Gadda: “Il Governo mette le mani nelle tasche dei lavoratori transfrontalieri”
La deputata varesina di Italia Viva critica apertamente l'ART 50 della bozza della manovra e invita il ministro Giorgetti a fare un passo indietro
«Senza giri di parole, il governo di centro destra mette le mani in tasca anche ai lavoratori transfrontalieri. La prossima legge di bilancio è disseminata di tasse e balzelli che colpiscono famiglie e ceto medio, e bisogna fare una caccia al tesoro per trovare misure a sostegno dell’economia reale e della competitività delle imprese». Così la deputata varesina di Italia Viva, Maria Chiara Gadda.
«Ratificando il nuovo accordo fiscale con la Svizzera, per fortuna si era detto “non un euro in più di tasse per i vecchi frontalieri.” Dalle bozze che circolano della legge di bilancio, e dalle roboanti dichiarazioni del consigliere della Lega Monti, si apprende che i frontalieri dovranno versare un contributo pari al 3-6% sul salario netto per sostenere il servizio sanitario di frontiera. Ad oggi è certa solo la nuova tassa, ma nulla ha da sapersi rispetto all’entità di questo ipotetico bonus e a come queste risorse potrebbero essere effettivamente erogate al personale sanitario cui in modo molto superficiale si fa riferimento nella bozza, visto che il tutto è demandato ad un successivo decreto ministeriale. Il governo e la regione dovrebbero avere a cuore anche gli altri motivi che portano il personale sanitario a scappare dalle nostre strutture, tra cui anche la mancanza di servizi e la turnazione massacrante».
«Spero che il ministro Giorgetti che ben conosce queste questioni faccia un passo indietro su questa scelta assurda, che potrebbe anche ottenere l’effetto boomerang di portare i nostri giovani professionisti che oggi fanno i frontalieri, a trasferirsi definitivamente in Svizzera mettendo così a rischio la nostra economia di frontiera. Ma del resto anche su questo il governo non smette di stupire, vista anche la stretta inserita in legge di bilancio sulle misure agevolative per il rientro in Italia “dei cervelli”. I frontalieri aspettano da un anno anche di capire come verrà risolta in modo strutturale la questione telelavoro. Insomma, dopo anni di parole da parte della Lega a sostegno dei frontalieri, questi sono alla fine i fatti», conclude.
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