“La cicloferrovia non può sostituire il percorso ciclabile previsto in Valmorea”: le perplessità di Fiab Ciclocittà
L'associazione auspica "Che la Provincia di Varese mantenga l’impegno di sviluppare l’alternativa di fondovalle della ciclovia nella Valle del Lanza e che la Regione Lombardia si attivi, insieme alle istituzioni svizzere, per la realizzazione della ciclovia internazionale"
E’ sempre più noto il fatto che si intende realizzare sui binari della ferrovia della Valmorea una Cicloferrovia (Chiamata anche Velorail), sul modello di esperienze presenti in Francia, ma non ancora in Italia. Inizialmente è prevista nel tratto da Molino del Trotto a Malnate per circa 4 km nel territorio dei Comuni di Cantello e di Malnate, e a valere su 10 mln di euro stanziati dalla Regione Lombardia per mantenere viva la memoria della ferrovia storica e creare un indotto turistico.
Sul progetto però intervengono, con qualche obiezione, gli associati di Fiab-Ciclocittà, che si domandano innanzitutto: «I promotori di tale progetto non dicono nulla circa la compatibilità di questo nuovo progetto col percorso ciclopedonale esistente e con quello, ancora da realizzare, di collegamento tra Molino del Trotto e S.Margherita al confine svizzero: potranno coesistere Ciclopedonale e Cicloferrovia? A quali condizioni? La loro natura è ben diversa: la Ciclopedonale è una struttura per la mobilità turistica, ludica, quotidiana, mentre la Cicloferrovia è una struttura essenzialmente ludica».
Per evidenziare le differenze tra le due strutture, Fiab ciclocittà ha così realizzato una tabella che permette un confronto schematico, nell’ipotesi che i due utilizzi dello spazio dato siano alternativi e non compatibili:
«Lo schema suggerisce che la Ciclopedonale sia più vantaggiosa – spiega la nota firmata dal presidente di Fiab Ciclocittà Varese, Leonardo Savelli – e siamo indotti a sostenere, da parte nostra, che la conservazione e la valorizzazione delle testimonianze della ferrovia storica sono importanti, ma non devono pregiudicare lo sviluppo della Ciclovia di fondovalle se si vuole ottenere un successo di utenza (ricreativa, sportiva, quotidiana, ecc) come già verificatosi nel tratto Castellanza-Castiglione Olona. Inoltre, è strategica la connessione della Valle Olona alla rete ciclabile della Svizzera e quindi a quella europea, nel modo più accessibile e attrattivo con sicuro beneficio economico-turistico. Infatti lo sviluppo di “greenways”, innervato sul recupero ciclistico di ferrovie dismesse, è una pratica ormai consolidata in molti Paesi (e anche in Italia: FIAB ne parla QUI ) ed assicura la frequentazione e valorizzazione più sostenibile, socialmente e ambientalmente, dei territori. La piena realizzazione della Ciclopedonale giustificherebbe l’impegno finanziario pubblico a valere sulle tasse dei cittadini lombardi in un’opera con costi di realizzazione e gestione quantificabile senza troppe incertezze. Da notare, per inciso, che nell’esperienza francese si è rinunciato in certi casi ad attivare il Velorail o Cicloferrovia quando l’alternativa era realizzare una Ciclopedonale oppure riattivare la linea per il trasporto passeggeri».
Per questo FIAB-Ciclocittà auspica infine: «Che la Provincia di Varese mantenga l’impegno enunciato dal presidente Magrini di sviluppare l’alternativa di fondovalle della ciclovia nella Valle del Lanza, che le comunità locali interessate sostengano tale priorità, che la Regione Lombardia si attivi, in collaborazione con le istituzioni svizzere, per la realizzazione della ciclovia internazionale come ipotizzata nel Piano Regionale della Mobilità Ciclistica del 2014».
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