Il Partito democratico a confronto sulla direttiva europea Case green: “Sulla sfida ecologica non si può tornare indietro”

Ambiente, rigenerazione urbana e transizione ecologica sono stati al centro di un incontro pubblico che partendo dalla direttiva europea in discussione a Bruxelles ha riportato questi temi ad una dimensione lombarda e varesina

Varese - Incontro del Pd sulla direttiva europea "Case green"

La direttiva europea “Case green” non è una tassa in più sulle case degli italiani, ma un impegno inevitabile per l’ambiente, per la qualità della vita e la sicurezza ma anche una leva per l’economia. Questa, in sintesi, la posizione emersa ieri nel corso di un incontro organizzato dal Partito democratico di Varese sulla direttiva europea che giovedì 12 ottobre ha affrontato l’esame congiunto di Consiglio e Parlamento europeo, con la mediazione della Commissione europea, con risultati non incoraggianti soprattutto sulle scadenze indicate inizialmente.

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Il Pd di Varese discute la direttiva europea “Case green” 4 di 6

Dopo il saluto della nuova segretaria del Pd di Varese Manuela Lozza, l’incontro pubblico  – coordinato da Domenico Marasciulo, presidente della commissione Urbanistica del Comune di Varese – si è aperto con l’inquadramento normativo della questione fatto dal professor Vincenzo Salvatore, ordinario di Diritto dell’Unione europea all’Università degli studi dell’Insubria, che ha spiegato le ragioni dell’accelerazione che l’Unione europea sta cercando di dare alle misure in grado abbassare le emissioni inquinanti, anche intervenendo sul miglioramento degli edifici: «Con gli organismi europei in scadenza, restano pochi mesi per trovare un accordo e onestamente sono pessimista perché assistiamo ad un tentativo di delegittimare queste iniziative, rinviandole nel tempo, senza rendersi conto di cosa vuol dire perdere un anno su questi temi a fronte di uno “stress test” come quello a cui stiamo sottoponendo il pianeta».

Pessimista si è dichiarata anche Chiara Braga, presidente del gruppo Pd alla Camera dei Deputati e componente della commissione VIII Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera: «E’ incomprensibile come la battuta d’arresto della direttiva europea in Italia sia stata accolta con favore dal governo di centro destra, che da tempo prosegue con la sua narrazione tossica sulla presunta “patrimoniale sulle case degli italiani”, e perde occasioni per orientare risorse importanti verso l’ammodernamento e l’efficientamento energetico».

Sono i numeri che parlano, come ha spiegato Dino De Simone, responsabile dell’area tecnica Studi e strumenti per la transizione energetica e la decarbonizzazione in Aria spa Lombardia e consigliere comunale a Varese con delega al Piano energia e clima: «Le case rappresentano il 40% del consumo di energia elettrica e gas, emettono particolato sottile che inquina l’aria e dunque hanno un impatto importante su tutta la questione enrgetica e ambientale. In Lombardia il 70% del patrimonio immobiliare sotto questo punto di vista è in condizioni pessime, con classificazione in classe energetica G o F. E stiamo parlando di circa un milione di unità abitative. Ma non si tratta solo di ambiente: l’inefficienza del sistema energetico ha costi elevati per i cittadini, sia diretti, con maggiori costi per gas ed elettricità, sia indiretti con i danni alla salute determinati dall’inquinamento. Lottare contro l’Unione europea su questi temi non è una politica di sviluppo ma una battaglia di retroguardia che ci attesta su posizioni pessime. Inoltre il centro destra continua a non capire che non si tratta di “soldi buttati”, ma di risorse che vengono reimmesse nel sistema produttivo».

Di numeri ha parlato anche Silvia Roggiani,  componente della  V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione) della Camera dei Deputati e segretaria regionale del Pd: «Il governo sembra non aver capito  che per l’Italia oggi l’unica leva per la crescita sono i fondi del Pnrr che sui 191 miliardi stanziati ne mette 55 sulla transizione ecologica, 25 sulla mobilità sostenibili e 15 sull’efficientamento energetico. Potrebbero essere davvero un’importante opportunità di cambiamento, eppure il governo Meloni si permette, ad esempio, di rinunciare a 16 miliardi che sarebbero andati ai Comuni, gli enti che maggiormente riescono a gestire soldi e progetti. E questo, tra l’altro, senza che il presidente della Lombardia Fontana abbia detto una sola parola su questo».

A riportare il tutto in chiave varesina, l’assessore alla Rigenerazione urbana, mobilità e infrastrutture Andrea Civati, che ha spiegato come sta lavorando su questi temi il Comune di Varese, anche in vista dell’approvazione del nuovo Pgt, il Piano di governo del territorio: «La sfida per la nostra città è quella trovare un modo per continuare a lavorare per poter avere una nuova generazione di edifici in città. L’altra è quella della tutela del patrimonio architettonico diffuso: riuscire a dare ai palazzi esistenti un nuovo uso, tutelandone la loro storia: una sfida da cogliere con il nuovo PGT di Varese».

Una cosa per il Partito democratico è chiara, sulla sfida ecologica non si può tornare indietro, anche alla luce di quei principi fondamentali che sono stati recentemente introdotti nella nostra Costituzione, come ha ricordato Chiara Braga: il dovere di tutela dell’ambiente e della biodiversità e la responsabilità intergenerazionale, per non lasciare ai nostri figli le macerie di un Pianeta distrutto dagli interessi economici.

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Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 14 Ottobre 2023
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