Dal Mulino Bianco alla pesca, parlare di famiglia oggi
La famiglia vista da Marta Zighetti psicologa psicoterapeuta familiare, figlia di Baby Boomer e genitore nella società moderna
Lo spot pubblicitario di Esselunga, noto come “la pubblicità della pesca”, offre una preziosa riflessione sulla situazione attuale della società moderna e delle famiglie in Italia. Racconta di un significativo cambiamento rispetto al passato, quando i genitori appartenenti alla generazione dei baby boomer incoraggiavano i loro figli a dedicarsi per costruire un futuro ricco e promettente.
Oggi, siamo la prima generazione a dover gestire una genitorialità a due carriere, mentre cresciamo figli che faticano a intravedere un futuro stabile. Perché lo spot di Esselunga, noto come “la pubblicità della pesca” ha creato pareri così discordanti e tanta polemica? Perché ci ha toccato nel profondo, sostituendo la famiglia del Mulino Bianco (alla quale tutti eravamo affezionati, anche noi terapeuti) e dimostrando che anche l’immaginario collettivo si sta modificando.
L’archetipo ideale lascia spazio alle nuove rappresentazioni e alle nuove forme di legame. Racconta di un cambiamento significativo rispetto al passato che introduce nuove fatiche. La famiglia non è mai stata sottoposta a pressioni così incalzanti e stressanti come nel nostro tempo: genitori e figli hanno vissuto e vivono esperienze talmente differenti che non consentono una reciproca comprensione, intaccando così le indispensabili esperienze di scambio.
Noi genitori, figli dei baby-boomer, dei primi divorzi e delle “doppie carriere”, siamo stati lanciati nel mondo, con la prospettiva di un tempo infinito, dove tutto sembrava possibile. Abbiamo cercato di riproporre lo stesso modello ai nostri figli, i giovani adulti di oggi, che invece vivono costantemente nell’incertezza su quello che sarà il loro futuro. I figli non hanno le certezze che avevano i loro genitori: questa contrazione, o meglio, privazione della prospettiva e la friabilità della coppia genitoriale fa sì che le nuove generazioni si ripieghino sul presente, non per egoismo, ma per un tentativo di controllo di una situazione generale instabile. Il Kairos, tempo e luogo dello scambio che alimenta il legame, viene spazzato via anche da una diversa percezione del tempo: le nuove generazioni vivono in una società accelerata e in continuo cambiamento, con una complessità impensabile nella società tradizionale e lineare di un tempo. Le famiglie non sono più comunità numerose bensì triplici e magre alleanze: genitori impegnati e vessati con un figlio unico che vorrebbero proteggere, senza sapere come e da cosa, sul quale riversano inevitabilmente aspettative e la richiesta di un feedback sul proprio ruolo. Tutto questo crea profonda solitudine. Ma non ci si arrende: soprattutto dopo la pandemia l’importanza del legame si è resa manifesta in tutta la sua potenza. I giovani, sentendosi incompresi, si rivolgono e investono maggiormente nei legami orizzontali.
Oggi assistiamo ad un fenomeno particolare: giovani coppie separate (ma non fino in fondo) ex coniugi, ex conviventi e ex compagni che si trasformano in fratelli, come se non ci si potesse lasciare andare, trasformando un legame sociale in un legame di sangue. Di conseguenza l’erotismo viene sostituito dall’accettazione reciproca e dalla profonda conoscenza dell’altro. Questo fenomeno da un lato integra il numero di connessioni profonde di cui ogni individuo ha bisogno per vivere, dall’altro può ostacolare il processo di individualizzazione, impedendo al soggetto di riorganizzarsi e di reinvestire su nuove relazioni.
In questo contesto, incerto e vulnerabile, prevalgono i bisogni di sicurezza e appartenenza sul bisogno di esplorazione. Questa biologizzazione del legame non è l’unica forma creativa di compensazione. Consiglio a tutti la lettura dell’articolo: “E se ricominciassimo dall’iperfamiglia? (29/04/2020)” di Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, un approfondimento sui legami profondi tra amici e pari che oggi costituiscono una vera forma di welfare alternativo: una riserva emotiva, ma anche economica e logistica, senza la quale la generatività sarebbe pressoché impensabile.
Per approfondire questi temi e altri argomenti in un momento di forte cambiamento abbiamo dedicato la nostra stagione culturale alle nuove forme di famiglia presenti nel nostro paese, con l’obiettivo di favorire la comprensione reciproca tra gli attori sociali: le diverse generazioni. Cinque esperti ci guideranno nell’esplorazione delle nuove forme di famiglia aiutandoci ad analizzare e comprendere gli stereotipi interiorizzati inconsapevolmente che incidono sul nostro presente e futuro, permettendoci di accogliere il cambiamento senza paura di perdere il passato.
Parleremo dell’importanza della famiglia in tutte le sue forme contemporanee. Parleremo in particolare di terapia familiare con Matteo Selvini, di famiglie arcobaleno con Federico Calemme, di emozioni maschili con Alberto Penna, del faticoso bilancio famiglia-lavoro per le mamme contemporanee con Cristina di Loreto e della vera alimentazione emotiva che serve per nutrire il cuore dei nostri figli, perché siano degli adulti sicuri e sani, con Maria Chiara Gritti.
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