Neos impegnata per l’evacuazione degli italiani da Israele
Come in occasione di altre emergenze, la compagnia di base a Malpensa è stata coinvolta nelle operazioni di recupero coordinate dalla Farnesina. Due i voli operati dal Ben Gurion di Tel Aviv
Come in altre situazioni di crisi, la compagnia aerea Neos si è impegnata per garantire voli di rientro per gli italiani da Israele/Palestina, dopo lo scoppio di una nuova fase “calda” del decennale conflitto che contrappone i due popoli.
Nelle giornate del 10 e dell’11 ottobre la compagnia di base a Milano Malpensa ha operato due voli, organizzati dall’Unità di Crisi della Farnesina, a prezzi calmierati, mentre altri tre voli sono stati operati dall’Aeronautica Militare.
Il ponte aereo – reso necessario dallo stop quasi totale alle operazioni dall’aeroporto Ben Gurion della capitale israeliana – ha consentito il rientro di centinaia di italiani che si trovavano in Israele e Palestina, dai turisti a chi si trovava là per lavoro, fino ai pellegrini che si trovavano a Gerusalemme o negli altri siti legati agli episodi evangelici (come Lago di Tiberiade o Betlemme, in Cisgiordania palestinese).
La maggior parte degli italiani si trovavano nel centro d’Israele e in Cisgiordania, dove non si sono registrati picchi di violenza, mentre alcuni si trovavano a Sud, nella zona al centro dell’offensiva di Hamas.
Come detto Neos ha operato voli a prezzi calmierati dal Ben Gurion per fare fronte alla domanda di rientro in un momento in cui l’aeroporto di Tel Aviv operava a regime molto ridotto, per il rischio anche di essere colpito dai razzi lanciati dalla Striscia di Gaza, per lo più intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Presso lo scalo il personale dell’ambasciata italiana ha organizzato anche un desk di assistenza straordinaria.
Il Boeing Kc767 dell’Ami a Pratica di Mare (foto Ministero degli Esteri)L’incertezza sulla programmazione dei voli commerciali, unita alle sempre più frequenti cancellazioni delle ultime ore, ha reso necessario pianificare soluzioni alternative, sia sul canale commerciale sia su quello militare.
L’Unità di Crisi, in coordinamento con l’Ambasciata a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme (presenti anche con un desk appositamente organizzato presso l’aeroporto Ben Gurion) restano pienamente operativi.
L’unica compagnia a mantenere voli regolari tra Israele e l’Italia è stata l’El Al, che ha assicurato anche il rientro in Israele di circa trecento cittadini italiani richiamati come riservisti (tutti gli uomini e le donne tra i 18 e i 40 anni possono essere convocati), che dismetteranno i panni civili per indossare la divisa, nella più grande operazione di richiamo da decenni, che ha coinvolto il 4% della popolazione.
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