Astuti (Pd): “Pochi medici e cure fuori dalla Lombardia: stanno smantellando la sanità”
Così il consigliere regionale del Pd: “A fronte di una diminuzione dei pazienti che vengono a curarsi in Lombardia sono aumentati quelli che decidono di farsi curare altrove"
![samuele astuti](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2023/01/samuele-astuti-1367556.610x431.jpg)
«Questa maggioranza sta smantellando la nostra sanità e lo dimostrano non solo le fughe degli infermieri e dei medici che vanno a lavorare altrove, ma anche quelle dei pazienti. Sono sempre di più, infatti, i lombardi costretti a trovare risposte di cura fuori regione, invertendo quella tendenza di cui la Lombardia si è sempre vantata, come certifica anche il prossimo bilancio regionale che per sostenere le spese dei cittadini che vanno a curarsi in altre regioni – Veneto, Emilia Romagna e Piemonte sono le mete principali – destina quasi 100 milioni in più rispetto all’anno scorso: nel 2023, infatti, erano stati stanziati 363 milioni di euro, mentre per il 2024 la giunta ha previsto di spendere ben 461,5 milioni di euro» così il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti interviene ancora una volta in merito alle criticità del sistema sanitario lombardo, dopo aver letto il documento di bilancio di previsione 2024 – 2026 che andrà al voto in aula consiliare il prossimo dicembre. «Anche i fondi per finanziare le cure all’estero sono aumentati parecchio – aggiunge Astuti -: nel 2020, infatti, la spesa era intorno ai 28,7 milioni, per il prossimo anno la giunta lombarda ne ha previsti a bilancio 43,7».
«In sostanza, dunque, a fronte di una diminuzione dei pazienti che vengono a curarsi in Lombardia – la cosiddetta ‘mobilità attiva’ – sono aumentati quelli che decidono di farsi curare altrove, è aumentata quindi la ‘mobilità passiva’, con un bilancio quindi molto meno favorevole» conclude il consigliere dem. La mobilità interregionale di pazienti a carico del servizio sanitario pubblico è chiamata ‘attiva’ quando sono messe a bilancio le cure dei pazienti non lombardi, che vengono pagate dalle loro regioni di provenienza e ‘passiva’ quando la Regione, a sua volta, paga il conto dei lombardi alle regioni nelle cui strutture hanno scelto di farsi curare.
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