La sponsorizzazione al basket Fagnano era una frode fiscale. Imprenditore dei rifiuti nei guai
Nei guai il rappresentante legale di una ditta di Fagnano Olona che si era servito anche della locale squadra di basket. Sequestrati 249 mila euro
Fatture false, dunque per operazioni inesistenti: vecchio trucco che costa caro a imprenditori senza scrupoli, denunciati e con sequestri importanti della Finanza che vigila sulle condotte illecite, in questo caso che colpiscono due soggetti: lo Stato, per l’Iva non versata, e i concorrenti, che vedono un player sul mercato che “risparmia“ e quindi è in una posizione di vantaggio sulle attività svolte.
È il bilancio dell’ennesima operazione della Guardia di Finanza che ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Busto Arsizio, per un valore di oltre 249.000 euro, nei confronti di una società di trasporti di Fagnano Olona, operante nel settore dei servizi ecologici di smaltimento e trasporto merci pericolose e rifiuti, che aveva indebitamente compensato l’IVA a credito, avvalendosi di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti emesse da diversi fornitori.
Nella vicenda è coinvolta anche la squadra di basket del paese che si sarebbe prestata ad una sponsorizzazione gonfiata da circa 100 mila euro all’anno tra il 2015 e il 2018 dei quali il 70% venivano restituiti all’imprenditore.
Le indagini svolte dalla Compagnia di Saronno con il coordinamento della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, hanno permesso, dopo puntuali e responsabili riscontri, di ricostruire le illecite operazioni finanziarie e di fornire un solido quadro probatorio che ha consentito il risultato di servizio.
Lo spunto operativo dell’attività investigativa è stata una relazione depositata dall’amministratore giudiziario della società che ha messo in evidenzia molteplici illeciti compiuti dal rappresentante legale della società tra il 2015 e il 2019; quest’ultimo per le sue condotte criminose è attualmente indagato per annotazione di fatture per operazioni inesistenti, emesse verso una società cartiera e anche ad una associazione sportiva di basket per finte sponsorizzazioni, il cui titolare retrocedeva il pagamento ricevuto dall’indagato, trattenendo una percentuale (15%) a titolo di pagamento per il “servizio” offerto.
Tale sistema fraudolento ha consentito alla società in questione di realizzare un’evasione ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, rappresentato dal risparmio fiscale indebitamente acquisito negli anni. All’esito delle indagini la Procura della Repubblica di Busto Arsizio ha richiesto ed ottenuto il provvedimento cautelare reale pari all’importo indebitamente sottratto alle casse dello Stato e costituente il profitto del reato tributario.
In esecuzione del provvedimento cautelare emesso dal GIP di Busto Arsizio, tra l’altro, in considerazione della spregiudicatezza e temerarietà delle attività documentali fraudolenti elaborate dall’indagato per il conseguimento del “lucro fiscale”, le Fiamme Gialle di Saronno hanno sequestrato le somme di denaro presenti sui conti bancari riconducibili alla società, equivalenti al profitto del reato perpetrato. Infatti, l’accertata disponibilità del saldo attivo del conto corrente bancario ha consentito di trasferire il vincolo reale relativo dalle quote sociali della s.r.l. e dall’usufrutto degli 8 immobili siti a Fagnano Olona al saldo di conto corrente intestato alla citata società, con cessazione di necessità di ulteriore attività di amministrazione giudiziaria dei predetti beni.
L’operazione è il frutto del costante presidio offerto dal corpo a contrasto dell’evasione fiscale, non soltanto al fine di pervenire al recupero di imposte evase fondamentali per garantire i servizi dello Stato verso la collettività, ma anche per contrastare condotte illecite connotate dal movente dell’arricchimento illecito, facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria ed è stata condotta trasversalmente tanto sotto il profilo amministrativo-tributario quanto sotto quello penale con il conseguente sequestro preventivo del profitto illecito per equivalente finalizzato alla confisca, che è obbligatoria nel caso in cui il procedimento penale si concluda con la condanna dell’indagato.
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