I vantaggi della medicina narrativa nella cura dell’occhio secco

I risultati della ricerca Dinamo promossa dal centro studi Istud insieme a Bausch and Lomb riguardo questo nuovo approccio nei confronti dei pazienti affetti dalla malattia, i loro caregiver e gli oftalmologi

occhio

Un nuovo modo di costruire il rapporto tra paziente e medico per raggiungere percorsi di cura più efficaci e aiutare la prevenzione delle malattie anche a livello sociale. Sono due degli obiettivi della medicina narrativa: un metodo di assistenza che si muove accanto alla medicina tradizionale basata sull’evidenza, ma che a differenza di questa presta maggiore attenzione al paziente in quanto persone, prendendo in considerazione le sue opinioni, le sue paure e le sue aspettative. Il centro studi Istud ha presentato martedì 24 ottobre i risultati del progetto Dinamo: una ricerca sugli effetti dell’applicazione della medicina narrativa sui pazienti affetti dalla malattia dell’occhio secco, realizzata in collaborazione con l’azienda Bausch and Lomb.

Cos’è la malattia dell’occhio secco?

La malattia dell’occhio secco è una patologia cronica che provoca dolori agli occhi anche molto forti, soprattutto al mattino appena svegli, quando si è esposti a luci intense, a fine giornata dopo ore passate davanti a uno schermo e per una serie di tanti altri motivi diversi. La malattia è dovuta all’alterazione del film lacrimale che si trova davanti all’occhio, e può portare a un grave peggioramento della qualità della vita del portatore. La patologia dell’occhio secco solitamente insorge a causa di più fattori ed è ancora poco diagnosticata e poco compresa anche da diversi medici. Per molti pazienti, quindi, sia la diagnosi che la cura possono diventare percorsi molto lunghi, dolorosi e parecchio costosi.

I risultati della ricerca

Attraverso il progetto Dinamo, Istud ha raccolto le testimonianze di diversi pazienti, caregiver e oftalmologi alle prese con i trattamenti per la cura della malattia dell’occhio secco. I risultati hanno permesso di conoscere le sensazioni, i timori e i desideri delle persone coinvolte in questi percorsi, ma anche osservare le dissonanze che possono nascere tra ciò che pensano i malati rispetto ai medici.

In particolare si è visto che prima dell’inizio del trattamento nei pazienti sono prevalente forti sensi di sofferenza e fastidio dovuto alla malattia, ma anche rimpianto per tutte quelle attività (leggere, guidare, stare all’aria aperta di giorno) a cui hanno dovuto rinunciare a causa dei sintomi, che possono arrivare anche all’effettiva perdita della vista per diverse ore al giorno. Questo porta molte persone affette dalla malattia dell’occhio secco a cadere in episodi depressivi, senza vedere vie d’uscita dalla situazione che vivono nel presente. Sentimenti che anche i caregiver riescono a percepire nei loro assistiti, che si prendono sempre meno cura di loro stessi e del loro aspetto, con a volte il peggioramento della loro condizione fisica.

Una volta cominciato un trattamento realmente efficace, anche l’umore dei malati migliora, ma gli effetti della malattia sono ancora presenti e le testimonianze dei pazienti mostra come i loro problemi non sono ancora del tutto risolti. Questo a volte è in contrasto con l’opinione del medico, che osservando il miglioramento della condizione del paziente tende a considerare il trattamento come un successo a tutto tondo.

I vantaggi della medicina narrativa

Lo studio, inoltre, ha osservato come un’analisi più approfondita del paziente in quanto persone attraverso la medicina narrativa può aiutare non solo a rendere più veloce il percorso di cura della persona (costruendo ad esempio un rapporto medico-paziente di maggiore fiducia e riducendo il rischio di adottare cure inadatte), ma anche a mettere le basi per prevenire diverse malattie a livello sociale. In particolare, conoscendo quali sono le situazioni che provocano maggiori disagi alle persone affette dalla malattia dell’occhio secco, si possono adottare soluzioni volte ad eliminarle (per esempio modificando l’illuminazione dei luoghi di lavoro frequentati da persone affette dalla patologia).

I risultati della ricerca sono stati pubblicati su un libro curato da Edizioni Effedì scaricabile gratuitamente sul sito di Medicina narrativa nell’area dedicata al progetto Dinamo a questo link https://www.medicinanarrativa.eu/dinamo.

All’evento di presentazione del progetto Dinamo e del libro “Dinamo – Dry Eye: Medicina Narrativa per la malattia dell’occhio secco” hanno partecipato i tre membri del Comitato d’Indirizzo del progetto, il Prof. Pasquale Aragona, Professore di Oftalmologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Messina, il Prof. Stefano Bonini, Professore Ordinario di Oftalmologia presso l’Università di Roma Campus BioMedico, il Prof. Maurizio Rolando, Vice Presidente della European Dry Eye Society; il Dott. Stefano Barabino, Responsabile Centro Superficie Oculare e Occhio Secco Ospedale L. Sacco, Milano e Professore a contratto Università di Milano; la Dott.ssa Maria Giulia Marini, Direttore Scientifico e dell’Innovazione dell’Area Sanità e Salute ISTUD, la Dott.ssa Roberta Invernizzi, Project Leader Area Sanità e Salute ISTUD; la Dott.ssa Linda Landini, Medical Affairs Manager e Direttore Scientifico Bausch & Lomb.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Ottobre 2023
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