Questo sono io: Carlo Meazza una vita da fotografo

Sabato 14 ottobre alle ore 11 il fotografo varesino terrà un incontro al Cinema Multisala Impero di Varese. Saranno proiettate le immagini e il video “Donne” con i testi dello scrittore Roberto Piumini

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Tagliata per esigenze di formato, in questa immagine che ritrae il fotografo Carlo Meazza, manca la compagna di una vita, l’attrezzo del mestiere: la macchina fotografica. Ovunque vada, Carlo Meazza ha sempre con sé la sua Nikon. Anche se il suo primo amore è stata una Leika. Entrambe lo hanno accompagnato per 50 anni e continuano ad accompagnarlo sulle cime delle montagne e nel fondo delle valli, negli sguardi degli animali e in quelli degli esseri umani, nei luoghi di lavoro e in quelli di festa. Uniti per sempre nella gioia e nel dolore.
Quella di Carlo Meazza è una vocazione precoce, forse stimolata dal padre, Giuseppe Meazza, a sua volta giornalista, amante della montagna e fotografo ispirato. O forse no.
Dice di non aver avuto maestri. L’unica cosa certa è la famiglia, nonni compresi, determinante nelle sue scelte. È da lì che arrivano quelli che lui chiama «i fondamentali della vita», a cominciare dall’amore per la libertà e la conseguente accettazione della responsabilità.
Una vocazione non si può soffocare per troppo tempo. Carlo Meazza dopo il diploma all’Itis si iscrive alla facoltà di economia ma capisce subito che non è stata una buona scelta. E così nel bel mezzo del Sessantotto si iscrive alla facoltà di sociologia di Trento, dove trascorre quattro anni matti e bellissimi. A renderli ancora più epici è l’esperienza dell’insegnamento al Liceo classico Cairoli di Varese per mantenersi agli studi. Niente latino e greco. Nè matematica, nè italiano. Bensì educazione fisica, con una predilezione per il basket che, per un varesino doc, è l’unico sport al mondo che vale la pena di praticare.
Meazza ama viaggiare. Lui lo ritiene essenziale per un fotografo. Così essenziale che nel 1969 arriva a Katmandu, capitale del Nepal, partendo da Varese a bordo di un pulmino Volkswagen. È però il rumore dello scambio del binario del treno che arriva in stazione Centrale a Milano, unito alle immagini di vecchie locomotive a scandire i ricordi della sua giovinezza da pendolare universitario.
La prima assunzione vera, avvenuta guarda caso sulla cima di un monte, è al “Giornale del popolo”, storica testata del Canton Ticino. Dalla Svizzera arriva anche il primo vero licenziamento, pare ad opera di una suora che glielo comunica in un amen. Del resto oltreconfine si fa così, basta un cenno del capo per essere messi alla porta.
Erano gli anni del colpo di stato in Cile e il suo atteggiamento critico nei confronti della linea editoriale, secondo lui troppo allineata con il regime di Pinochet, non era piaciuto ai vertici del giornale.
Per Carlo Meazza è un segnale chiaro e così decide di mettersi in proprio. Libertà e responsabilità nella sua vita vanno sempre a braccetto. Sono un modo di vivere. Continua a collaborare con altre testate tra cui “Il Sabato”, settimanale di ispirazione cattolica, e a viaggiare. Attraversa il Libano e il Medio Oriente, il Sud Sudan e il Tibet alla ricerca di sguardi e paesaggi per poi ritornare sempre nella sua amata Varese. È il luogo dell’anima dove Meazza ritrova il suo paesaggio interiore: il lago incoronato dalle Alpi e la Magnolia fiorita di via Sacco. Una magia che dura una settimana intera, a cui non rinuncia mai.
Ama il bianco e nero perché mantiene la sua espressività nel tempo e dà delle emozioni in più, necessarie per vedere quello che gli altri non vedono. Gli piace testimoniare la trasformazione nel tempo di luoghi e persone anche se è consapevole che con l’avvento del digitale nessuno stampa più le foto, mettendo così a rischio la memoria collettiva.
Un amore importante di gioventù un giorno gli dice che per un fotografo la musica è importante. Carlo Meazza annuisce e rivela che la colonna sonora che accompagna i suoi scatti d’autore è quella degli chansonnier italiani e francesi, «autentica fonte di ispirazione».
È stato definito un fotografo viandante, uno a cui piace andare ramingo per il mondo. Lui preferisce definirsi un solitario perché quando deve scattare una foto si muove sempre da solo. Per chi scrive, Carlo Meazza è entrambe le cose. Forse.

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Sabato 14 ottobre alle ore 11 Carlo Meazza terrà un incontro al Cinema Multisala Impero di Varese. Durante l’incontro saranno proiettate le immagini e il video “Donne” con i testi dello scrittore Roberto Piumini e le immagini del fotografo varesino.
L’incontro, organizzato dall’Associazione Culturale Europea – Jrc di Ispra, in collaborazione con VareseNews e Multisala Impero Varese. Interverranno Antonio Bandirali, promotore dell’iniziativa, e  il giornalista Michele Mancino.
Ingresso libero

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 13 Ottobre 2023
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