Bettega e Marotta “battezzano” a Varese il documentario su Anastasi
Al Salone Estense è stato presentato il progetto “Stella del Sud”, che racconterà le gesta del giocatore dentro e fuori dal campo, con Varese protagonista
Si chiamerà “Stella del Sud”. Sarà il documentario sulla vita di Pietro Anastasi e l’obiettivo del progetto sarà quello di mostrare il calciatore, ma soprattutto l’uomo che partì dalla Sicilia per arrivare a Varese – che sarà cornice del prodotto – e poi a Torino, diventando un simbolo di una generazione di lavoratori che come lui in quegli anni lasciavano il Meridione per lavorare al nord. Anastasi e Varese, un legame nato quasi per caso grazie all’allora direttore sportivo del club biancorosso Casati, che lo vide in una gara in Sicilia e decise di portarlo all’ombra del Sacro Monte, dove rimase fino alla morte, nel gennaio del 2020, nonostante la grande carriera alla Juve e con la Nazionale Italiana. Ricordi di momenti che furono, l’apice calcistico espresso dalla Città Giardino e che adesso stride in maniera acuta con la realtà degli ultimi anni, che non vede il professionismo dal 2015 e che fatica a far colpo nel cuore della città.
La presentazione del progetto è stata fatta al Salone Estense del Comune di Varese, che ha già dato il patrocinio, così come la Varese Sport Commission. E tra i diversi personaggi che hanno accompagnato questo primo appuntamento con “Stella del Sud”, per ora un progetto ancora in embrione in attesa di terminare la raccolta dei fondi necessari, non sono voluti mancare due grandi personaggi che con Anastasi hanno condiviso molto come Roberto Bettega e Beppe Marotta.
A fare gli onori di casa è stato l’assessore allo sport Stefano Malerba: «Grazie a chi ha pensato a questo progetto. Esistono storie sportive che vanno al di là dello sport e questa è una di quelle. Il progetto dà lustro alla nostra città per un grande sportivo che ha dato tanto alla nostra città».
L’assessore alla culture Enzo Laforgia: «Non ho seguito il calcio nella mia gioventù ma Pietro Anastasi era conosciuto da tutti. Ricordo che rappresentava un personaggio che andava oltre la sua storia. Quando è passato alla Juventus e quindi a Torino ha rappresentato un’intera classe sociale, quella che nel boom economico era arrivata dal sud per lavorare».
Il sindaco Davide Galimberti: «Questa presentazione avviene nel luogo dove è avvenuto l’ultimo abbraccio della città ad Anastasi. In quei giorni mi ha colpito molto il sentimento popolare, quando si è sentito forte l’affetto legato alla persona che rappresentava diversi aspetti del Paese. Uno strumento come quello di un documentario penso che faccia bene allo sport e alla possibilità di vedere quegli anni sotto una chiave diversa, l’immagine di un Paese in profonda trasformazione, con i successi sportivi che li accompagnava».
Parlando più nel dettaglio del progetto, arrivano le parole dell’autore Antonio Zamberletti: «L’assessore Laforgia ha centrato in pieno quello che è il significato del progetto, gli aspetti sociali di questo documentario che non vuole essere solo sportivo ma anche sociali, economici, culturali e di costume dell’epoca. Anastasi ha rappresentato una generazione che dal sud veniva al nord per lavorare. “Stella del Sud”, il nome del documentario, era uno striscione a lui dedicato. Varese offrirà i luoghi simbolo per il nostro lavoro, vogliamo di essere una vetrina per le bellezze della città».
Il regista Marco Pozzi anticipa invece alcuni dettaglia: «Mi ha colpito molto la figura di Anastasi che trascende dal suo ambito sportivo. Vogliamo creare un prodotto che sia trans-generazionale, spiegando la figura esemplare che è stato anche fuori dallo sport. Vogliamo andare oltre il mondo del calcio con un prodotto che possa essere diretto alle nuove generazioni».
Produttore del documentario sarà Maurizio Magni: «Credo molto in questo progetto, vorrei che fosse di eccellenza e ringrazio Sky Sport che ci ha comunicato la disponibilità di mandarlo in onda e dare una mano nella produzione se ce ne fosse bisogno. Stiamo chiudendo il piano finanziario con sponsorizzazioni private trovate sul territorio di Varese, che significa grande sensibilità sul tema. Il budget è interessante per un progetto di questo genere, che ci permetterà di fare qualcosa in più rispetto a un tradizionale documentario su un personaggio sportivo. Questo significa che ci permetterà di parlare del territorio, ampliando . Verrà fuori un prodotto di circa un’ora. Mi fa piacere che sia un prodotto rivolto anche alle nuove generazioni, che possano riscoprire un personaggio che magari non conoscono ma che di sicuro apprezzeranno».
Arrivando ai grandi ospiti, il primo a ricordare “Pietruzzo” è Roberto Bettega: «Quando venni a Varese arrivai per sostituire un po’ nel cuore dei varesini quello che fece Anastasi. Quando tornai alla Juve siamo stati compagni di camera e per me lui fu un insegnante, lo guardavo con grande ammirazione. Ricordate la mia rovesciata: indovinate chi mi aveva fatto il cross? Ovviamente Pietro. Il nostro era un completamento tecnico ma soprattutto umano».
Impegnato in Champions con l’Inter, Beppe Marotta non ha voluto mancare questo appuntamento: «Sono fiero di essere qui nella nostra Varese per una persona che ho stimato molto e considero un amico. Attraverso la memoria parliamo di Anastasi e dei suoi valori, che ho avuto modo di apprezzare. Quando avevo 12 anni facevo il raccattapalle e quel 5 febbraio 1968, quando fece quella storica tripletta, ero dietro la porta. È una persona che mi ha accompagnato nella totalità della vita e il fatto che lo si ricordi con questo documentario è molto importante. Questa iniziativa permette di continuare a ricordare una grande persona di valore».
Fracesco Pierantozzi, giornalista di Sky: «In un’epoca come la nostra nella quale il calcio è condensato negli highlights di pochi minuti, questo documentario ha un’importanza quasi generazionale. Su Pietro posso dire che è difficile trovare ex giocatori ricordati per la loro umanità e simpatia. Vederlo in giro per Varese era incredibile, perché era sempre in giro con il sorriso, come Peo Maroso».
A concludere la presentazione è stata la moglie di Anastasi, Anna: «Sono felice anche solo dell’idea, spero che vada a finire nella maniera migliore. Sono contenta delle tante persone che sono venute oggi qui per Pietro».
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