Cassani non diffamò i sinti di Gallarate: niente risarcimento
Lo ha deciso il giudice civile di Busto Arsizio, nella sentenza che chiude in primo grado la causa intentata da dieci abitanti del campo nomadi di via Lazzaretto che erano tornati nell'area nel 2021

Il sindaco di Gallarate Andrea Cassani non diffamò i sinti gallaratesi: lo ha deciso il giudice civile di Busto Arsizio, nella sentenza che chiude in primo grado la causa intentata da dieci abitanti del campo nomadi di via Lazzaretto (il “campo sinti”) che nel 2021 erano tornati sull’area di via Lazzaretto, da cui erano stati sgomberati nel 2018.
La causa è stata intentata appunto da dieci abitanti del campo attrezzato di via Lazzaretto: assistiti dal legale Luca Bauccio chiedevano 250mila di risarcimento danni per una serie di frasi pronunciate dal sindaco Cassani, che aveva accusato «i sinti» di aver rubato l’acqua allacciandosi alla rete idrica cittadina nei pressi del campo (ai margini del quale, lungo la strada pubblica, vivono ancora adesso alcuni sinti).
Il giudice Angelo Farina, scrive che “sul piano delle conseguenze del fatto lesivo, gli attori si sono limitati ad addurre il patimento di una sofferenza, senza tuttavia dedurre né provare (neppure in via indiziaria) in cosa sia consistita la sofferenza patita, e quali conseguenze la stessa abbia esplicato sulla loro esistenza”. Inoltre il giudice ritiene che “deve escludersi la individuazione e individuabilità dei soggetti passivi del reato descritto nell’atto di citazione”, dal momento che dalle frasi di Cassani non era possibile individuare con chiarezza a quali sinti si riferisse (solo una parte di chi abitava al campo nel 2018 aveva fatto ritorno in via Lazzaretto nel 2021)
Per questo il giudice ha rigettato la richiesta di risarcimento danni; le dieci persone che hanno avviato la causa dovranno anche pagare le spese di lite, per 9142 euro.
Nel 2019 la posizione di Cassani era stata archiviata dopo la denuncia per abuso di ufficio durante lo sgombero del 2018.
Nell’estate 2022 il Tar aveva rigettato il ricorso contro l’ordinanza di sgombero da terreno comunale, anche se nel frattempo le due famiglie tornate in via Lazzaretto si erano spostate su altri mappali, al margine dell’ex campo. In tribunale rimane poi un’ulteriore azione (penale) legata alla vicenda sinti, per i danneggiamenti del municipio in occasione di una manifestazione della comunità il 31 dicembre 2018: si tratta di un processo penale, in cui il Comune si è costituito parte civile.
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