Utilizzare le nuove tecnologie in modo consapevole, ITS Incom lancia “Progetto Hub Etica e Cultura Digitale”

L’iniziativa nata per promuovere l’educazione digitale nelle scuole è stata presentata venerdì 6 ottobre alla Milano Digital Week

Generica 2020

Intelligenza artificiale, algoritmi, social network… le tecnologie digitali continuano a evolversi a passo spedito, portando innovazione e nuove opportunità in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Insieme a loro, però, crescono anche i pericoli dovuti a un uso scorretto o inconsapevole di queste tecnologie. Proprio per questo motivo ITS Incom Academy ha lanciato “Progetto Hub Etica e Cultura Digitale”. Attraverso questa iniziativa, la fondazione con sede a MalpensaFiere Busto Arsizio vuole fornire agli studenti quella “consapevolezza digitale” necessaria per sfruttare le nuove tecnologie – riconoscendone opportunità e rischi – ed evitare così i loro pericoli.

La ricerca, l’84% degli studenti non si sente abbastanza informato per difendersi online

Tra le prime attività promosse dall’Hub vi è stato un sondaggio sull’utilizzo delle tecnologie digitali tra gli studenti di Its Incom. I risultati sono stati presentati alla Milano Digital Week venerdì 6 ottobre da Davide Galeotti, coordinatore didattico dei corsi in area Comunicazione di ITS Incom; dagli studenti di ITS Incom Angelica Barletta, Anna Maria La Montagna e Davide Parini; insieme a Massimo Giordani, presidente di Aism (Associazione italiana Sviluppo Marketing) e a Fabrizio Bellavista, partner di Emotional Marketing Lab.

Il sondaggio mostra che il 75% degli studenti trascorre almeno cinque ore davanti a un dispositivo digitale, e che il 40% ritiene di aver sviluppato una forma di dipendenza dal web (che sia di carattere lavorativo, ludico o di intrattenimento). Metà degli studenti afferma inoltre che la tecnologia li ha ostacolati nel costruire e nel mantenere relazioni personali significative.

Ci sono preoccupazioni anche riguardo all’intelligenza artificiale. Il 50% degli studenti teme gli effetti che questa tecnologia potrà avere in ambito occupazionale. E nonostante il 43% ritiene che l’ia sia una risorsa importante per la didattica, molti sostengono che riduca la voglia di impegnarsi nello studio e diminuisca la capacità di ragionare in modo critico (35%).

«Ciò che emerge più di frequente – ha spiegato Davide Galeotti – è la richiesta da parte degli studenti di una maggiore educazione sulle tecnologie digitali. L’84% degli intervistati ritiene infatti di non avere informazioni sufficienti per difendersi dai rischi online. L’istruzione digitale è quindi la precauzione più importante per far sì che i giovani possano sfruttare le nuove tecnologie senza venirne sopraffatti. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario l’impegno di tutti, dalle famiglie alle aziende, ma il ruolo principale deve essere affidato alle scuole. Come Hub stiamo lavorando proprio a questo».

Intelligenza artificiale, tra opportunità e rischi

Con il lancio di prodotti come Chat Gpt e Midjourney, il dibattito sull’intelligenza artificiale è di recente diventato “di moda”. Ma l’ia è utilizzata già da tempo in tante tecnologie usate quotidianamente da miliardi di persone. «Motori di ricerca, navigatori stradali, piattaforme come Spotify e Netflix – sottolinea Anna Maria La Montagna – sono tutti prodotti che attraverso gli algoritmi cercano di capire i nostri gusti grazie alle informazioni personali che mettiamo a loro disposizioni. Sono proprio queste tecnologie “invisibili”, di cui molti non si rendono neppure conto, che sono anche le più pericolose».

L’intelligenza artificiale è ormai diffusa anche nelle scuole (in particolare per la produzione di testi) dove rende più veloce il lavoro di studenti e insegnanti. «L’ia si basa sulle informazioni trovate online – afferma Angelica Barletta – e non sempre è in grado di riconoscerne l’attendibilità o rispettare i diritti dei loro autori. Un utilizzo poco attento rischia quindi di favorire il plagio e la diffusione di notizie false. Per arginare questo problema, una soluzione possibile è “obbligare” questi programmi a citare le fonti da cui hanno tratto le informazioni, in modo che studenti e insegnanti possano verificarle».

«Un rischio ulteriore – aggiunge Davide Parini – è l’isolamento sociale e lo sviluppo di dipendenza da parte di chi utilizza l’intelligenza artificiale. L’ia è uno strumento prezioso, ma l’uso eccessivo di questa tecnologia potrebbe provocare l’allontanamento degli studenti dai loro insegnanti e dai loro compagni. È quindi necessaria promuovere l’educazione digitale anche a scuola, per insegnare agli studenti come utilizzare l’ia in modo consapevole. Per fare ciò è necessario il coinvolgimento diretto degli insegnanti».

Alessandro Guglielmi
alessandro.guglielmi@varesenews.it

 

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Pubblicato il 09 Ottobre 2023
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