“E’ il locale che può dare una nuova visione per il globale”: successo a Varese per l’Hackaton di Karakorum
Stefano Beghi, Karakorum teatro: "C’è un grande bisogno di visioni, di leadership. Ma per avere visioni, il territorio deve essere attrattivo per i visionari"
Partire dalla dimensione locale per poter guardare più avanti e meglio. E’ stata questo uno dei più interessanti esiti dell’hackaton realizzato da Karakorum teatro allo spazio Yak di Varese nello scorso weekend, nell’ambito di Glocal+.
Per Karakorum questo è stato il settimo evento simile organizzato: è stato però il primo che guardasse piu in là dei fatti concreti, che si è spinto a cercare di dare una soluzione a qualcosa di difficilmente risolvibile. «Quella dell’Hackaton è sempre un’esperienza arricchente, perchè ti dà l’occasione di fermarti un attimo e alzare lo sguardo, per ottenere maggiori stimoli ma soprattutto prendere direzioni concrete per immaginare un futuro diverso, con questa edizione abbiamo voluto alzare l’asticella» spiega Stefano Beghi fondatore di Karakorum teatro.
Tra i circa 40 partecipanti c’erano autorità, policy maker, rappresentanti di Confindustria, della Fondazione Comunitaria del Varesotto, progettisti di vario genere, esponenti dell’università Politecnico e Iulm, oltre al l’assessore alla cultura del comune di Varese Enzo Laforgia: l’iniziativa aveva il patrocinio della Commissione Europea, e le conclusioni sono state affidate a Anna Paola Quaglia del JRC di Ispra, ricercatrice che si occupa dei temi di democrazia e partecipazione. «Uno dei grandi esiti della giornata è stato quello di costruire pratiche e legami, coinvolgere le istituzioni in modo piu strutturato – continua Beghi – E l’Unione Europea sta proprio lavorando su questo, per dare maggiore peso alle istituzioni locali. Perchè la vera battaglia rispetto al cambiamento si fa sul piano locale, che è il piano della possibilità: quella di fare, di incidere. Anche se fondamentale è alzare lo sguardo, per non essere soffocati dal localismo».
Come è possibile però lavorare su un piano locale e comunque alzare la testa verso situazioni più alte? «Da questo punto di vista, importante è stato il racconto dell’esperienza di Matera Capitale europea della cultura, che abbiamo ascoltato grazie all’intervento di Claudia Perna, che ci ha raccontato un processo lunghissimo sull’argomento ma illuminante» Sottolinea Beghi.
«Quando abbiamo pensato di costruire una candidatura, tutti ci hanno dato dei matti – ha raccontato infatti Perna – Ma quando abbiamo insistito, e fatto una prima chiamata delle istituzioni, hanno risposto tutti i sindaci della Basilicata, nessuno escluso. Il che ci ha fatto capire che, al di là delle perplessità, avere una visione più alta e provare a metterlo in pratica è una scelta che viene riconosciuta».
Quindi, quello che serve è il coraggio di guardare avanti: «C’è un grande bisogno di visioni, di leadership. Ma per avere visioni, il territorio deve essere attrattivo per i visionari – prosegue il fondatore di Karakorum – Il desiderio di uno sguardo oltre comunque c’è: l’hackaton stesso è stato questo: fermarsi per mezza giornata dalle proprie pratiche quotidiane per vedere qualcosa di più ampio e più complesso, nel rispetto dell’anima del New European Bauhaus».
Stefano BeghiMa cos’è il New European Bauhaus? È un programma EU per la gestione del cosiddetto “new green deal“, il grande progetto europeo sul piano dell’innovazione. «Per questo progetto sostenibilità, inclusione e bellezza sono i tre pilastri per il cambiamento – conclude Beghi – E questo programma promuove la collaborazione multidisciplinare con artisti, creativi e cultura all’interno di processi di transizione. Vuole essere un ponte tra mondo scientifico, cultura e arte, potere economico e politico. Per noi di Karakorum, il New European Bauhaus rappresenta il nostro orizzonte».
L’hackaton organizzato allo spazio Yak era nell’ambito di Glocal +, così come la presentazione del documentario “Voci”, sulla storia del dramma italiano di Fiume, che è seguito in serata. Il prossimo appuntamento Glocal+ allo spazio Yak è Venerdì 10 e Sabato 11, con “Vasi Comunicanti” storie di un confine che ci è molto vicino: quello tra Italia e Svizzera. Quattro storie – una ambientata Saltrio, una a Meride, una a Besazio e una a Clivio – che verranno messe in scena in due diverse rappresentazioni nei giorni di venerdì e sabato. Per saperne di più.
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