Nel 2016 ai frontalieri varesini vennero chiesti tra i 1500 e i 2800 euro per avere la tessera sanitaria

Il Governo diede disposizione alle regioni di applicare una tassazione ai frontalieri per la sanità. La forte opposizione di partiti e sindacati bloccò la circolare

tessera sanitaria

Non è la prima volta che si parla di contributo dei frontalieri al sistema sanitario nazionale. Nel secolo scorso, era prevista una cifra di compensazione, circa 130.000 lire ogni sei mesi, versata all’autorità sanitaria territoriale e registrata sul proprio libretto. Quel contributo non venne più chiesto ma la domanda di compensazione, per chi lavora all’estero e usufruisce del servizio sanitario nazionale, non è mai stata accantonata.

L’ultima volta che se ne è parlato risale a 7 anni fa. L’allora direttore di Ats Insubria Paola Lattuada sollevò il problema: «La norma è chiara e non dà adito a interpretazioni diverse: i frontalieri devono pagare la sanità» commentava Paola Lattuada che aveva anche introdotto la richiesta di un esborso variabile tra i 1500 e i 2800 euro al momento del rinnovo della tessera sanitaria. La decisione era legata a una circolare del Ministero che dava disposizione alle singole regioni interessate.

Un movimento politico trasversale dal Partito Democratico, ai 5 Stelle e alla Lega si oppose, intervenendo in Regione perchè sospendesse la richiesta del contributo. L’allora presidente lombardo Roberto Maroni chiarì: “È una legge dello Stato. È il Ministero che ha dato disposizioni, perché i frontalieri paghino la sanità. Noi abbiamo applicato una norma dello Stato con le circolari arrivate dal Ministero”. Poi, però, si rivolse al Ministro Lorenzin per avere una chiara indicazione di una situazione che appariva confusa e applicata a macchia di leopardo .

Anche in quella occasione il sindacato dei frontalieri si espresse in modo critico non tanto sul principio, condivisibile, ma sull’applicazione concreta.

La forte opposizione, sia sul fronte politico sia su quello sindacale, indusse il Governo a rivedere la posizione: una mozione presentata dal Partito Democratico sui rapporti tra Italia e Svizzera su frontalierato e ristorni venne approvata dalla Camera mettendo fine alla questione, anche in virtù del confronto bilaterale sul tema e che ha prodotto la normativa  allora entrata in vigore nel luglio scorso.
Destinatari oggi dell’Art 50 della bozza della Finanziaria sono infatti i “vecchi frontalieri” esclusi dalla recente normativa e che non hanno scelto l’assistenza sanitaria svizzera.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Ottobre 2023
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