Turismo e cultura dell’archeologia industriale. A Glocal+ la rete Miva presenta la sua visione
L'incontro di mercoledì 8 novembre al Museo del Tessile (ore 17,00) tratterà il tema del turismo industriale partendo dai 9 musei del Varesotto che celebrano il lavoro e l'ingegno
Una nuova visione di turismo. Dal bacino della Rhur fino al Varesotto, passando per Crespi d’Adda (legata a doppio filo con Busto Arsizio), fino a due grandi esempi di recupero di edifici industriali a fini culturali come Volandia e il Museo del Tessile.
È il turismo legato all’archeologia industriale quello che la rete MiVa sta cercando di portare all’attenzione di una nicchia sempre più importante di viaggiatori che cercano la bellezza anche in luoghi che un tempo trasudavano fatica e sacrificio.
Sarà questo il tema di uno degli incontri di Glocal +, la sezione del festival del giornalismo organizzato da Varesenews che si apre al territorio per raccontare il locale e il globale, come nello stile ultradecennale del festival.
MiVa è una rete che comprende nove musei situati in tutta la provincia di Varese che raccontano un’epoca storica che ha permeato profondamente la cultura della popolazione locale, quella legata alla rivoluzione industriale e dei decenni in cui la produzione era legata a doppio filo con il destino umano, sociale e culturale degli uomini.
Oltre al Museo del Tessile, capofila del progetto ed esempio di recupero a fini culturali della fabbrica di una volta, ci sono il museo del volo Volandia a Vizzola Ticino, il museo della motocicletta Frera a Tradate, il museo dell’Industria e del Lavoro di Saronno, il Museo della Ceramica di Cerro di Laveno, il museo Bertoni (sempre a Volandia), il museo Fisogni ancora a Tradate, il Museo della Pipa di Brebbia e il museo Agusta di Samarate.
Secondo l’assessore alla Cultura di Busto Arsizio Manuela Maffioli, promotrice della rete, c’è tutto il potenziale per avviare pacchetti turistici che possano attrarre turisti in un territorio che una vocazione turistica (se si esclude Cerro di Laveno per il lago) non l’hanno mai avuta: «Se pensiamo che oltre ai 9 musei abbiamo anche ville storiche, altri luoghi industriali recuperati e trasformati in altre funzioni, alcuni centri storici belli e curati possiamo davvero pensare ad una rivalutazione in chiave turistica di questo territorio».
Di questo si parlerà mercoledì 8 novembre dalle 17 nella sala conferenze del Museo del Tessile insieme al giornalista di Varesenews, Orlando Mastrillo, all’assessore Maffioli, a Silvia Vacca, conservatrice delle Civiche raccolte d’arte di Palazzo Marliani Cicogna, ma non solo.
Visto che Busto è una città tessile e che il museo comprende una sezione dedicata alla moda, verrà proposto un omaggio allo stilista bustocco Walter Albini nel 40esimo della scomparsa, con un focus curato dalle professoresse Margherita Rosina e Enrica Morini e introdotto da Erika Montedoro conservatrice del Museo del tessile.
Un’occasione per ricordare lo stilista che a suo modo alimentò la moda con la sua visione nuova. Fu infatti precursore del prêt-à-porter, che ha lasciato un’indimenticabile lezione di stile, intuito e innovazione, che solo dopo la sua morte è stata riletta da molti altri stilisti, alimentandone il mito.
Al termine dell’incontro sarà possibile effettuare una visita del museo accompagnati dalla curatrice Erika Montedoro.
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