Il consiglio regionale boccia due mozioni dell’opposizione. Astuti: “Per la maggioranza il problema delle liste d’attesa non sono una priorità”

Molto critico il consigliere dei Democratici dopo il voto negativo per le due mozioni che chiedevano più risorse per rispondere al bisogno di cura dei lombardi e per avere il Cup unico entro il 2024

samuele astuti

Il consiglio regionale ha bocciato due mozioni presentate dalle opposizioni che chiedevano più risorse alla sanità lombarda e un termine breve per il Cup unico regionale da attivarsi entro il 2024.

«La destra ha bocciato la prima mozione, non per ragioni di sostanza, visto che altri consigli regionali di destra hanno approvato documenti simili– sottolinea il consigliere regionale Dem Samuele Astuti -. L’ha respinta solo perché non vuol far sapere al Governo Meloni che in Lombardia c’è bisogno di più risorse. Che qui serve fare di più. Infatti, la nostra richiesta nasceva dalle criticità emerse nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef) 2023, deliberata a fine settembre. È conclamato infatti che il SSN è in perenne crisi, schiacciato dall’eredità della pandemia, dalla carenza di personale sanitario e da una domanda di assistenza crescente in una popolazione che invecchia a ritmi incalzanti. E il disinvestimento previsto dal Governo aggraverà la situazione perché non garantirà alla popolazione equità di accesso alle prestazioni sanitarie, con pesanti conseguenze sulla salute delle persone, e farà esplodere un aumento della spesa privata – già sproporzionata – allargando sempre più il divario sociale tra i cittadini».

«Quanto invece alla realizzazione del centro unico di prenotazione (CUP) – aggiunge Astuti, in merito alla seconda mozione – è da quando sono entrato in consiglio regionale, cioè da sei anni che ne sento parlare, così come da tempo aspettiamo l’attuazione della legge che penalizza le strutture pubbliche o private che non utilizzino il Cup, ma fino ad oggi, con la bocciatura di una nostra ennesima proposta, abbiamo visto l’assessorato al Welfare intraprendere una direzione completamente diversa.  Con questa mozione, anche troppo cortese, avevamo anche chiesto alla Regione di richiedere ad ARIA S.p.A. di attivarsi sin d’ora per garantire la massima celerità e urgenza nell’attuazione delle procedure di competenza, al fine di consentire la piena attivazione dello strumento entro e non oltre tale termine; a stabilire un cronoprogramma preciso rispetto all’ottenimento delle agende da parte delle strutture private accreditate che operano in convenzione, in modo da garantire nei tempi stabiliti un servizio di prenotazione efficiente ed efficace e a dare finalmente piena attuazione a quanto previsto dalla legge regionale 33 del 2009 che obbliga le strutture sanitarie pubbliche e private che erogano prestazioni per conto del servizio sanitario nazionale a utilizzare quale unico sistema di prenotazione delle prestazioni il sistema di prenotazione regionale, pena la mancata remunerazione di ogni prestazione prenotata al di fuori di tale sistema».

«Non ci sembra di aver chiesto qualcosa di eccezionale, eppure, ancora una volta, la nostra sollecitazione è stata respinta. Ancora una volta questa maggioranza ci ha voluto dimostrare che il problema delle liste di attesa non rappresenta una sua priorità» conclude Astuti.

 «Anche oggi, ci cureremo domani. Ancora una volta, in Regione Lombardia, il Centralino Unico di Prenotazione si farà domani. Il sistema che permetterebbe di accorciare gli infiniti tempi d’attesa della sanità lombarda, mettendo insieme le agende di strutture pubbliche e private convenzionate, non sarà pienamente operativo fino al 2026. Sul Centro Unico di Prenotazione abbiamo ascoltato anche oggi le promesse dell’Assessore Bertolaso. Promesse che somigliano a quelle di Letizia Moratti, lei ne aveva promesso l’operatività entro il 2022. La scadenza confermata oggi al 2026 è inaccettabile, soprattutto perché imputabile a: lungaggini burocratiche, lentezza del cronoprogramma, reticenze delle strutture private nel condividere le proprie agende.
Abbiamo chiesto a Regione Lombardia di intervenire subito, invece il centrodestra ha preferito il perdurare dell’attuale stato di anarchia. Ancora oggi siamo ai “faremo” e alle promesse. Ricapitolando, il centrodestra al governo taglia i fondi alla sanità pubblica, mentre la lentezza del centrodestra in Regione Lombardia finisce per favorire i guadagni dei privati. In tutto questo chi ci perde sono i cittadini. Costretti, chi può permetterselo, a curarsi a pagamento, altrimenti ad ammalarsi» così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Nicola Di Marco.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Novembre 2023
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