La popolazione invecchia, i baby boomer vanno in pensione e non c’è da stare tranquilli

Con l'ingresso in pensione della generazione dei baby boomer l'Italia si trova di fronte a un sostanziale mismatch nel mercato del lavoro e alla necessità di far quadrare i conti del sistema pensionistico

demografia

Mercato del lavoro, servizi educativi, sanitari, assistenziali e sistema pensionistico: per quanto fatichi ad essere messo al centro della discussione politica, l’evoluzione demografica del nostro paese ha già cominciato a presentare il conto in quasi ogni ambito del nostro Sistema Paese. Ed è solo l’inizio.

Per rendere l’idea dell’enorme cambiamento in atto, e di quanto sia reale anche nella nostra provincia di Varese, abbiamo costruito il grafico animato che trovate in testa a questo articolo (è sufficiente cliccare il tasto play per far partire la serie storica).

L’evoluzione demografica in corso è più evidente che mai: al crollo delle nascite e alla diminuzione della popolazione in età lavorativa corrisponde un aumento (che in pochi anni diventerà vertiginoso) della popolazione in età da pensione e anziana.

L’impatto sull’organizzazione dei servizi alla persona, sul lavoro e la pensione sarà sempre più radicale. E per quanto talune forze politiche abbiano drenato consenso frapponendosi, ad esempio, alla revisione del sistema pensionistico osserviamo, ed è storia di questi giorni, come la realtà costringa inesorabilmente ad una presa d’atto di cui la riforma Fornero è stato solo il primo passo.

Oggi uno studio di Prometeia, società di consulenza e sviluppo, fotografa anche gli effetti attesi sul mercato del lavoro a causa dell’invecchiamento della popolazione a livello nazionale.

Con l’ingresso in pensione della generazione dei baby boomer (dal grafico di cui sopra è evidente), l’Italia si trova di fronte a un sostanziale mismatch nel mercato del lavoro. L’invecchiamento della popolazione non è solo una preoccupazione futura ma una realtà attuale che richiede attenzione. Entro il 2030, l’Italia dovrà sostituire circa 500mila lavoratori all’anno a causa dei pensionamenti. Tuttavia, le coorti più giovani sono più piccole e, anche nelle condizioni ottimali, potrebbero fornire solo circa 400mila sostituti ogni anno creando un buco di 100mila lavoratori ogni anno.

Questo divario è ulteriormente ampliato dalla mancata corrispondenza delle qualifiche tra gli individui disoccupati o inattivi e le esigenze delle aziende. E se vogliamo essere precisi, alle nostre latitudini, pesa anche la concorrenza elvetica che ha fatto crescere enormemente il lavoro frontaliero.

Le sfide poste dalla dinamica demografica (non quella che avverrà ma quella che è già avvenuta) sono enormi. Le soluzioni possono essere avvincenti ma è più probabile che siano per la maggior parte dolorose. L’importante è che i numeri che fotografano la composizione e l’evoluzione della popolazione siano messi al primo posto delle variabili che compongono la programmazione politica. È importante che lo comprendano i politici ma ancor di più tutti i cittadini, che in fin dei conti continuano ad essere coloro ai quali i decisori devono rispondere.

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Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Novembre 2023
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da gokusayan123

    Io sono tranquillo, il PD ha pià volte asserito che saranno gli immigrati a salvarci e a pagarci la pensione!

  2. PaoloFilterfree
    Scritto da PaoloFilterfree

    «Piaccia o non piaccia, la riforma della professoressa Fornero è erosa. In via di superamento, come la Lega ha promesso. Entro la legislatura, manterremo un’altra promessa: la realizzazione di quota 41». Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro leghista, 8 Novembre 2023….Quando gli italiani, risvegliandosi dall’attuale torpore che accompagna la moltitudine, si renderanno conto in quale situazione si trovano, ne vedremo delle belle. Per intanto godiamoci la riforma delle pensioni che erode la “Fornero”…Incredibile, se non fosse che è vero: in quale altro paese i politici posso prendere per i fondelli i propri elettori e, contemporaneamente, guadagnare consenso?

  3. Avatar
    Scritto da Felice

    – Irpef, 1 contribuente ogni 1,427 abitanti.
    – Il 47% degli italiani non dichiara redditi.
    – A giudicare dal gettito Irpef, l’Italia sembra più un Paese povero che uno Stato membro del G7.
    – Appena il 13,94% dei contribuenti con redditi dai 35 mila euro in su paga da solo il 62,52% dell’imposta sui redditi delle persone fisiche.
    – Il 42% dei contribuenti dichiara meno di 15 mila euro.
    – Il 60% dell’Irpef viene versato nel Nord Italia.
    – Solo la Lombardia, che conta circa 10 milioni di abitanti, ha versato 40,3 miliardi di Irpef. Un importo perfino superiore a quello versato da tutte le Regioni del Sud Italia, che complessivamente contano il doppio degli abitanti.
    fonte “Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali 2023.”.

    In un qualsiasi paese dotato di razionalità queste cifre farebbero diventare i capelli bianchi a chiunque. In Italia sembra tutto normale. Il paziente era sanissimo ma improvvisamente è morto, si dirà.

    1. PaoloFilterfree
      Scritto da PaoloFilterfree

      Mi permetto di aggiungere i (quasi) 3.000 miliardi di debito…

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