Festival Glocal 2023 si chiude al Maga di Gallarate parlando di mecenatismo
A confronto, in un panel promosso con Confindustria Varese e Maga, le esperienza di mecenatismo di aziende come Sea, Missoni, Ricola e Saporiti Italia. La sfida di comunicare come cambia il rapporto tra cultura e impresa
Il mecenatismo è il tema al centro dell’ultimo appuntamento di Festival Glocal, in programma nella mattinata di domenica 12 novembre. Ospitato al Museo Maga di Gallarate e promosso in collaborazione con Confindustria Varese, l’incontro si inserisce nel trittico di appuntamenti della dodicesima edizione del festival organizzati all’interno di altrettanti musei del territorio, dopo quello sul design alla Fondazione Morandini e quello sui podcast a Villa Panza.
Un evento, il primo legato a Glocal nella città dei Due Galli, aperto da Francesco Moneta, fondatore di The Round Table, azienda che si occupa di comunicazione dell’arte. «Sono tre i modi con cui le imprese possono investire in arte e cultura», ha ricordato, «il primo passa dalle sponsorizzazioni o per meglio dire dalle parntership culturali. Poi ci sono le produzioni culturali di impresa, casi in cui l’azienda non si limita al sostegno economico ma organizza un festival, apre un museo d’impresa o finanzia una residenza d’artista». Il terzo livello riguarda invece «l’Art Bonus, un meccanismo che non consente una comunicazione molto efficace, ma permette una defiscalizzazione del 65%».
Ma quali sono le forme che assume il mecenatismo? «A Linate collaboriamo con la Triennale di Milano sul design, a Malpensa con il Maga e organizzando eventi come la prima diffusa della Scala», l’esempio di Sea portato dal suo responsabile Relazioni instituzionali Maurizio Baruffi, «ma non usiamo l’aeroporto solo come un mero spazio espositivo, vogliamo che ci sia un legame di pensiero nello sviluppo della produzione artistica che ospitiamo».
Il legame tra Missoni e il Maga nacque nel 2015, in occasione della mostra dedicata all’opera di Ottavio e Rosita Missoni. «Fummo colpiti da subito dall’attività educativa che viene svolta all’interno di questo museo», ha ricordato Luca Missoni, direttore artistico dell’Archivio Missoni. Ed è da questa fascinazione che è nato Intrecci, «un progetto di formazione dedicato agli studenti delle scuole superiori cui insegniamo ad utilizzare un telaio a navetta», promosso in collaborazione con il museo gallaratese.
Il mecenatismo di Ricola, ha ricordato Luca Morari, Vice President Region Southern Europe di Ricola, iniziò negli anni Ottanta del secolo scorso, quando l’azienda svizzera affidò in eslcusiva allo studio di architettura Herzog & de Meuron la progettazione di tutti gli edifici aziendali, «con l’indicazione che fossero tanto sostenibili quanto belli». Emma Zanella, direttrice del Maga, ha ricordato l’esperienza di Saporiti Italia, altro partner del museo: «con loro lavoriamo alla coprogettazione, collaboriamo su progetti finalizzati ad obiettivi ovviamente comuni».
E proprio la responsabile del museo gallaratese ha spiegato come stia cambiando il rapporto tra le istituzioni culturali e le imprese: «stiamo cercando un territorio di progettazione comune, dediciamo insieme. Questo è un altro modo di essere vicini nel sostengo alla cultura». Elemento, quest’ultimo, «che spesso è difficile far comprendere a livello di comunicazione».
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