Il 17 novembre sciopero generale di Cgil e Uil contro la manovra finanziaria del Governo
In Lombardia presidio regionale sotto Palazzo Lombardia dalle ore 10. Si fermano i lavoratori della funzione pubblica, scuola, trasporti, commercio e comunicazioni
Nell’ambito del percorso di scioperi nazionali proclamati da Cgil e Uil, anche in Lombardia venerdì 17 novembre sarà sciopero generale per l’intera giornata o per l’intero turno di lavoro. Lo sciopero riguarderà lavoratrici e lavoratori, dipendenti e in somministrazione, dei seguenti settori: funzioni pubbliche (pubblici e privati), settori della conoscenza (pubblici e privati), trasporti, servizi postali, consorzi di bonifica e all’interno di questi gli appalti di vigilanza, pulizie e multiservizi, ristorazione collettiva. (foto di repertorio, da sinistra: Maurizio Landini segretario nazionale della Cgil e Stefania Filetti segretario provinciale)
Le categorie regionali di Cgil e Uil saranno in presidio dalle ore 10 a Milano, sotto Regione Lombardia, lato via Galvani. Dal palco interverranno delegate e delegati e ci sarà un maxischermo con in collegamento i segretari generali nazionali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.
«Nei settori coinvolti dallo sciopero del 17 novembre – scrivono in un comunicato stampa i sindacati – il disinvestimento del Governo è evidente. Nel pubblico è allarmante la carenza di personale e non si mettono risorse per un piano straordinario di assunzioni. C’è bisogno di più istruzione ma il diritto allo studio viene fortemente minato dai costi. Il sistema dei trasporti mostra tutte le sue crepe. Con i disservizi dovuti ai disinvestimenti in tutto il sistema pubblico e il crescere del malessere sociale, le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici, dell’istruzione e dei trasporti sono sempre più spesso vittime di aggressioni. La manovra non prevede le dovute risorse per rinnovare i contratti nazionali, pubblici e privati, migliorare le condizioni materiali di lavoro, contrastare la giungla degli appalti e la precarietà, e dunque provare a fermare il dumping contrattuale. Nel frattempo il Governo sceglie di cedere ai privati aziende nazionali di rilevanza strategica, come Poste Italiane. Noi crediamo fermamente che sia possibile un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che metta al centro le persone e rispetti il mondo del lavoro. Per questo facciamo appello anche a tutte le cittadine e i cittadini: questo sciopero riguarda tutta la collettività, riguarda diritti individuali e della comunità. I diritti di cittadinanza passano attraverso i diritti delle lavoratrici e lavoratori che erogano tutti questi servizi».
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