“Mi presti la bici?”, poi le botte: adolescente aggredito in Valceresio, i genitori denunciano
La storia raccontata da un genitore che ha scritto alla redazione di Varesenews. Il ragazzo, 13 anni, seguito da psicologi per un disturbo dello sviluppo, ha passato una notte in pronto soccorso a Varese dopo l'accesso in “codice giallo“
L’uscita al parco in bici per stare un po’ insieme agli amici. E poi la richiesta di uno dei ragazzi più grandi presenti sul posto: «Mi fai fare un giro?». Al «no» del giovane bicker sono seguite prima aggressioni verbali, e poi quelle fisiche. Risultato: una notte in pronto soccorso pediatrico col ragazzino di 13 anni che soffre di seri problemi che gli causano una forma di “handicap grave”, come spiegano i genitori.
I fatti si riferiscono alla giornata del 21 ottobre, sabato, nel pomeriggio, in un paese della Valceresio. E quanto successo è stato messo nero su bianco in una denuncia presentata nella tarda mattinata di domenica ai carabinieri in un paese della valle. Particolari volutamente sfumati per evitare di rendere raggiungibili i soggetti di questa vicenda, tutti minori; fatti non per questo meno gravi: il ragazzo che ha riferito di essere stato aggredito (nella denuncia figurano i nomi di testimoni e anche del suo aggressore, sempre un minore) è stato portato in pronto soccorso dove gli sono state diagnosticare lesioni al volto e a livello addominale (la presa in carico è identificata come “codice giallo”).
La dinamica del fatto riguarda un’uscita in bici in un’area verde pubblica dove la vittima ha incontrato prima dei conoscenti, per salutarli, e poi ha ricevuto la richiesta di un ragazzino più grande (15 anni) di poter provare la bici. Ma al suo diniego sono cominciate le parole grosse a cui sono seguite vere e proprie aggressioni fisiche. Il genitore ha sporto denuncia chiedendo di perseguire i responsabili rispetto ad eventuali reati consumati che potrebbero configurarsi come le lesioni personali, ma anche un tentativo di rapina.
La giovane vittima di questa storia dopo l’accesso al pronto soccorso è stata sottoposta a visite approfondite per verificare eventuali lesioni al sistema nervoso centrale e a livello oculare per i pugni presi al volto. La diagnosi è di un “trauma cranico con edema retinico” con prognosi di tre giorni dopo la dimissione avvenuta domenica mattina, il giorno seguente i fatti.
«Lo so che queste cose possono accadere», spiega a Varesenews il papà del ragazzo aggredito «ma lo faccio per mio figlio e per i figli degli altri genitori di ragazzi molto sensibili, come è il mio», continua il genitore, «in terapia farmacologica, che viene seguito da psicologi e neuropsicologi. Il fatto di essere stato coinvolto in un’aggressione lo sta portando a fare un sacco di passi indietro».
Quanto avvenuto pochi giorni fa non è purtroppo un episodio isolato, e che esce dalle dinamiche legate al confronto anche acceso fra adolescenti: qualche mese fa, a marzo, una rissa con giovanissimi fuori dal centro commerciale di Cocquio Trevisago portò in ospedale un ragazzo di 12 anni picchiato da coetanei. Anche in questo caso la presa di posizione dei genitori della giovane vittima generò grande attenzione sul fronte delle cronache, e servì a creare dibattito nella comunità locale.
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