni dei protagonisti delle cosiddette “Bestie di Satana”, uno dei fatti di cronaca avvenuto proprio in provincia di Varese che più di altri lo ha colpito per l’efferatezza degli omicidi.
Nazzi ha affrontato tanti temi, legati al concetto di “male” trattato nel suo libro: un male che può avere diversi volti, diverse origini, diverse storie. Come racconta nel podcast “ogni mese, una volta al mese” e nel suo libro, il male lascia segni indelebili, che lasciano strascichi in chi rimane, nei parenti delle vittime, ma anche in chi commette i crimini. Con il suo lavoro, insieme al team de Il Post, cerca di raccontare la cronaca “tentando di mostrare non tanto il fatto di cronaca in sè, il delitto in sè bensì tutto quello che è successo dopo, il modo in cui si è cercato di ricostruire la verità, le indagini giudiziarie e i processi, con le loro iniziative, le loro intuizioni, i loro errori“, senza sensazionalismi, aggettivi inutili, particolari pruriginosi. Forse è anche questa una delle chiavi del successo di un lavoro apprezzato da migliaia di ascoltatori e di lettori, testimoniato anche dall’affetto che i partecipanti alla serata varesina del Premio Chiara hanno manifestato a Stefano Nazzi tra ringraziamenti per il suo lavoro, foto e richieste di dediche.
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