Caserma dei Carabinieri, l’eterna incompiuta. Il sindaco di Induno Olona scrive a Giorgia Meloni

Nella sua lettera Cavallin ripropone anche alla premier una soluzione "provocatoria" che aveva già avanzato in passato, assumersi direttamente l'onere di completare la caserma per poterla inaugurare in tempi certi

Induno Olona - Il cantiere della nuova caserma dei Carabinieri

Vent’anni per portare a termine un edificio pubblico. O meglio vent’anni per finire gli ultimi dettagli, perché la nuova caserma dei Carabinieri di Induno Olona è praticamente pronta da diversi anni.

Dopo averle tentate tutte per sbloccare la situazione, ieri mattina il sindaco Marco Cavallin ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Giorgia Meloni,

«A Induno Olona da vent’anni si sta lavorando alla costruzione di una caserma dei Carabinieri, necessario presidio di controllo e legalità in un territorio densamente abitato e che reclama sempre maggiore attenzione e sicurezza. Ha letto bene: vent’anni! Ci sta volendo questo tempo incredibilmente lungo per realizzare un’opera pubblica – scrive Cavallin –  So che questi sono temi che le stanno a cuore e anche noi a Induno Olona abbiamo grande attenzione al problema della sicurezza, per questo abbiamo investito negli ultimi anni ingenti e crescenti risorse  economiche. La caserma di Induno Olona è però un’eterna incompiuta, figlia di quel labirinto burocratico (e non solo…) che troppo spesso fagocita le opere pubbliche in Italia; dopo anni di partenze e arresti, qualche mese fa – a marzo 2023 – il sottoscritto e i vertici provinciali dell’Arma siamo stati convocati sul sito di cantiere dal Provveditorato alle Opere Pubbliche, titolare dei lavori, con lo di informarci sullo stato dell’arte.
In quell’occasione ci è stato detto che la struttura era conclusa e che mancavano solo alcuni piccoli adeguamenti di strutture e servizi dello stabile, che nel tempo eterno del cantiere paradossalmente erano stati messi in opera e nel frattempo diventati obsoleti. Dopo anni di attesa, quando mancano ormai solo pochi lavori di completamento, quel giorno ci è sembrato di essere davvero vicini al risultato e invece sono passati altri mesi senza che nulla accadesse – mesi durante i quali io instancabilmente ho chiesto conto dell’avanzamento delle procedure, senza mai ottenerle. Anzi: oltre a non avere risposte concrete da darmi, il Provveditorato ha cominciato a opporre un odioso muro di gomma alle mie legittime e doverose richieste, come se fossi io l’importuno, come se fossimo davanti a normali piccoli ritardi verso cui portare pazienza e dimenticandosi invece che da vent’anni noi indunesi assistiamo impotenti a questa situazione di stallo, ormai senza più alcuna logica giustificazione».

Nella sua lettera Cavallin ripropone anche alla premier una soluzione “provocatoria” che aveva già avanzato in passato: «Sono disposto, se mi venissero assegnate le risorse economiche già a disposizione del Provveditorato – a prendere in carico la procedura di intervento sulla struttura e portarla a compimento con le risorse umane a mia disposizione. Così avrei una gestione diretta del cantiere, potrei metterci direttamente la faccia e smetterei di dover incassare il legittimo malcontento delle persone. I cittadini sono esasperati ed io con loro: che brutta figura stiamo facendo come Stato italiano!».

A sostegno del proprio appello Cavallin ricostruisce la storia ventennale di questa vicenda, partendo dalla tragedia delle due guardie giurate uccise nel parcheggio dell’Esselunga di Induno Olona il 30 gennaio 1999, fatto da cui prese il via l’idea di dotare il paese di un presidio delle Forze dell’ordine, fino alla situazione di stallo che si è protratta negli ultimi anni, a fronte di un’opera finita a cui mancano solo pochi lavori per poter essere inaugurata.

Cavallin chiude la sua lettera invitando Giorgia Meloni a Induno Olona nel giorno, si spera non lontano, in cui la nuova caserma dei Carabinieri sarà inaugurata, magari proprio grazie ad un interessamento della premier. «Presidente Meloni, ci aiuti! – conclude il sindaco – Glielo chiedo da sindaco e da cittadino che non crede e non si rassegna a che lo Stato italiano possa fare davvero figure come quella che sta facendo qui, in via Sangiorgio a Induno Olona».

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Pubblicato il 25 Ottobre 2023
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