Il prossimo ruolo del giornalismo? Mettere un filtro al rumore di fondo delle notizie”

È stato molto di più di un panel sulle fake news "Chi crede ancora alla comunicazione e al giornalismo?" panel che ha visto protagonisti Daniele Chieffi, Matteo Flora, Manuela Kron e David Puente

Generico 06 Nov 2023

Una conversazione a tutto tondo con un poker d’assi di relatori su come evolve il giornalismo e la comunicazione aziendale, in un mondo che sta rapidamente cambiando dal punto di vista tecnologico.

È stato molto di più di un panel sulle fake news  – il titolo era “Chi crede ancora alla comunicazione e al giornalismo?” – quello che ha visto protagonisti Daniele Chieffi, Matteo Flora, Manuela Kron e David Puente ed è stato moderato da Valeria Arini di Legnanonews. Un incontro liberatorio, che al di là delle rigidità e del “politically correct” ha raccontato senza filtri i problemi e le opportunità del mestiere, gli scandali e gli stratagemmi di una realtà professionale che si divide tra remunerazioni sempre più basse e strumenti che permettono di moltiplicare l’ingegno.

«Ho visto con i miei occhi un collaboratore di quelli pagati a pezzo 4 euro – ha spiegato Matteo Flora, forse il più scoppiettante del già brillantissimo quartetto – Che ha ideato uno stratagemma usando l’intelligenza artificiale per realizzare, di una notizia da proporre ai vari giornali con cui collabora, 30 versioni diverse ma con il suo stile. E’ stato il suo modo per sopperire a delle cifre da fame, e francamente non me la sento di dargli torto».

Cominciato con il rapporto con le fake news, che sembrano resistenti a qualunque ragionevolezza – come ha ricordato Manuela Kron, direttore Corporate Affairs & Marketing Consumer Communication di Nestlé, citando una notizia completamente falsa relativa a una azienda del loro gruppo – il dibattito ha però ben presto virato verso le responsabilità di chi scrive, specialmente con l’arrivo dell’intelligenza artificiale.

Una novità che non è vista con sospetto ma necessita di una consapevolezza speciale, anche perchè si inserisce all’interno di un cambiamento nella fruizione delle informazioni che è stato forzato dai social: «I social hanno posto sullo stesso livello realtà che una volta non lo erano, come i novax e gli scienziati per esempio – ha spiegato Daniele Chieffi – Il problema della dimensione democratica sta nel fatto che i destinatari di queste dinamiche spesso non ne sono consapevoli, e in questo noi abbiamo una grande responsabilità. Noi siamo quelli che devono controllare il processo: se non lo facciamo noi e non gli diamo la giusta direzione, ci sarà un problema di democrazia. Per farlo però si devono prendere le decisioni giuste, e per prendere le decisioni giuste ci vuole consapevolezza».

Per ripristinare la correttezza dell’informazione è importante quindi innanzitutto la trasparenza, anche di chi le news le realizza: «La correttezza deve partire da noi – ha infatti sottolineato David Puente, vicedirettore di Open – innanzitutto, dobbiamo essere capaci di dire per primi che abbiamo sbagliato, quando ci capita di farlo: dobbiamo cominciare ad avere il coraggio di scriverlo. Open lo fa, abbiamo una sezione specifica che riguarda le rettifiche, ma in quanti lo fanno?».

Una abitudine che il giornalismo non deve perdere, inoltre, è quella della verifica delle fonti. «Quando vedo foto dubbie pubblicate provenienti da qualche parte del mondo, tendo subito a guardare sulle agenzie, e se non c’è, provo a controllare sui giornali locali – continua Puente – Da questo punto di vista i giornali locali sono fondamentali, perchè fanno da prima sentinella delle fonti. Se non c’è nemmeno li, un dubbio deve venire per forza, anche se quella foto sta girando su tutti i social».

Una soluzione, in un quadro cosi caotico e confuso, forse però c’è: «Mettere un filtro al rumore di fondo continuo rappresentato dalle notizie e dalla comunicazione – ha concluso Flora – Bisogna seguire il futuro dalla posizione di fonti in grado di filtrare quel rumore, perchè questo lavoro ancora le macchine non sono capaci di farlo. Il ruolo odierno dei giornali, dell’umano giornalista,  è quindi quello di essere il selettore delle informazioni, più che la fonte»

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Novembre 2023
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