Il sindacato svizzero attacca la tassa della sanità per i frontalieri: “Principio corretto ma cifre eccessive”

In una nota, il sindacato OCST definisce "Un fulmine a ciel sereno" l'Art 50 della bozza della manovra economica che prevede cifre giudicate eccessive

frontalieri

“Un fulmine a ciel sereno”. Il sindaco dei lavoratori frontalieri OCST commenta l’Art 50 della bozza della manovra finanziaria che prevede l’introduzione di una contribuzione extra per i frontalieri indicati dall’articolo 9 del nuovo Accordo fiscale tra Italia e Svizzera, definiti “vecchi frontalieri”.

« In sostanza a partire dal 2024 – si legge nel comunicato sindacale –  i “vecchi frontalieri” dovranno contribuire al mantenimento del Servizio Sanitario Nazionale tramite un’imposta annuale che varierà tra il 3% e il 6% del proprio reddito netto annuo! L’aliquota esatta verrà decisa dalle singole Regioni. Potranno quindi esserci delle differenze tra chi vive in Piemonte e chi vive in Lombardia.
Le nuove risorse verranno utilizzate dallo Stato per migliorare le condizioni del personale medico di frontiera e finanziare gli ospedali di confine, con anche lo scopo di limitare la fuga dei professionisti del settore verso la Svizzera.
Va specificato che il Governo ha stabilito questa manovra senza prima discuterne minimamente con le parti sociali del proprio Stato».

Il sindacato, quindi, passa a inquadrare il contesto che ha portato alla definizione della normativa: « I “frontalieri fiscali” (cioè che lavorano nei Cantoni Ticino, Grigioni e Vallese, vivono nei Comuni di confine e rientrano giornalmente a casa) sono sempre dei lavoratori che producono un reddito e che vivono in Italia, tuttavia essi non pagano l’IRPEF. Grazie infatti alle disposizioni del vecchio Accordo sulla tassazione dei frontalieri del 1974, essi pagano le imposte sul reddito solo in Svizzera. Questo stesso beneficio verrà poi mantenuto anche in futuro grazie a quanto previsto dall’art. 9 del nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri.

Inoltre, in base al diritto europeo, i frontalieri dovrebbero essere assoggettati al servizio sanitario dello Stato in cui lavorano. Nel nostro caso i frontalieri dovrebbero quindi pagare la Cassa malati in Svizzera. Tuttavia un Accordo specifico tra Italia e Svizzera fa sì che il frontaliere, al momento della richiesta del permesso di lavoro, possa esercitare il diritto di opzione per restare assoggettato al Servizio Sanitario Nazionale italiano.

Vi è pertanto un chiaro problema di fondo: i frontalieri fiscali scelgono di non pagare la Cassa malati in Svizzera ma così facendo restano assoggettati al un servizio pubblico italiano che di fatto utilizzano senza alimentarlo (e pur avendo un reddito). Questo pone un serio problema di costituzionalità e di parità di trattamento con tutti i produttori di reddito in Italia che in qualche modo andava risolto.

In passato diversi Governi avevano già provato ad introdurre norme simili. Tuttavia queste manovre si erano poi sempre fermate di fronte al fatto che nel nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri era inizialmente prevista la tassazione in Italia per tutti i lavoratori, “vecchi” e “nuovi”. Poi come detto ci fu la creazione della clausola sui “vecchi frontalieri”, un elemento che ha fatto riemergere il caso».

Così inquadrata la situazione, il sindaco si dice sostanzialmente favorevole : « A nostro avviso il principio di fondo è condivisibile. Il servizio sanitario nazionale è pubblico e viene alimentato dalle tasse pagate da tutti coloro che hanno un reddito. Ciò che non condividiamo sono le cifre che sono a nostro avviso eccessive, anche perché introdotte tutte ad un tratto, senza alcuna gradualità. Inoltre troviamo criticabile il metodo avuto dal Governo per l’introduzione di questa norma che non ha voluto discutere con alcun rappresentante dei lavoratori».

«Su come avverrà il pagamento non si sa ancora nulla – chiarisce la nota – Probabilmente sarà il “vecchio frontaliere” a dover in qualche modo certificare il proprio reddito (anche perché la Svizzera non trasmetterà all’Italia i dati reddituali di questi soggetti)».

La questione, viene indicato nella bozza della finanziaria, verrà poi definita da decreti attuativi che dovranno essere discussi a livello regionale coinvolgendo diversi attori tra cui ordini professionali e sindacati.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Ottobre 2023
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  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    Non sono un politico e non devo ostacolare i voti e non entro nel merito delle cifre eccessive o no, ma una tassa per pagare la sanita’ pubblica mi sembra oltremodo doverosa. Sembra altresi’ che serva per pagare un benefit ai sanitari della zona di confine. Se si vuole un servizio efficiente qualcuno lo deve pur pagare. Senza contare che i frontalieri hanno avuto negli ultimi mesi un aumento del 15 % circa per il cambio favorevole del franco/euro. E altra facilitazione pagano solo il 5 % di irpef sulle pensioni svizzere invece del 22 % su tutte le pensioni italiane.

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