Gli scout di Busto ricordano la figura di don Minzoni e le “Aquile randagie”

Cento anni fa gli squadristi uccisero a bastonate il sacerdote, che si opponeva alla violenza e alle pretese del fascismo sui giovani. In primo piano il legame con lo scoutismo, che fu anche forma disarmata di resistenza al regime

don giovanni Minzoni

Gli scout di Busto Arsizio ricordano la figura di don Giovanni Minzoni, il sacerdote romagnolo che si opponeva alle violenze squadristiche e alle pretese del fascismo e che per questo fu ucciso a bastonate dagli squadristi di Italo Balbo.

La serata, in programma il 17 novembre alle 21 ai Mulini Marzoli, è proposta dalla Comunità Scout Busto 2, con il patrocinio del Comune e con la collaborazione di diverse realtà tra cui la Fondazione Monsignor Andrea Ghetti-Baden, l’Anpi e la Fivl, l’associazione dei partigiani cattolici.

Il ricordo di don Minzoni sta a cuore agli scout perché il sacerdote di Argenta fu uno dei primi promotori dello scoutismo nella Romagna orientale, arrivando – in un periodo pieno di difficoltà – a costituire il primo riparto dell’Asci (l’associazione scout cattolica di allora, antesignana dell’Agesci) nell’estate del 1923, poche settimane prima della morte.

Erano giorni di grandi scontri, con lo squadrismo che colpiva le case del popolo e le cooperative, quelle “rosse” ma anche quelle “bianche” espressione del mondo cattolico. In quel clima don Minzoni si prodigò per limitare le violenze e si oppose alla concezione fascista della violenza necessaria, cercando in particolare di sottrarre i giovani all’idea dello scontro inevitabile. Per questo finì nel mirino dei fascisti locali, così come don Emilio Faggioli, assistente regionale scout dell’Emilia, che fu contestato quando venne ad Argenta per proporre lo scoutismo come «tirocinio e disciplina della volontà e del corpo» («C’è già Mussolini!» urlarono i fascisti, che poi cercarono di interromperlo più volte).

A presentare la figura di don Minzoni sarà don Andrea Turchini (della Commissione Agesci per la beatificazione) mentre Marco Torretta, presidente dei “fazzoletti azzurri” della Fivl, proporrà l’inquadramento storico sul periodo.

Le Aquile Randagie e la resistenza clandestina al regime

Il regista Gianni Aureli introdurrà poi alcune sequenze del film “Aquile randagie”, la storia degli scout lombardi che clandestinamente tennero in vita il movimento scout dopo l’abolizione da parte del regime fascista nel 1927-28: di fronte alla pretesa di Mussolini che la gioventù fosse educata solo dallo Stato, continuarono la loro attività di nascosto, diventando poi protagonisti anche della Resistenza disarmata, allestendo una rete clandestina per agevolare la fuga di ebrei e oppositori verso la Svizzera, attraverso la Valtellina e il Varesotto.

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Il film Aquile Randagie era stato presentato con successo nel 2019, non a caso, visto che a Busto era attivo un piccolo nucleo di Aquile Randagie, tra cui il futuro senatore Gian Pietro Rossi.

Pienone al Lux per Aquile Randagie nella città dello scout Gian Pietro Rossi

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 08 Novembre 2023
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