“Gli animali hanno un’anima e io ritraggo il loro sguardo”

Nell’atelier di Silvia Landoni, a Mustonate, arrivano persone da ogni parte d’Italia colpite dal suo talento. Non solo perché è una brava artista ma perché i suoi ritratti colgono l’essenza di quegli sguardi

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Visitare “l’atelier dei piaceri campestri” di Silvia Landoni è un’esperienza da provare. La salita che dalla Valle Luna conduce al borgo di Mustonate, alle porte di Varese, è un viaggio nella bellezza di un paesaggio antico. I campi, i cavalli, un’architettura rispettosa della natura, le strade “scortate” dai cipressi che accompagnano lo sguardo del visitatore sulle rive non troppo lontane del lago di Varese. Mustonate sembra un borgo di Toscana. E forse lo era nell’immaginario del suo creatore, Francesco Aletti Montano, un vero mecenate d’altri tempi.

Quando si arriva a metà della via Isolino Virginia si incontra una casetta – un tempo lavatoio del borgo – costeggiata da prati dove crescono piante di ulivi e noci. Ad accogliere i visitatori c’è una scritta: “Entrata libera, sono graditi i curiosi” e sulla soglia dell’atelier c’è l’artista Silvia Landoni con il suo sorriso.
Fuori si avverte l’armonia della natura, dentro il suo riflesso, di luce naturale e profumi di campo. «Il borgo di Mustonate – spiega l’artista – ha nel suo dna il gusto della bellezza e dell’arte. È uno spazio aperto a tutti dove poter godere di un paesaggio che invita a rallentare. In questo angolo di paradiso io ritrovo me stessa, il piacere e la voglia di dipingere e disegnare».

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Silvia Landoni dice che la bellezza, nell’istante di tutti i giorni, ha il dolce potere di riempire il vuoto lasciato dal dolore. E ogni angolo dell’atelier parla del suo amore per l’arte e per la vita. Ci sono le sue sculture, i suoi gioielli, creazioni fantasiose realizzate con materiali riciclati, i suoi dipinti, le sue piante, accudite e coccolate, e soprattutto i ritratti degli animali che accompagnano la quotidianità della nostra esistenza. Cavalli, cani e gatti. Veri ritratti eseguiti con una tecnica sopraffina in grado di trasferire uno sguardo autentico e reale sul foglio bianco.

«Quando ritraggo una persona è come se parlassi con la sua immagine – sottolinea Silvia Landoni – sento che mi comunica qualcosa e quel sentimento lo trasferisco nel ritratto. E ciò accade allo stesso modo anche quando ritraggo un animale, da solo o con una persona: per me significa entrare nel loro stato d’animo. Molti sono convinti che un cane non abbia un’anima. Invece ce l’ha, pura ed innocente, perché ubbidisce solo al suo istinto».

Il suo è un vero e proprio dono che ha scoperto quando ha realizzato il primo ritratto di nonna Nini che conserva nell’atelier di Mustonate. L’espressione degli occhi è così reale che sembra esprimere un sentimento di gratitudine. «Da bambina trascorrevo con lei molte estati nella campagna toscana – racconta Silvia Landoni -. Mia nonna amava moltissimo gli animali e quelle vacanze erano sempre un incontro con la natura. Un sentimento totalizzante che ancora oggi riemerge forte nelle mie opere».

Lo stupore che compare sui visi dei proprietari, quando vedono i ritratti dei loro animali, si accompagna ad una frase che puntualmente viene ripetuta: «Ma è proprio lui, è il mio cane». Dentro quei ritratti c’è certamente la mano esperta dell’artista, ci sono i suoi occhi ma soprattutto c’è il suo cuore, perché solo con il cuore si può trasferire un sentimento reale in un dipinto. Un insegnamento che Silvia Landoni ricorda sempre anche ai suoi allievi del liceo artistico di Varese quando spiega le varie tecniche del ritratto. «Credo che in questo continuo ritrarre gli animali – conclude Silvia Landoni – ci sia la ricerca di un collegamento con il creatore che io ritrovo nei loro sguardi. Non è una questione di bravura a ritrarre, ma di un dono ricevuto che a mia volta dono agli altri. L’artista non deve essere geloso delle sue opere né possessivo nei confronti delle sue tecniche. Poter donare è una gioia immensa. Se non lasciassi all’altro qualcosa mi sentirei incompiuta».

https://www.instagram.com/silviarte68/

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 21 Ottobre 2023
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