Silenzio e dolore a Cuasso al Monte nel giorno dell’ultimo saluto a Pinuccia e Pierluigi
Sono stati celebrati nella frazione di Cavagnano i funerali di Pinuccia Anselmino e Pierluigi Lacchi, morti lo scorso 25 ottobre nel tragico episodio di omicidio-suicidio nella casa dove abitavano
Uniti nella vita, vicini nella morte e fianco a fianco anche nel giorno dell’ultimo saluto. Se ne sono andati così Pinuccia Anselmino e Pierluigi Lacchi, i due anziani coniugi morti la settimana scorsa nel tragico episodio di omicidio-suicidio nella casa dove abitavano nella frazione di Cavagnano. Attorno alle due bare gemelle il dolore di chi li ha conosciuti e amati, di chi ha vissuto con loro gioie e dolori e dei tanti che non si sono accorti della luce che piano piano si spegneva nel cuore di Pierluigi, fino al gesto estremo con cui ha posto fine alla sua vita e a quella della moglie.
E proprio di quella luce che si è spenta ha parlato il parroco don Franco Bonatti nell’omelia: «Su Pierluigi è scesa la notte, quella notte che spegne la speranza e può portare a scelte irreparabili. Un gesto che come cristiani non possiamo condividere e accettare, ma nella consapevolezza che la notte può scendere per tutti, perché in ognuno di noi c’è sempre il rischio che si oscuri la luce dell’intelletto, della razionalità, della speranza. E allora perdiamo di vista l’insieme e ci concentriamo su quel dettaglio fino a farlo crescere, ingigantire e a farci schiacciare. Ma la strada per non cadere preda del buio ce l’ha insegnata Gesù, quando ha detto “Io sono la luce del mondo e chi cammina dietro di me non sarà mai nelle tenebre”».
Don Franco, che conosceva bene i coniugi Lacchi, ha avuto parole di grande tenerezza per Pinuccia, riservata e religiosa, con una immensa fede nella Madonna, e per Pierluigi di cui ha ricordato i modi gentili e scanzonati: «Oggi li salutiamo e li affidiamo all’infinita misericordia di Dio, ma anche da questa storia dolorosa noi dobbiamo imparare qualcosa. In ognuno di noi ci sono germi cattivi, quelli che portano verso il buio, germi che non devono fruttificare. Guardiamo invece nel nostro cuore la parte più bella di noi, coltiviamo i semi buoni, i germi del bene, e ricordiamoci di non perdere mai lo sguardo d’insieme sulla nostra vita, sugli altri, sulle buone relazioni e sulla speranza».
Al termine delle esequie, a cui ha partecipato anche il sindaco di Cuasso Loredana Bonora, un amico di Pierluigi e suo allievo nella difficile arte dell’orologeria, ha letto una bella lettera di addio, che ha restituito a tutti i presenti il ricordo di un uomo gioviale e sereno, sempre indaffarato con i suoi orologi o a curare il giardino e le sue amate galline. Un ricordo che resterà nel cuore dei tanti amici e conoscenti che oggi la piccola chiesa di Santa Maria degli Angeli a Cavagnano non è riuscita a contenere.
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