In tribunale a Varese il dramma di una famiglia che scoppia: lei denuncia, lui è imputato per maltrattamenti

Tra gli episodi contestati anche un “finto investimento” con l’auto. Sfilano in aula i testi amici della coppia che ricostruiscono il clima tra i due

maltrattamenti in famiglia

Finti investimenti con la macchina che hanno prodotto “paura e disagio”. Aggressioni verbali e parole fuori luogo, insulti anche di fronte al figlio minore, con “linguaggi inappropriati”. Una situazione che ha portato una coppia di giovani varesini in tribunale: lui come imputato, lei come parte offesa costituitasi parte civile.

I due si conoscono da tempo, si fidanzano e frequentano amici trenta-quarantenni della “Varese bene” coi quali vanno in vacanza, hanno un figlio e vanno a convivere insieme ma poi la coppia scoppia. E nelle vicende della separazione continuano anche i fatti contestati che secondo l’accusa riguardano maltrattamenti in famiglia.

Nell’udienza di martedì dinanzi al collegio (il reato contestato può arrivare anche a pene detentive superiori ai 7 anni anche in assenza di lesioni) sono state ascoltate le testimonianze di amici di famiglia. I giovani hanno parlato della temperie famigliare senza tuttavia aver mai assistito ad alcuni episodi diretti fra i più gravi tra quelli contestati, cioè un calcio che l’imputato avrebbe dato alla compagna, e il tentativo di “simulato investimento” dell’uomo con l’auto.

Al centro delle ingiurie vi sarebbero frequenti episodi legati alla gestione del figlio sfociati in un fraseggio reciproco più che colorito, a tratti violento nelle espressioni che l’imputato avrebbe rivolto alla donna. Episodi non graditi neppure agli amici come il caso di una amica di famiglia invitata a cena e che aveva assistito ad umiliazioni, «come quella volta che lui si lamentò durante una cena per un piatto cucinato, delle lumache surgelate», oppure «male parole legate alla incapacità di gestire il bambino che piangeva durante una serata al ristorante». E ancora «altre espressioni che spesso utilizzava di fronte ai bambini e agli altri amici. Un comportamento inaccettabile valutato anche da mio marito negativamente, tanto da indirci a non frequentare più la coppia».

Processi difficili non tanto per l’inquadramento giuridico delle contestazioni ma per la valutazione degli elementi di prova: dopo la denuncia della donna sono partite le indagini da parte delle forze dell’ordine che hanno acquisito anche alcune chat dei dispositivi mobili dei due. A questo proposito in aula è stato ascoltato anche un luogotenente dei carabinieri di Varese che ha svolto le attività d’indagine: dopo la denuncia (primo maggio 2020) la comunicazione di reato in Procura (e dopo la delega d’indagine avuta da quest’ultima), le testimonianze delle persone informate sui fatti oltre all’interrogatorio dell’indagato. A febbraio verranno sentiti la metà dei testi d’accusa rimanenti, in tutto dieci.

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Pubblicato il 24 Ottobre 2023
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