Tornano le Giornate Fai d’autunno: ecco i beni aperti in Lombardia 2023

Sabato 14 e domenica 15 speciali visite a contributo libero in 96 luoghi straordinari in oltre 44 città della Lombardia spesso inaccessibili o semplicemente insoliti, originali, curiosi

Fai Fondo Ambiente Italiano: beni in Lombardia

Sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023 tornano, per la dodicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, l’amato e atteso evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Durante il fine settimana – animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, assieme a tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione – saranno proposte speciali visite a contributo libero in 96 luoghi straordinari in oltre 44 città della Lombardia spesso inaccessibili o semplicemente insoliti, originali, curiosi, poco conosciuti e valorizzati

Elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it.

Il programma dell’edizione 2023 è stato presentato presso la Prefettura di Milano. Tra le aperture di questa edizione, infatti, si segnalano in particolare sedi universitarie, come il Politecnico di Milano e l’Università Degli Studi di Bergamo con la Chiesa di Sant’Agostino, e più di 10 luoghi di istruzione, da scuole ad accademie, da centri di ricerca a laboratori per la formazione. Università, licei e istituti tecnici in Italia sono spesso edifici di valore storico e artistico, meritevoli di essere visitati, scoperti e valorizzati, ma il loro valore è soprattutto nel custodire, tramandare e promuovere la conoscenza, per costruire la cultura dei cittadini di oggi e di domani.

Educare i cittadini alla conoscenza è anche lo spirito che anima la missione del FAI, sussidiaria dello Stato, e in particolare che muove le Giornate FAI: la concreta occasione che il FAI offre agli italiani per avvicinarsi e appassionarsi al patrimonio culturale del nostro Paese, scoprendo il beneficio e il piacere di apprendere, come in una scuola fuori dalla scuola. Per due giorni 96 luoghi lombardi saranno come “classi” a cielo aperto, in cui tornare a imparare, e in cui a insegnare saranno gli studenti, più di 300, nella consueta veste di Apprendisti Ciceroni.

I Delegati e Volontari della Fondazione, come ogni anno, metteranno a disposizione energia, creatività ed entusiasmo per svelare la ricchezza e la varietà del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo di questo Paese. Un patrimonio sorprendente e inaspettato, che non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, luoghi speciali che custodiscono fascino, culture e tradizioni, e che tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.

Fai Fondo Ambiente Italiano: beni in Lombardia

Novantasei proposte in oltre 44 città lombarde, meraviglie da scoprire che raccontano, ognuna a suo modo, la Lombardia. Oltre ai luoghi del sapere, sarà possibile visitare palazzi storici, ville, chiese, castelli, ma anche esempi di archeologia industriale, laboratori artigiani e siti produttivi, ricchi di storia e curiosità. E ancora musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche. Saranno in programma, inoltre, itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Insomma: archeologia e architettura, arte e artigianato, tradizione e memoria, antico e moderno, città e campagna. Tutto questo è il patrimonio culturale dell’Italia, il “nostro patrimonio”, che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento. A chi desideri partecipare verrà suggerito un contributo libero, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI.

Le Giornate FAI d’Autunno sono l’evento principale della grande campagna nazionale di sensibilizzazione e raccolta fondi “Ottobre del FAI”, promossa dalla Fondazione a sostegno del patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese. A partire dal 2023, infatti, ottobre sarà per il FAI e i suoi iscritti “il mese del patrimonio”. Che è di tutti, e verso cui tutti hanno una responsabilità. Non a caso, lo slogan di Ottobre del FAI è “FAI la tua parte”: perché il destino dell’Italia è nelle nostre mani, e tutti possiamo esserne protagonisti.

Durante le Giornate FAI d’Autunno tutti gli iscritti al FAI potranno beneficiare degli accessi prioritari in ogni luogo aperto, di aperture e visite straordinarie in molte città e altre opportunità e iniziative speciali.

In occasione di Ottobre del FAI, a chi si iscriverà per la prima volta al FAI – sia online che presso i luoghi aperti – sarà dedicata una agevolazione di 10€ in meno su ogni tipologia di quota.

Le Giornate FAI d’Autunno 2023 si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura, di Regione Lombardia e di Camera di Commercio Como – Lecco. Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI d’Autunno concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo.

Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata e per aver concesso anche in questa occasione l’apertura di suoi beni. Grazie al Fondo Edifici di Culto che in questa occasione permette l’apertura di tre suoi beni in Umbria.

Grazie di cuore alla Rete dei Volontari del FAI – 17 Delegazioni, 7 Gruppi FAI, 14 Gruppi FAI Giovani e 1 Gruppo FAI Ponte tra culture – e a tutti i volontari attivi in Lombardia, per il loro enorme impegno a individuare i luoghi e organizzare le aperture che verranno offerte al pubblico. Un ringraziamento anche ai più di 300 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

Elenco completo dei luoghi visitabili in Lombardia e modalità di partecipazione sul sito ufficiale.

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione. Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Tra i luoghi più interessanti che si potranno visitare durante le Giornate FAI d’Autunno 2023 a Milano:

MILANO

Palazzo degli Uffici Finanziari – Agenzia delle Entrate
All’incrocio tra via Manin e via della Moscova, il Palazzo degli Uffici Finanziari – che oggi ospita l’Agenzia delle Entrate – fu costruito negli anni Trenta del Novecento allo scopo di raggruppare i numerosi uffici che si occupavano di tasse e imposte e che fino a quel momento erano situati in sedi sparse per la città. Progettato dal Genio Civile con il coordinamento dell’architetto Eugenio Marelli, si caratterizza per il monumentale ingresso in travertino bianco sormontato al centro da una torretta che intende evocare i campanili di età comunale. Sul fastigio sono collocate quattro statue che simboleggiano la Finanza, il Lavoro, lo Stato e la Legge. All’interno il pubblico visiterà la Loggia della Fortuna, la veranda affacciata sul cortile interno che ospitava la commissione che al sabato presiedeva all’estrazione del Lotto, i due grandi saloni sormontati da caratteristiche cupole in vetrocemento e il grande salone dell’ex Catasto visibile per la prima volta come appariva nella prima metà del secolo scorso. Le visite per le Giornate d’Autunno riservano inoltre agli iscritti FAI la possibilità di accedere al caveau mai aperto prima, dove saranno esposti alcuni cimeli della storia finanziaria milanese.

Palazzo della Banca D’Italia
In pieno centro cittadino sorge la sede milanese della Banca d’Italia, la cui struttura imponente, la scalinata che precede il cancello monumentale in ferro, bronzo e marmi colorati più alto del portale maggiore del Duomo sono quanto normalmente i milanesi possono ammirare di questo storico palazzo. Durante le Giornate FAI si avrà l’opportunità di visitare il cuore dell’edificio e apprezzarne i capolavori contenuti. Istituita nel 1893 nell’ambito di un riordino complessivo degli organismi di emissione, la Banca d’Italia divenne nel 1926 l’unico istituto autorizzato alla diffusione di banconote e le furono affidati poteri di vigilanza sulle altre banche, successivamente ampliati e potenziati dalla legge bancaria del 1936. Quest’ultima riconobbe formalmente la Banca come istituto di diritto pubblico e avrebbe costituito la norma fondamentale del sistema bancario italiano fino al 1993, quando venne promulgato il vigente Testo Unico in materia bancaria e creditizia. Il palazzo fu eretto su progetto degli architetti Broggi e Nava, dal 1905 al 1913, su un’area di circa 5.000 mq, e si articola in cinque piani tra cui un piano interrato e un seminterrato – occupati da uffici, depositi e archivi, il Salone del pubblico, gli ambienti di rappresentanza, gli alloggi dei Dirigenti della Sede e di servizio. A partire dall’ingresso su via Cordusio, il percorso di visita proseguirà verso il Salone del Pubblico, lo Scalone d’onore, il velario e le vetrate liberty, il Salone delle assemblee, la Sala del “Tavolo rotondo” e la Sala del Consiglio, la Sala del “Balla” e altri ambienti di Direzione mai aperti al pubblico prima d’ora.

Palazzo Diotti 

Palazzo Diotti, oggi sede della Prefettura di Milano, affacciato su Corso Monforte, era situato un tempo in una delle aree verdi più preziose della città, l’antico viridarium, che si qualificava per la presenza di ampi giardini e ortaglie, pertinenza di enti monastici risalenti ai secoli XVI e XVII e di palazzi aristocratici sette-ottocenteschi. In occasione delle Giornate, i visitatori saranno accolti nel Cortile d’Onore, trasformato dai Diotti in una scenografica corte di gusto manierista, scopriranno l’area verde del giardino all’inglese e saliranno i monumentali scaloni neoclassici che conducono al piano nobile e alla Sala di Flora affrescata da Andrea Appiani secondo la moda settecentesca delle residenze aristocratiche milanesi. Qui si visiteranno le sale di rappresentanza riccamente arredate e trasformate all’epoca della Restaurazione austriaca, tra cui il grandioso e luminoso Salone delle Colonne con il suo doppio affaccio sul Cortile d’Onore e su Corso Monforte. Infine, la visita alla Camera di Mussolini ed esternamente alla Torre delle Sirene, centrale di allarme antiaerea della fine degli anni Trenta. Sarà l’occasione per ripensare a momenti drammatici e cruciali della storia cittadina e nazionale.

Sede storica della Banca Cesare Ponti e mostra di Fabrizio Dusi -Ingresso riservato agli Iscritti FAI
La Banca Cesare Ponti si affaccia su Piazza del Duomo, in quella che è la sua sede storica, aperta e rimasta pressoché intatta fin dal lontano 1881. La struttura sorge laddove un tempo i Milanesi altolocati erano soliti ritrovarsi: il Coperto dei Figini. Il primo nucleo dell’attività fu inaugurato da Cesare Ponti nel 1871. Al piano superiore sono conservati due capolavori dalla firma inconfondibile: La Madonna di Loreto, meglio nota come Madonna del Velo, per via del soggetto che rappresenta la Vergine intenta a sollevare il velo che copre il Bambinello, è una copia di bottega che richiama lo stile di Raffaello; Maria Stuarda condotta al patibolo è invece di Francesco Hayez, una tela immensa, dai colori brillanti e grintosi, chiaro esempio di Romanticismo italiano. Il percorso di visita partirà dall’ampio salone al piano terra per proseguire tra le scrivanie lignee originali fino al primo piano, dove i visitatori potranno scoprire la storia della Banca. A seguire, si visiterà la Sala Consiglio per ammirare una fedele riproduzione del celebre dipinto di Francesco Hayez in tutta la sua immensa e vibrante superficie cromatica, attualmente in prestito in mostra presso l’Accademia Carrara di Bergamo.

Infine, si potrà ammirare l’esposizione d’arte contemporanea dell’artista Fabrizio Dusi (Sondrio, 1974) dal titolo “All that glitter is not gold”, a cura di Giorgia Ligasacchi. Realizzata in collaborazione con il team arte di Pavesio e Associati with Negri-Clementi e patrocinata dal Comune di Milano, la mostra temporanea – che indaga il mondo della comunicazione, nel suo linguaggio pop e colorato – raccoglie una selezione di lavori esemplificativi della produzione di Dusi, accanto a installazioni realizzate ad hoc per l’occasione. Tra queste, un grande neon giallo con la scritta “All that glitters is not gold”, che illumina l’ingresso della sede, scandendo il passaggio fisico e concettuale dal fuori al dentro, dal luccichio all’oro. La citazione è colta. Le parole sono, infatti, tratte dall’opera teatrale Il Mercante di Venezia di William Shakespeare.

Teatro Verdi
Nato agli inizi del ‘900 come sede di una corale esterna del Teatro alla Scala, il Teatro Verdi divenne sala da ballo nel dopoguerra, quindi sala d’incisione, finché negli anni ‘70 fu restituito alla vocazione teatrale e musicale dall’Arci con la fondazione nel 1975 del Teatro del Buratto, che ne fece la sede delle proprie produzioni nonché un luogo significativo del teatro a Milano. Recettore e promotore del nuovo teatro popolare d’arte, il Verdi si è configurato come importante nodo di diffusione di una nuova cultura teatrale, quella del “teatro d’innovazione”, nuova proposta artistica a metà tra il teatro di figura e il teatro di parola. Il Verdi, caratterizzato da stucchi e fregi Liberty risalenti ai primi del ‘900, è ancora oggi una location di grande prestigio. Con i suoi 200 posti, il palcoscenico in legno e le poltrone in velluto, il Teatro riapre le porte al pubblico milanese in occasione delle Giornate FAI dopo circa quattro anni di chiusura per restauri. Sarà l’occasione per scoprire le origini di questa istituzione culturale, un vero e proprio viaggio nel tempo in cui ripercorrerne le molteplici anime. 
Piccolo Teatro Grassi e Chiostro Nina Vinchi 
Storica sede del Piccolo Teatro di Milano, il Grassi è situato all’interno di Palazzo Carmagnola, dal nome del comandante Francesco Bussone – detto il Carmagnola – che vi abitava nel 1415. Alla fine del ‘400 il palazzo era abitato da Cecilia Gallerani (la Dama con l’ermellino di Leonardo), amante di Ludovico il Moro e, dopo svariati passaggi di proprietà, nel 1519 fu venduto alla Città di Milano, che vi collocò dapprima il Mercato delle farine e nel Seicento la Milizia Urbana. Destinato nel Settecento ad Archivio Civico, nel 1786 vi si trasferì l’Amministrazione comunale, che lo ribattezzò Broletto Nuovissimo. Nel 1861 il Comune scelse la più ampia sede di Palazzo Marino e l’edificio divenne sede dell’Intendenza di Finanza, subendo nel 1890-1892 un radicale intervento di restauro. Con l’adeguamento nel 1938-1939 a Dopolavoro Civico, fu dotato di una sala di spettacolo, dapprima teatrale e poi cinematografica. Una pagina molto drammatica lo vide trasformarsi nel 1944 nella sede della Legione Ettore Muti, la polizia politica della Repubblica Sociale Italiana, che ne fece, fino alla Liberazione, un luogo di detenzione e di tortura. Nel gennaio del 1947 divenne finalmente sede del primo teatro stabile italiano su idea di Paolo Grassi e Giorgio Strehler e con l’appoggio del Sindaco Antonio Greppi. Le Giornate FAI saranno l’occasione per raccontare un brano di storia emblematica della città – rievocando le figure di Carmagnola, Leonardo da Vinci e Cecilia Gallerani – di cui restano come testimonianza gli affreschi e il bellissimo soffitto a cassettoni del chiostro. Della storia più recente restano invece le tracce dei bombardamenti del 1943 nel cortile posteriore, solitamente inaccessibile al pubblico. Si visiteranno inoltre gli spazi destinati ad attori e tecnici per approdare quindi in sala, dove riecheggiano le memorie di tantissimi spettacoli che, a partire dal primo Albergo dei poveri che nel 1947 ne inaugurò la nuova vita, sono entrati a far parte della storia del teatro mondiale e della vita milanese. 
Il Politecnico di Milano per Milano: le attività di studio e indagine sul Duomo 
Campus Leonardo oggi costituisce un vero e proprio quartiere universitario, comunemente denominato “Città Studi”, che si sviluppa tra le vie Bassini, Ponzio, Mancinelli e Colombo. La più antica tra le sedi del Politecnico di Milano, è stata inaugurata nel 1927 e nel corso dei decenni si è ampliata fino a comprendere nuovi campus e a dare vita al complesso attuale. L’apertura eccezionale durante le Giornate d’Autunno guiderà i visitatori in un percorso alla scoperta dei magnifici documenti originali che raffigurano il Duomo di Milano, conservati nella Biblioteca storica del Politecnico, fino alle più recenti tecniche di indagine. Si visiteranno il Rettorato, l’Aula Natta – dove un video multimediale mostrerà gli interventi in corso sul Duomo – e la Biblioteca storica, con antichi e preziosi documenti tra i quali spicca un’edizione del 1521 del De Architectura di Vitruvio. Le visite di Giornate FAI saranno un’occasione unica per raccontare un pezzo di storia cittadina, custodita per le  generazioni future anche grazie al costante lavoro dei professori del Politecnico.

Caserma Centrale Vigili del Fuoco
La caserma – comando provinciale dei Vigili del Fuoco – sorge a due passi dalla fermata metropolitana di Cenisio e dalla Fabbrica del Vapore e occupa una superficie di ben 33.000 mq, suddivisa in quattro cortili in cui si trovano tutti i vari settori di intervento, dal rischio batteriologico, ai sommozzatori, alle unità cinofile. Il primo corpo ufficiale antincendi fu fondato da Napoleone Bonaparte nel febbraio del lontano 1812 col nome di “Zappatori Pompieri”, per diventare comunali nel 1935 e in seguito provinciali. Il nome attuale di Vigili del Fuoco venne coniato nel 1941, quando tutti i corpi Provinciali furono sciolti e inglobati nel Corpo Nazionale alle dipendenze del Ministero dell’Interno. La Caserma progettata dall’arch. Reggiori fu inaugurata nel 1956, e fin da subito considerata tra le Caserme più moderne e funzionali d’Europa. Ancora oggi è presa a esempio sia per l’architettura, sia in quanto completamente autosufficiente comprendendo un’autofficina, la stazione di servizio, centraline termiche, mense, dormitori, palestre: una piccola città. Durante le Giornate FAI si potranno ammirare molti mezzi storici unici al mondo, perfettamente conservati e funzionanti grazie all’attività costante dei Vigili del Fuoco ormai in congedo. Anche la Caserma Centrale di Monza aprirà al pubblico in questa occasione.

Si segnalano altre aperture in provincia di Milano:
GROPPELLO D’ADDA (MI)
Groppello d’Adda: terra d’acqua e d’arte
In Giornate FAI sarà possibile scoprire la storia del borgo da un punto di vista storico e con un focus dedicato al paesaggio agricolo e al sapiente utilizzo delle acque. Durante l’itinerario sarà possibile approfondire la Villa Arcivescovile, destinata al soggiorno degli arcivescovi, compresi S. Carlo e Federico Borromeo, l’Oratorio di S. Antonio, situato nel giardino della Villa e interamente affrescato dal Fiamminghino nel 1638, il Rudun (Ruotone), realizzato alla fine del XVI sec. e collegato alla Villa attraverso un tunnel e, infine, la Chiesa di S. Maria Nascente, che presenta stratificazioni della storia.

BINASCO (MI)
MUMAC – Museo della macchina per caffè
L’apertura, in occasione delle Giornate FAI d’Autunno 2023, rinnova e arricchisce la visita di una collezione che conta circa 350 pezzi, con una nuova narrazione espositiva. Oltre le 100 macchine esposte, MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo o prestiti Worldwide, di un fondo librario (MUMAC Library) di cui fanno parte 1.300 volumi tematici e di un archivio con circa 25 mila documenti tra foto, brevetti, lettere, cataloghi e tutto il materiale necessario per ricostruire la storia della macchina per caffè espresso nel tempo.

Il Borgo di Binasco e il Castello
Un breve percorso conduce i gruppi dei visitatori nel borgo di Binasco, illustrandone le caratteristichee i principali eventi storici. In particolare, nuove ricerche presso l’Archivio di Stato di Milano, hanno permesso di realizzare una mostra dei documenti più importanti legati al borgo, che affiancherà e arricchirà la narrazione. La visita si conclude al Castello Visconteo, che accoglie i visitatori per la narrazione della tragica sorte di Beatrice di Tenda e con la dimostrazione di danze medievali della Compagnia del Passo Antico.

Per informazioni sugli orari: www.giornatefai.it

I Beni FAI aperti in Lombardia:
VILLA E COLLEZIONE PANZA, VILLA DELLA PORTA BOZZOLO, MONASTERO DI TORBA, VILLA FOGAZZARO ROI, VILLA NECCHI CAMPIGLIO, PALAZZINA APPIANI, VILLA DEL BALBIANELLO, PALAZZO E GIARDINI MORONI, CASTEL GRUMELLO, CASA ED EMPORIO MACCHI, TORRE DI VELATE, TORRE DEL SOCCORSO, ALPE PEDRORIA E ALPE MADERA, MULINO “MAURIZIO GERVASONI”.

Fai Fondo Ambiente Italiano: beni in Lombardia

Le aperture in Lombardia:  

Per informazioni sugli orari: www.giornatefai.it
BRIVIO (LC)
Palazzo Famiglia Villa
Ingresso riservato agli Iscritti FAI
La proprietà della famiglia Villa si trova nel cuore del centro storico del paese. La casa ottocentesca, la dependance e le aree di pertinenza, sono parte del complesso che un tempo fu l’antico castello medioevale di Brivio e prima ancora un insediamento romano. La residenza è privata e solitamente non accessibile al pubblico. Le Giornate FAI d’Autunno saranno l’occasione per visitare la dependance, che conserva un’armatura turca da sottoufficiale risalente alla battaglia di Lepanto. Si proseguirà nelle aree di pertinenza dove, tra le altre cose, sono state ritrovate anfore romane, capitelli, colonne e frammenti di sarcofagi. Inoltre, si ammirerà il cortile interno, dal quale si potranno riconoscere le parti, tra le quali le torri e la porzione trasformata a fine Ottocento in filanda da seta grazie alla quale è stato possibile rinvenire la “capsella di Brivio”, uno dei più antichi reliquiari conosciuti del mondo paleocristiano, ora conservata al museo del Louvre di Parigi. Nell’Antiquarium, conservato presso l’atrio del Palazzo del Comune di Brivio, inoltre sarà possibile osservare alcune antiche testimonianze archeologiche (ara e anfore) e la fedele riproduzione della Capsella di Brivio: l’originale è conservata nel museo del Louvre. L’Antiquarium nasce dalla volontà del Comune di valorizzare il proprio territorio. In occasione delle giornate FAI, sarà visitabile in abbinamento alla residenza Villa solo per iscritti FAI.

Fai Fondo Ambiente Italiano: beni in Lombardia

BERGAMO
Ex Monastero di Sant’Agostino, sede dell’Aula Magna e del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Bergamo
La Chiesa di Sant’Agostino è un unicum nella città. Dalla sua posizione lungo le Mura Veneziane, accanto alla porta alla quale dà il nome, domina sulla parte bassa di Bergamo e, al contempo, gode della vista della Città Alta che si apre, splendida, davanti a lei. Costruita con ogni probabilità a partire dal 1290, fu sconsacrata con la soppressione degli ordini religiosi da parte della Serenissima a fine ‘700; divenne quindi caserma, maneggio, archivio e alloggio. Acquisita dal Comune nel 1966, oggi è stata rifunzionalizzata come aula magna dell’Università degli Studi di Bergamo, grazie ad accurati e impegnativi restauri condotti dal 2014 in accordo fra gli enti. Ad aprile 2023 si è concluso il recupero di gran parte delle cappelle, mentre il 15 settembre è stato inaugurato il chiostro piccolo, con la scoperta di rilevanti fregi affrescati in una sala del secondo piano. Il complesso religioso è composto dalla chiesa, dal convento e da due chiostri. La facciata gotica con tetto a capanna è costituita da blocchi di arenaria squadrati. Elegante nella sua semplicità, l’esterno non abbonda di elementi architettonici, mentre all’interno l’unica navata di circa 1.000 mq è un trionfo affrescato di cappelle e absidi, con opere di altissima qualità. Con una chicca sensazionale: il tetto di legno completamente rivestito da tavelle dipinte a tempera nel ‘400 raffiguranti figure angeliche, allegoriche e floreali. Accessibile al grande pubblico solo in occasione di conferenze, convegni e manifestazioni, in occasione delle Giornate FAI, grazie alla disponibilità dell’Università degli Studi di Bergamo, si potranno ammirare da vicino le stratificazioni di affreschi realizzati durante quattro secoli.

BRESCIA

La musica e i giovani: il Palazzo Martinengo Cesaresco dell’Aquilone 

Situato in pieno centro storico, il Palazzo sorge all’interno dei confini di quella che fu la Brixia romana, area in cui si incontrano le vestigia di una domus del I secolo a.C. e un complesso termale del III secolo d.C. Ristrutturato nella seconda metà del Cinquecento su progetto dell’architetto Ludovico Beretta, che già si era distinto in città per la sistemazione della facciata dei portici e dell’orologio in Piazza Loggia, in quella fase furono realizzati il grande atrio di ingresso, il salone superiore e l’avancorpo verso il cortile d’onore; nel secolo successivo verrà costruita la Sala Rossa, la segreteria dell’Istituto Arici e, al piano superiore, le otto sale che saranno affrescate il secolo successivo da Giuseppe Manfredini e da Giuseppe Teosa. Nell’Ottocento l’architetto Berenzi realizzò una serie di opere che videro, fra l’altro, la realizzazione della palazzina che chiudeva a nord il cortile d’onore, poi distrutta dai bombardamenti del 1944. Fra il 1883 e il 1885 la proprietà venne venduta dal conte Francesco alla Società di Santa Brigida, che agiva per conto dei Padri gesuiti e l’intero complesso venne trasformato a uso scolastico. La visita si snoderà lungo due percorsi, uno archeologico e uno storico/artistico. Il pubblico sarà guidato in un primo momento alla scoperta dei resti di epoca romana che emersero negli anni ’60 del secolo scorso durante i lavori di costruzione della palestra e della cappella, mentre la seconda parte della visita riguarderà i locali affrescati da Manfredini e Teosa in epoca neoclassica.

DARFO BOARIO TERME (BS)
Timo Bortolotti ed Ettore Gian Ferrari al Lago Moro
La mostra “Timo Bortolotti sul Lago Moro”, ideata e curata dall’Associazione d’ADA, s’inserisce nel contesto paesaggistico del parco del Lago Moro, perla naturale della Valle Camonica caratterizzata da una straordinaria biodiversità. I beni legati al percorso espositivo nonché luoghi elettivi dello scultore Bortolotti (1884-1954), originario di Darfo Boario Terme – la Chiesetta di S. Apollonia, lo studio d’artista ricreato con la mostra in casa Bortolotti-Gian Ferrari e la Casina del Tuffatore – rappresentano tre diverse tappe riconducibili alla sua storia personale e famigliare, a partire dal 1910 per proseguire con la figlia Alba, pittrice e il marito Ettore Gian Ferrari, noto gallerista come la figlia Claudia che ha donato al FAI una preziosa collezione d’arte esposta a Villa Necchi Campiglio a Milano. Architettura,  arte e paesaggio rappresentano il fil rouge della mostra. Molto stretto è il legame fra il luogo, il lago Moro, le dimore private di inizio Novecento e le opere di Bortolotti, che documentano il passaggio dal naturalismo lombardo a uno stile purista e alla sobria eleganza delle forme, intrise di grande forza espressiva sia nelle piccole come nelle grandi dimensioni, dalle opere monumentali alla ritrattistica di accento intimista. La casa di famiglia parla del clima artistico milanese (Timo apre uno studio a Milano e nel 1930 fonda una scuola d’arte con Funi e Marussig), nonché di quel sodalizio di artisti, collezionisti e galleristi che sul Lago Moro negli anni vengono ospitati, dipingono, passeggiano, s’incontrano e si confrontano. La mostra ricrea lo studio dello scultore con opere, foto e documenti biografici, e conserva inoltre i dipinti di Alba e gli schizzi del marito Ettore oltre alla scultura del Nuotatore al via (conosciuta come Tuffatore), attualmente collocata nel parco dell’abitazione privata di Paola Gian Ferrari. Ad eccezione della chiesa di S. Apollonia, i beni saranno aperti in esclusiva per le Giornate FAI.

PREDORE (BG)
Motonave Capitanio 1926

Prossima alle celebrazioni per il centenario, la motonave Capitanio 1926, patrimonio storico della navigazione sul Sebino, era in origine un piroscafo, costruito sulla spiaggia di Genova per la Società di Navigazione a Vapore del Lago d’Iseo, dalla S.A. Cantieri Cerusa di Voltri. Sostituito nel 1931 il motore a vapore con un diesel, divenne motonave. Nella Seconda guerra mondiale fu mitragliata in un’incursione aerea effettuata da una pattuglia di Spitfire alleati che avevano come obbiettivo il danneggiamento del ponte di Sarnico. La nave, incendiatasi, andò in disarmo. Nel 1950 l’Italsider la trasformò in rimorchiatore per il traino delle chiatte che trasportavano i carri ferroviari dallo stabilimento di Lovere allo scalo di Paratico. Dismessa dal servizio, fu acquistata da armatori per uso diportistico. Ora è gestita dall’Associazione La Capitanio 1926. Con scafo in lamiera chiodata lungo 24 metri e largo 4,40, un ponte di coperta, quattro paratie stagne e zavorra in cemento, il suo elemento maggiormente caratterizzante è il dritto di prua, che si erge per ben 3 metri, perfettamente verticale e caratteristico di imbarcazioni di maggior stazza. Nel vano principale che ospitava la caldaia a vapore ora si trova una zona living nello stile dell’epoca. L’interno è completato dalla cabina del capitano con servizio igienico separato e dalla cabina per il marinaio. Le dimensioni dello scafo e le dotazioni di bordo recentemente approvate con il rinnovo della licenza di navigazione fino al 2027 consentono un impiego in tutta sicurezza e la traversata dell’intero bacino del Sebino in meno di due ore. Oggi, oltre alla conservazione e valorizzazione dell’imbarcazione, è in progetto la realizzazione di un Museo Galleggiante e Itinerante sulla Marina lacustre. I visitatori delle Giornate FAI potranno salire a bordo e visitare l’intera struttura, dalla sala motori alle cabine.

CERNOBBIO (CO)
Archivio e Casa Cattaneo
L’archivio dell’architetto Cesare Cattaneo è collocato all’interno della Casa d’affitto di Cernobbio dello stesso architetto (1938-39), che costituisce uno dei più felici esempi di inserimento di un edificio moderno in un contesto storico. L’edificio (1937-1939) rappresenta una delle opere più significative di Cesare Cattaneo e la messa in discussione di alcuni principi del Razionalismo europeo che invece avevano ispirato le sue opere precedenti (come l’Asilo Garbagnati a Cermenate del 1937) grazie al “risultato, dinamico, sofferto” che Bruno Zevi aveva individuato nel suo “squilibrio delle proporzioni”. Cattaneo, che anche in quest’opera parte dalla composizione secondo proporzioni dinamiche, dimostra qui una spiccata propensione per l’approfondimento dei dettagli costruttivi, dall’elegante e leggera scala interna fino ai serramenti, ai parapetti e alla struttura delle tende all’ultimo piano. La visita permetterà di osservare l’edificio dall’esterno per poi accedere agli interni fino all’archivio della Fondazione collocato al primo piano, dove sono presenti diversi disegni, modelli e scritti dell’architetto. Questo percorso avverrà tramite la scala di collegamento tra i piani, uno degli ambienti più significativi dell’edificio.

CREMONA
Palazzo Manna
Ingresso riservato agli Iscritti FAI
L’edificio, eccezionalmente aperto in occasione delle Giornate FAI d’Autunno, è di proprietà privata e dunque normalmente non accessibile. Il percorso proposto permette di seguire l’evoluzione storica del palazzo e la sua stratificazione architettonica dal XV al XIX secolo. La visita parte dal loggiato d’ingresso e, attraverso lo scalone con soffitto a cupola decorato da stucchi, continua al primo piano nel settecentesco appartamento nobile. Le stanze neoclassiche presentano briosi e scenografici dipinti a tema mitologico realizzati da Giuseppe Manfredini nell’800 e perfettamente integrati con quelli più antichi, risalenti agli ultimi anni del XVI secolo, attribuiti ai pittori Andrea e Marcantonio Mainardi. Per la prima volta dalla sua riscoperta avvenuta nell’autunno 2017 è visitabile un ambiente quattrocentesco affacciato sul cortile che ancora conserva le decorazioni originali con fregi parietali e un soffitto a tavolette policrome.

LECCO
Officina Badoni

Tra il 1842 e il 1844, l’imprenditore metallurgico Giuseppe Badoni diede il via alla costruzione dell’officina, che costituì il primo nucleo dello stabilimento Badoni nel quartiere di Castello nella città di Lecco. Questo complesso rappresentava una brillante rottura con la tradizione architettonica ben consolidata delle officine metallurgiche della zona, che tendevano a essere semplici e prive di elementi decorativi, spesso sviluppate su lotti irregolari. Purtroppo, alla fine del XX secolo, l’area Badoni fu abbandonata e subì uno sfortunato destino di sviluppo edilizio speculativo, privando così una delle zone più rilevanti e centrali della città di una parte significativa della sua storia. L’Officina Badoni addirittura rischiò la demolizione, ma questa sorte fu evitata grazie a un provvidenziale decreto di vincolo. Dopo quasi trent’anni di abbandono, l’edificio è stato salvato grazie agli sforzi della Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus. La Fondazione ha acquisito l’edificio e ha completato un accurato restauro della sua struttura esterna. Attualmente, sta completando la sistemazione degli interni. Grazie a questi sforzi, il simbolo dell’industria e del lavoro lecchese verrà presto restituito alla città, rilanciando l’officina come spazio per la comunità del presente e del futuro con particolare attenzione agli studenti e giovani lavoratori. Durante le Giornate FAI i visitatori avranno la possibilità di entrare nel vivo del cantiere che sta riportando alla luce questo gioiello lecchese.

MELETI (LO)
Villa Gattoni
Immersa nella campagna lodigiana, nei pressi della confluenza dei fiumi Po e Adda, Villa Gattoni è una residenza signorile risalente al 1848 perfettamente conservata e restaurata dalla famiglia che ne è proprietaria fin dalla costruzione. È circondata da un grande giardino, singolare e unico nei suoi dislivelli. La parte inferiore del giardino un tempo era un lago, che verrà interrato nel 1935 con le bonifiche fasciste. Una targa in pietra ne ricorda il nome: Boyton, da quello di un capitano inglese avventuratosi nelle acque del Po per esplorare il fiume, che a seguito di un incidente soggiornò per un periodo nella villa. Le tipiche facciate neoclassiche sono molto semplici. Durante le Giornate FAI si visiteranno le stupende sale affrescate del piano terra con gli arredi originali e gli eleganti caminetti, il salottino dagli affreschi di recente restauro, lo scalone ottocentesco originale, la sala del biliardo e la stanza dei giochi con un delizioso teatrino. A stupire il pubblico i grandi spazi aperti con il prato centrale circondato da alberi secolari, gli angoli nascosti come il boschetto di bambù, la serra ottocentesca con gradinate per il ricovero invernale delle piante. I proprietari accoglieranno i visitatori raccontando la storia della famiglia, mentre gli Apprendisti Ciceroni illustreranno la storia della villa e dei suoi affreschi.

BOZZOLO (MN)
I Gonzaga di Bozzolo: una dinastia, una città 
- Ingresso riservato agli iscritti FAI 

L’itinerario alla scoperta di Bozzolo e del suo legame coi Gonzaga comincerà dal loggiato del Palazzo Comunale e permetterà di coglierne l’assetto urbano precedente al Cinquecento, caratterizzato da strade strette e tortuose, in contrapposizione con l’addizione voluta da Vespasiano, con assi viari perpendicolari e ampi. Nel Medioevo Bozzolo cadeva sotto il controllo politico del comune di Cremona, con feudi appartenenti alle famiglie Dovara, Persico e Cavalcabò. Bozzolo ha una storia comune con altri paesi dell’Oltre Oglio: nel 1408 passò sotto il dominio dei Gonzaga e, nel 1478, dopo la morte di Ludovico II, entrò a far parte di un “condominio signorile” dipendente solo dall’Impero. L’itinerario delle Giornate d’Autunno consentirà l’accesso a luoghi solitamente non visitabili, ovvero quel che resta del Palazzo dei Principi, antica residenza dei Gonzaga oggi divenuta scuola e sala polivalente, e il cortile dell’antico Castello non più esistente, per proseguire poi verso le mura bastionate e Porta San Martino, ricostruita nel 1842 in forme neoclassiche, fino al luogo in cui si esibì il giovane Mozart presso la canonica della vecchia chiesa di San Pietro, demolita a inizio Ottocento. La passeggiata sarà accompagnata dai volontari del Gruppo Culturale “Per Bozzolo”.

MONZA

Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita” 

La Biblioteca Italiana per i Ciechi sorge nel settore orientale della città, in un quartiere un tempo periferico e oggi residenziale, molto popolato, oggetto di un’intensa riqualificazione edilizia e urbanistica. Tra fine ‘800 e inizi ‘900 nacquero in Italia diverse biblioteche e società per rispondere ai bisogni delle persone con menomazioni visive e nel 1923 venne resa obbligatoria l’istruzione per i Ciechi, che diede impulso alla produzione di libri scolastici e di cultura generale. Nel 1928, da un accordo tra la Biblioteca Ligure e l’Unione italiana Ciechi nacque a Genova la Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita”, che nel 1935 si trasferì a Milano e successivamente nel 1943, per timore dei bombardamenti, venne spostata nella Villa Reale di Monza, dove rimase fino al 1995. Occupa i due piani di un ex stabilimento industriale, e al suo interno conserva gli uffici amministrativi, la stamperia Braille, l’archivio, la redazione, il polo musicale. Ai visitatori verranno illustrati i molti servizi di produzione, stampa, prestito, consulenza rivolti a privati Non Vedenti, Ipovedenti, Scuole, Università, Istituzioni. Sarà spiegato inoltre il sistema di scrittura Braille anche nella sua versione informatica, nonché l’attività della redazione, della stamperia e del polo musicale.

NOSATE (MI) 

Chiesa di Santa Maria in Binda
Il piccolo comune di Nosate, situato a pochi chilometri da Lonate Pozzolo, affonda le sue origini in epoca preistorica e la sua storia si snoda quasi ininterrottamente dall’età longobarda sino ai giorni nostri. La Chiesa di Santa Maria in Binda, la cui fondazione risale all’VII-VIII secolo, sorge isolata rispetto al paese e si compone di una cappella a navata unica, un’abside semicircolare ed è caratterizzata da una muratura in opera mista. Il toponimo “binda” è di derivazione longobarda e significa “striscia di terra”, in riferimento allo spazio lungo il Ticino esteso da Nosate a Somma Lombardo, dove un tempo probabilmente sorgeva un centro abitato. A sostegno di ciò, durante gli scavi condotti tra il 1900 e il 1904 del “Canale Industriale” sono state rinvenute numerose tombe contenenti oggetti del periodo longobardo. L’epoca di fondazione della cappella coincide con la conversione dei re longobardi al cattolicesimo, periodo che vide una proliferazione di oratorium dedicati al culto dei morti. La forma attuale è il risultato di lavori eseguiti fra Cinquecento e Settecento, mentre nel 1926 è stato aggiunto il campanile in stile neoromanico. L’apparato pittorico, seppur lacunoso in certi punti, è stato realizzato da Giovanni Maria de Lione della Castellanza e può essere datato alla prima metà del Cinquecento. Particolarmente interessante è il ciclo di affreschi mariani composto principalmente da immagini ex voto, tra le quali si segnala la teoria delle sette Vergini in trono con il bambino, i riquadri raffiguranti episodi miracolosi e la “danza macabra”, soggetto in voga tra XIII e XV secolo, che in riferimento alla peste nera che colpì l’Europa sottolinea la caducità della vita e l’impossibilità di un pentimento dopo la morte.

CASTEGGIO (PV)
Villa Bussolera Branca
La Villa è sede della Fondazione Bussolera Branca che ha come scopo quello di promuovere e diffondere la conoscenza scientifica in campo agricolo. Chiusa al pubblico in quanto proprietà privata, aprirà le sue porte ai visitatori grazie al FAI. Durante le Giornate FAI si visiterà la Villa con i suoi ambienti elegantemente arredati e decorati, il Parco, la collezione di carrozze e quella di auto d’epoca.

CASSOLNOVO (PV) 

Passeggiata Manzoniana a Cassolnovo
Territorio di confine sulla riva occidentale del fiume Ticino, tra il Piemonte sabaudo e la Lombardia austriaca, a Cassolnovo soggiornò più volte Alessandro Manzoni. Ripercorrendo luoghi, strade e percorsi scoperti e attraversati quotidianamente dal grande scrittore nel corso dei suoi soggiorni sarà possibile cogliere suggestive connessioni con la storia nazionale e rivivere momenti e ambienti di villeggiatura ottocentesca sicuramente poco noti. Le Giornate FAI offriranno l’occasione di visitare la dimora signorile dei marchesi Arconati, sede di uno dei più attivi circoli risorgimentali del territorio, che ospitò in quegli anni letterati e politici tra i più influenti del tempo, fra cui anche Giovanni Berchet e Massimo d’Azeglio. Si farà visita alla settecentesca Chiesa di San Giorgio, ospitante le reliquie di San Defendente, ignoto martire proveniente dalle catacombe di Roma. Si passeggerà quindi nel parco della tenuta Vignone, attraversato dal naviglio Langosco, preziosa opera di ingegneria dell’irrigazione risalente alla prima metà del XVII secolo, i cui lavori di scavo caratterizzarono la storia del borgo in periodo di dominazione spagnola.

CASTELLANZA (VA) 
I.S.I.S. Cipriano Facchinetti
Progettato a partire dal 1959, con la collaborazione dell’ing. Carlo Fontana, l’istituto superiore nacque come scuola tessile. L’istituto superiore di Castellanza può essere a tutti gli effetti considerato il primo progetto realizzato da Enrico Castiglioni, nel quale si compie una piena identificazione tra architettura e struttura. L’apertura nelle Giornate FAI d’Autunno prevede la visita dell’iconico edificio scolastico, annoverato tra le prime strutture a guscio realizzate in Italia, in quanto fino ad allora tale tipologia strutturale era ancora poco sperimentata ed utilizzata esclusivamente nella realizzazione delle dighe. Durante la visita sarà possibile ammirare internamente l’edificio realizzato da Enrico Castiglioni, il quale ottenne una discreta fortuna critica anche all’estero, potendo cogliere appieno la plasticità dominante del progetto nonché gli accurati dettagli strutturali presenti. Soprattutto nelle ore mattutine i visitatori avranno modo di apprezzare i differenti giochi di luce naturale pensati dall’architetto. La luce diviene materiale architettonico che, unito alla struttura, dà vita e anima gli spazi creando suggestioni ed aumentando il loro valore espressivo. Seppur nel 2015 l’edificio sia stato interessato da lavori di riqualificazione che hanno mutato alcuni caratteri originali come le cromie esterne, sono ancora oggi presenti alcune vetrate, in profilato metalli

PIATEDA (SO)
Centrale idroelettrica di Venina
La centrale idroelettrica di Venina è parte dell’asta idroelettrica di Venina e sfrutta le acque provenienti dall’opera di presa di Vedello e di Armisa. Il ramo di Vedello ha origine dalla presa omonima, posta a quota 1.028 metri s.l.m., che raccoglie le acque dello scarico della centrale di Vedello e le portate residue dei torrenti Caronno e Venina. Immediatamente a valle della presa del Serio, il canale principale confluisce nella parte in galleria del serbatoio del Gaggio. Si tratta di un impianto che venne realizzato dalle S.A. Acciaierie e Ferriere Lombarde, per alimentare i propri impianti siderurgici. La centrale di Boffetto a Piateda (1917-1919), sorta lungo il corso del fiume Adda, sarà il primo impianto idroelettrico realizzato dalle Acciaierie e Ferriere Lombarde in questi territori. L’impianto di Venina è entrato in esercizio il 1° gennaio 1923 e in seguito, divenuta parte di Sondel Spa, dopo l’assorbimento di quest’ultima in Edison è entrata a far parte del patrimonio industriale del Gruppo. Si tratta di un edificio imponente, un parallelepipedo massiccio, il cui eccesso decorativo stride con gli stilemi tipicamente locali, composto di due fabbricati vicini, di cui il maggiore contiene il macchinario di generazione, il quadro di manovra a 6.600 Volt e il quadro di comando. Nell’altro fabbricato sono installati i trasformatori elevatori, gli interruttori in olio, le sbarre di smistamento e gli scaricatori a getto liquido a 75.000 Volt. Il monumentalismo eclettico di questo edificio celebra le imprese delle società elettriche e si impone come un’architettura “di conquista”. Grazie alle Giornate FAI il pubblico potrà avvicinarsi ai difficili ma affascinanti meccanismi di funzionamento di una centrale elettrica antica ma allo stesso tempo all’avanguardia. Un luogo ricco di storia, strettamente legato alle tradizioni e al lavoro della Valtellina e dei suoi territori.

BESOZZO (VA)
Ex Copertificio Sonnino
La “Ex Sonnino” è un complesso industriale abbandonato sulle sponde del fiume Bardello, che sin dal Cinquecento ha alimentato i macchinari della fabbrica, dismessa nel 1983. Recentemente il comune di Besozzo ha attuato opere di riqualifica e di implementazione green volte a recuperarne gli ambienti, dove spesso si tengono eventi culturali. La potenza motrice del fiume Bardello è stata sfruttata sin dal XVI secolo, grazie a un grande mulino ad acqua. Successivamente, tra Sei e Settecento si costruì un opificio che svolgeva attività di cartiera e poi di torcitura, finché alla metà del XVII secolo la famiglia Cantoni ne fece un cotonificio. L’attività della filatura del cotone rimase florida fino agli stravolgimenti delle due Guerre: durante il secondo conflitto mondiale, il complesso fu utilizzato come caserma e acquistato dalla famiglia Sonnino, che fino alla chiusura nel 1983 ha prodotto coperte di lana. Il complesso è un notevole esempio di archeologia industriale, grazie alle opere di messa in sicurezza e recupero degli ambienti volute dall’amministrazione comunale, che hanno mantenuto intatti i grandi spazi dove un tempo si trovavano i macchinari. Attraverso un percorso che si snoderà tra i due piani dell’edificio e il perimetro esterno, passando per le chiuse sul fiume Bardello, sarà possibile assaporare l’atmosfera e rivivere la storia della fabbrica e degli industriali che l’hanno resa famosa in tutta la provincia di Varese.

AGRATE BRIANZA (MB)
Oasi Vasca Volano “Gaetano Nava” 

L’Oasi La Volano è un interessante esempio di recupero ambientale, situato nel cuore della zona industriale di Agrate Brianza che, sebbene sia sede di importanti realtà produttive e arterie stradali, è un’area particolarmente rilevante dal punto di vista naturalistico. L’oasi, che si estende per ben 55.560 mq, non solo confina con il Canale Villoresi e l’Oasi WWF di Carugate ma si trova su una rotta migratoria, ed è tappa di molti volatili. Nel 1984, per far fronte alle frequenti esondazioni del torrente Molgora in cui fluivano le acque meteoriche di Agrate e del circondario, venne creata una vasca di laminazione. Sorgendo in una zona periferica, la vasca nel tempo divenne una discarica a cielo aperto. Nel 2010, con l’avvio di un progetto di bonifica e riqualificazione, il sito si trasforma in oasi naturalistica di tutela e valorizzazione ambientale e nel 2014 è entrato a far parte del parco del Molgora, oggi Parco Agricolo Nord Est. Il progetto di riqualificazione ha visto la piantumazione di ben 6000 esemplari: diverse essenze di piante, 40 varietà di arbusti e alcuni alberi da frutto antichi come il caco cioccolatino. Negli anni l’oasi ha attirato molte specie di insetti, pesci, anfibi, uccelli e persino una volpe. Ospite d’eccezione, una coppia nidificante di airone tarabusino, il più raro in Italia. Questo interessante caso di mitigazione di un’opera ingegneristica accoglie ben 167 specie di uccelli, molte più che il Parco di Monza.

Per informazioni sugli orari: www.giornatefai.it
E inoltre:
Tantissimi altri beni sono previsti in Lombardia per questa edizione, alcuni dedicate all’istruzione come l’Istituto Comprensivo Statale “G. Parini” o il Centro Formazione Professionale Enaip, in provincia di Varese. Una serie di luoghi particolari apriranno le porte ai visitatori, che ne potranno scoprire la storia come Casa Trainini (BS), il Villaggio Sant’Anna (VA), la Cava di Camerlata (CO), i laboratori di design Hangar Manzoni (riservato agli Iscritti FAI), l’ex Carceri a Bozzolo (MN), l’Autodromo Nazionale Monza (MB), le Terme della Villa Romana (BS) e il Teatro Sociale e Sede Fondazione Zucchi Falcina (CR). Non mancheranno anche Musei, Musei d’impresa e archivi come il Museo Kartell (MI), il Museo Fratelli Cozzi (MI), l’Archivio Missoni (VA). Si terranno visite anche nei luoghi di culto come l’Antica Chiesa Plebana (BS), la Cappella Bottigella (PV), la Chiesa di San Cristoforo Martire (LO), il Monastero della Visitazione Santa Maria a Soresina (CR), l’Ex Monastero di San Faustino (BS) e la Chiesa di San Colombano (MB). Ville, Palazzi e borghi storici apriranno le loro porte in tutta la regione come Palazzo Terzi (BG), Palazzo Odescalchi e Villa Olginati a Como, Villa Crivelli Pusterla e Giardino (MB), Palazzo Pasotelli (MN), Villa Necchi (PV), Villa Gaia Gandini (MI), il Cortile Palazzo Besozzi Adamoli (VA), il Centro Storico di Spriano (BG), Palazzo Fattori e il suo Parco (MN) e il Percorso del Centro Storico e delle Chiese di Mazzo di Valtellina (SO). Queste sono solo alcune delle aperture presenti in Lombardia nel weekend del 14 e del 15 ottobre.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Ottobre 2023
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