Vivere in autonomia oltre la disabilità, il progetto Vit.A.A dell’associazione Abaco di Inarzo

Il progetto sperimentato nel corso dell'anno ha permesso di allargare le attività di inserimento lavorativo e sociale anche alle persone con necessità tra i 35 e i 45 anni

abaco inarzo

Imparare un mestiere, relazionarsi con nuove persone e scoprire per la prima volta l’autonomia: sono le sfide che le persone con disabilità affrontano ogni giorno grazie alle tante attività promosse dall’associazione di promozione sociale Abaco di Inarzo. Attività che a partire dal giugno 2022 sono state estese in via sperimentale anche alle persone con necessità di età compresa tra i 35 ai 45 anni attraverso il nuovo servizio Vit.A.A. (Vita adulta autonoma). Il progetto ha l’obiettivo di creare un ambiente inclusivo in cui gli adulti con disabilità o svantaggio sociale possano ricevere il sostegno necessario per superare le barriere sociali ed emotive.

Una novità importante, dal momento che la carenza di risorse e di servizi mirati a questa fascia d’età ha spesso contribuito a lasciare queste persone in una condizione di emarginazione, con opportunità limitate di sviluppo personale e di partecipazione alle attività della comunità. L’isolamento e la mancanza di un supporto adeguato possono avere impatti duraturi sulla qualità della vita di adulti in difficoltà, così come sulla loro capacità di costruire relazioni significative. Un problema reso ancora più grave dal fatto che i genitori di queste persone sono già in età avanzata e per loro diventa sempre più difficile riuscire a prendersi cura dei propri figli.

Il servizio Vit.A.A. si articola su tre attività principali, che rispecchiano quelle già previste nel progetto Sfa (Servizio formazione all’autonomia) dedicato ai giovani dai 18 ai 35 anni. Queste attività includono: lo sviluppo delle autonomie personali (uso dei mezzi pubblici, cura di sé, affettività e sessualità, uso dei social) e sociali (cucina, pulizia ambienti, organizzazione dei tempi e degli spazi); delle competenze espressive (attraverso laboratori di teatro, lettura e arteterapia); e del consolidamento delle capacità lavorative attraverso attività pratiche di manutenzione delle aree verdi, progettazione e creazione di manufatti, ma anche di assemblaggio e confezionamento di prodotti all’interno delle aziende e delle cooperative sociali, in particolare la Cooperativa sociale Abad.

Nel corso dell’ultimo anno, il servizio Vit.A.A. ha accolto quattro persone, ma se si prendono in considerazione tutti i progetti, sono 18 le persone tra i 35 e i 45 anni che l’associazione affianca in percorsi per lo sviluppo dell’autonomia.

I risultati del progetto sono stati presentati giovedì 26 ottobre dalla presidente dell’associazione Abaco Sara Gorlini, il presidente della Cooperative Abad Beppe Di Carlo, il sindaco di Inarzo Fabrizio Montonati, l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Varese di Roberto Molinari.

«Abbiamo voluto replicare – spiega Gorlini – il modello del nostro servizio di formazione all’autonomia su una fascia d’età alla quale spesso non è riconosciuta la necessità di percorsi di supporto, ovvero le persone oltre i 35 anni anche senza certificazione di invalidità. Oltre alle attività lavorative, collaboriamo col Comune di Varese per offrire ulteriori iniziative, tra cui l’arteterapia. Abbiamo avviato progetti anche con Fondazione comunitaria del Varesotto con un risvolto più culturale, organizzando visite e uscite guidate».

«Come amministrazione comunale – sottolinea il primo cittadino di Inarzo – abbiamo deciso di sostenere fin dal principio questo progetto. Siamo convinti che sia un dovere aiutare chi vuole sperimentare nuove iniziative, soprattutto in realtà piccole come la nostra».

«Esperienze come quella di Abaco – aggiunge l’assessore Molinari – rivelano molti aspetti legati al mondo della disabilità. Lo Stato, però, si muove ancora poco per sostenere questo settore. Per riuscire a ottenere risultati in un contesto dove le risorse a disposizione saranno sempre meno, è quindi necessario potenziare la collaborazione tra il pubblico e le realtà di associazionismo privato».

Alessandro Guglielmi
alessandro.guglielmi@varesenews.it

 

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Pubblicato il 26 Ottobre 2023
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