A Glocal Doc applausi per “Peso Morto”. Commuove e spaventa la storia di un errore giudiziario
Il documentario di Francesco Del Grosso è un racconto carico di emozioni che attraversa i 21 anni passati in carcere ingiustamente di Angelo Massaro,
Un racconto intenso che arriva dritto al cuore e alla testa dello spettatore. Peso Morto, documentario sulla storia di un errore giudiziario, realizzato dal regista romano Francesco Del Grosso è una testimonianza potente del calvario giudiziario vissuto da Angelo Massaro, entrato in carcere da condannato per omicidio nel 1996 e uscito da innocente nel 2017, dopo la revisione del processo in cui ha dimostrato di non essere un assassino. Tutto per colpa di un errore di traduzione di un’intercettazione che ha portato i giudici a scambiare la parola “muers” (in pugliese peso morto) per “muert” (morto).
Il film è stato proiettato questa sera, lunedì, al Multisala Impero di Varese nell’ambito del festival del documentario Glocal Doc (qui il programma), organizzato da Varesenews, alla sua prima edizione. Quello di Del Grosso, specializzato nel genere documentario, è un racconto in cui a parlare è il protagonista e il piccolo mondo che è riuscito a contattare in 21 anni di ingiusta detenzione: la moglie, che aveva sposato da un paio d’anni prima, i figli che l’hanno perso quando avevano 3 anni e 45 giorni, la mamma, gli avvocati che hanno curato la revisione del suo processo, lo psicologo del carcere di Catanzaro e la direttrice dello stesso.
In mezzo tre gradi di giudizio che l’hanno condannato a 24 anni di carcere e un sistema carcerario che non gli ha fatto sconti, al quale ha resistito solo grazie ad una forza mentale fuori dal normale e ad una famiglia che non l’ha mai abbandonato.
Il regista li lascia parlare, scomparendo dietro la camera, in un racconto che esprime tutta la tensione drammatica di una vita che non riesce a sfondare il tetto di cristallo che lo separa dalla verità, se non dopo mille tentativi e una quasi laurea in giurisprudenza che ha inseguito dal carcere.
«In Italia si consuma un errore giudiziario ogni 8 ore – spiega il regista al termine della proiezione -. Ho costruito questo documentario grazie al team di ErroriGiudiziari.com che da anni mette insieme i casi che spuntano come funghi in tutto il Paese ogni giorno. Ho conosciuto Angelo dopo che avevo già realizzato un doc su questo tema e sono rimasto tremendamente colpito dalla potenza dell’ingiustizia che lo ha investito».
Angelo Massaro è entrato in carcere a trentenne e ne è uscito cinquantenne, i suoi figli l’hanno conosciuto attraverso le telefonate, poche visite e tante lettere, sua moglie continua a stargli accanto. Oggi soffre di attacchi di panico e ha ricostruito nella sua cantina la cella che per tanti anni è stata il suo guscio protettivo. Sta cercando un posto nella sua famiglia e nel mondo, cambiato completamente dal 1996. Vive ancora nel paese in cui è nato.
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