«È lui»: riconosciuto in aula due volte l’uomo accusato dell’omicidio dell’anziana di Malnate

Da due diversi testi Sergio Domenichini è stato indicato come presente sul luogo del delitto la mattina del 22 luglio. Il processo continua con un’udienza fiume il 18 ottobre

Generico 02 Oct 2023

«Pelato, sovrappeso, non molto alto, barba sale e pepe», e quel giorno «maglietta salmone e jeans chiari». In due hanno riconosciuto in aula Sergio Domenichini l’uomo presente poco prima di mezzogiorno del 22 luglio 2022 nella casa di corte di Malnate dove viveva al secondo piano l’anziana Carmela Fabozzi trovata in un lago di sangue dal figlio la sera stessa.

Nell’udienza di mercoledì mattina sono stati sentiti i parenti della donna: il figlio (e la sua ex compagna), e la nipote, con la quale l’anziana avena un ottimo rapporto, a tratti distante, ma molto affettuoso e carico di rispetto. E poi sono stati ascoltati i vicini di casa: una signora che vive nella corte e che ha giurato di aver visto quella mattina la vittima attorno alle 9, mentre beveva il caffè. Inoltre hanno parlato anche la dirimpettaia della signora Carmela, una ragazza amica d’infanzia della nipote della vittima, una delle due persone che quel giorno incrociarono Sergio Domenichini nella casa di cortile, a un soffio da mezzogiorno, «tanto che dopo pochi minuti suonarono le campane».

Ma che i faceva il 68enne Domenichini, lì a Malnate, sul luogo del delitto, a quell’ora? Secondo l’accusa l’uomo, dopo essere stato dalla signora Fabozzi di prima mattina (dunque dopo le nove e prima delle 11.55) per compiere la rapina dei gioielli in oro finita con l’omicidio, sarebbe tornato verso mezzogiorno per garantirsi una sorta di alibi. Domenichini – è stato verificato oggi in udienza –  infatti aveva suonato il campanello della ragazza (nella foto, il momento del riconoscimento da parte della teste) che ha la porta d’ingresso proprio di fronte a quella della pensionata chiedendo informazioni sulla signora, affermando di dover incontrare l’anziana per darle dei documenti. Ma la donna era all’interno della casa, morta oramai da ore.

Il riconoscimento è avvenuto in aula mentre Domenichini era in “gabbia“; riconoscimento avvenuto anche da un secondo inquilino del caseggiato che ha riconosciuto l’imputato, incrociato sulle scale: «Sì, è lui». Un’udienza conclusasi nel primo pomeriggio che fa entrare nel vivo un processo su di un fatto fortemente impattante sull’opinione pubblica, e che per diverse settimane, nell’estate del 2022, ha tenuto sulle spine i residenti di Malnate e non solo. Poi la svolta, con l’arresto dell’uomo che secondo la ricostruzione della Procura avrebbe utilizzato il ricavato dell’oro per pagarsi le vacanze al mare.

Sarà invece un’udienza “fiume” la prossima, prevista per il 18 di ottobre nell’aula bunker di Varese, e che vedrà l’escussione in aula di altri testi dell’accusa (almeno 9) tra cui gli operanti e gli altri investigatori che seguirono le indagini, oltre al personale sanitario del 118 chiamati dopo il ritrovamento della donna, esanime, nella sua abitazione. In aula sarà importante anche ascoltare le parole del medico legale che eseguì i primi accertamenti sul posto, e quelli successivi sul corpo della vittima, trovata all’obitorio – è stato ricordato dai parenti – «senza gran parte dell’oro che abitualmente indossava, compresa una catena che non si toglieva nemmeno per fare la doccia».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Ottobre 2023
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