Massimo Picozzi racconta i predatori digitali: “Non siamo consapevoli delle minacce”
L'appuntamento di Cyber Things al Campus Elmec Informatica ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza informatica, passata in secondo piano nelle aziende alle prese con crisi energetica e inflazione
Cosa c’è nella mente dei predatori digitali e cosa in quello delle loro vittime? È Massimo Picozzi, psichiatra, criminologo e scrittore, a provare a rispondere durante l’appuntamento di Cyber Things al Campus Elmec Informatica.
«Noi non siamo consapevoli delle minacce perché non vediamo il predatore digitale come una persona vera e immaginiamo lo spazio digitale come privato -ha detto-. Noi sapiens siamo convinti di essere sempre razionali ma spesso siamo irrazionali. Pensate a quando un tempo invitavamo i ladri a casa cambiando il messaggio in segreteria quando andavamo in vacanza, oggi lo facciamo lo stesso postando le nostre foto sui social».
«Così il predatore si rende amichevole e quando approccia una nonnina scopre dove abita, guarda su Google Earth e la aggancia parlando della panetteria vicino a casa». Una tecnica che mette in contrasto «la triade oscura che c’è nella loro mente: narcisismo, psicopatia e machiavellismo» con un’apparenza di socialità e debolezza. «Pensate a Ted Bundy, uno dei più famosi serial killer americani. Indossava jeans, maglietta bianca e aveva il gesso al braccio. Simulando quella debolezza abbassava le difese delle sue vittime».
In tutto questo poi «la tecnica di persuasione più efficace è e rimane la reciprocità, perchè se qualcuno ci dà qualcosa noi riteniamo di dover rispondere. È una di quelle più diffuse da parte dei predatori digitali. Ricordatevi che quando andavate dal concessionario negli anni ’80 vi faceva sedere sulla sedia del venditore, poi si è arrivati alla macchinetta del caffè e ora ogni concessionario ha un angolo bar. O pensate quando a Natale ricevete un regalo non atteso. La maggior parte tra voi si arrabbia perché dice: ora devo ricambiare».
Tecniche di persuasione e di approccio che nel mondo digitale continuano ad aumentare, in numero e in vulnerabilità. Lo sa bene Alessandro Ballerio, Amministratore delegato di Elmec Informatica. «Oggi tra costi energetici e guerre le preoccupazioni delle aziende non sono quelle della cyber security ma la minaccia non è diminuita, anzi -ha detto in apertura dell’evento-. C’è un trend di crescita costante e tra gli attacchi informatici l’80% rivolto a PMI». Investire in questa direzione è quindi fondamentale perchè «un’azienda che non riesce a contenerli va incontro a una o due settimane di blocco dei sistemi informativi e per tornare a regime ci vogliono mesi. Pensate al danno economico che questo può causare».
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