Matilde: un progetto per la lettura in terapia intensiva neonatale all’ospedale Del Ponte

Il nuovo progetto promosso dall'associazione TINcontro si chiama "Matilde", proprio come la bambina nata prematura nel 2022 e che, dopo una lunga degenza nel reparto, ne è uscita vincitrice ispirando l'idea ai suoi genitori.

Generico 16 Oct 2023

Giulia e Alberto, nei lunghi e faticosi mesi della terapia intensiva neonatale, hanno trovato nei libri e nella lettura uno strumento prezioso per stare accanto alla propria piccola, per accudirla affettivamente e vincere quel senso di frustrazione e impotenza che ogni nascita prematura sollecita in queste famiglie.

«Il parto prima del termine rappresenta una brusca separazione e rottura della diade madre-bambino – spiega la dott.ssa Maria Elena Bolis, psicologa della Neonatologia e TIN – impone la ricerca di nuovi equilibri e nuove modalità relazionali che permettano alla mamma e al suo piccolo di ritrovarsi e riconoscersi al di fuori del grembo materno. Il ricovero in TIN, l’immaturità e l’inaccessibilità del neonato posto in incubatrice rendono difficoltose le prime interazioni familiari ed ostacolano la comunicazione attraverso i canali di senso che normalmente permettono, nelle prime settimane di vita, una connessione profonda tra genitori e bambino e favoriscono lo sviluppo dell’attaccamento».

Nella difficoltà di recuperare quei fili relazionali che hanno caratterizzato il tempo della gravidanza ecco allora che la lettura favorisce un canale privilegiato di relazione attraverso la voce di mamma e papà. Rappresenta un veicolo per raggiungere il proprio piccolo, coccolandolo e cullandolo attraverso le parole di una storia che nel suo essere narrata crea affettività ed intimità pur in un luogo ad alta connotazione medica e asetticità.

«Per i genitori stare in una stanza di terapia intensiva a parlare con il proprio figlio grande poco più di un palmo di una mano, con allarmi che continuano a suonare, è estremamente complicato – raccontano Giulia e Alberto – il rischio è limitarsi ad essere solo spettatori della partita che sta giocando il proprio bambino. La testa è piena di domande e si ha la sensazione di essere appesi ad un filo. Leggere ad alta voce ha permesso alle nostre menti di “riposarsi” perché le parole erano già scritte e al tempo stesso di far sentire la nostra presenza alla piccola guerriera che si meritava tutto il nostro sostegno. Questo ci ha aiutati nel costruire un senso di quotidianità e familiarità in un ambiente difficile come la TIN’».

I genitori di Matilde arrivati alla fine del loro percorso clinico hanno sentito il desiderio di condividere la loro esperienza con altre famiglie che si trovano ad affrontare la propria battaglia in Terapia intensiva neonatale promuovendo, tramite la donazione di libri dedicati, l’abitudine preziosa di leggere ad alta voce al proprio bambino.

«Per questi piccoli eroi, la voce materna e paterna rappresenta non solo un incoraggiamento decisivo, ma anche uno stimolo importantissimo per il loro sviluppo neurologico – spiega il prof. Massimo Agosti, Direttore del Dipartimento materno-infantile di ASST Sette Laghi e della Neonatologia e TIN – e aiuta i bambini a sentirsi meno soli».

I libri, consegnati ai genitori, dall’Associazione TINcontro, che da numerosi anni sostiene progetti nella Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale pediatrico varesino, sono stati scelti dai genitori insieme alla psicologa, alla musicoterapista, al logopedista e alla neuropsichiatra del reparto di neonatologia tin dell’Ospedale Del Ponte, e, quindi, adatti alla stimolazione celebrale del bambino ricoverato.

«Il progetto non si ferma qui, infatti, grazie a donazioni ricevute, ogni stanza della TIN – spiega Daniele Donati, Presidente dell’Associazione TINcontro – verrà dotata di tablet che permetteranno alle nostre mamme e ai nostri papà di registrare e scaricare degli audiolibri da leggere ai loro bambini. In più, vogliamo anche creare dei gruppi di lettura post dimissioni affinché i genitori e i bambini possano condividere le proprie esperienze con persone che hanno vissuto le stesse situazioni».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Ottobre 2023
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