Melvin Jones per la comandante Panaro dai club Lions Castellanza Malpensa e Gorla Valle Olona

La comandante della Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio è stata insignita del più alto riconoscimento lionistico a conferma del suo valore di operato e di considerazione personale e professionale

melvin jones rossella panaro

Giovedì 16 novembre si è tenuto a Busto Arsizio l’intermeeting tra i Club Lions Castellanza Malpensa e Gorla Valle Olona; presenti alla serata i Presidenti Pietro Grossi e Walter Pico Bellazzi, il Past Governatore Gino Ballestra, l’Assessore alla Sicurezza Salvatore Loschiavo e i soci Lions con ospiti.

Partecipazione d’eccezione per la sua alta caratura quella di Rossella Panaro, comandante della Polizia Penitenziaria del carcere di Busto Arsizio che ha magistralmente relazionato su “come funziona la vita in carcere” prima di essere stata insignita del premio Melvin Jones, il riconoscimento più importante in ambito Lions.

Il racconto ha introdotto storicamente fornendo informazioni circa la sorveglianza carceraria e la sua evoluzione.
Inizialmente il lavoro era svolto da guardie carcerarie divenute agenti di custodia dal 1890 al 1990 ,anno in cui il corpo militare venne sciolto e declinato fino ad oggi in polizia penitenziaria sotto ordinamento civile. Da allora è stata richiesta maggior flessibilità esecutiva ed è stato permesso l’introduzione del ruolo femminile, ben rappresentato a Busto dalla Panaro.

I passaggi sono avvenuti negli anni parallelamente al cambio di percezione nel sistema del senso della pena, la reclusione inizialmente era intesa come punitiva per poi diventare rieducativa e riabilitativa .

I riferimenti alle leggi giuridiche mostrano che dal 1931 a seguire fino all art. 27 della nostra Costituzione del 1948, il concetto da “castigo imposto” si evolve verso il reinserimento nella società; di conseguenza tutto l’apparato dell’istituzione sistema penitenziario carcerario ha dovuto ricrearsi per poter offrire opportunità educative e rientro nella società a fine pena con la consapevolezza del danno compiuto .

Il comandante ha spiegato come negli anni siano stati introdotti la lettura, la musica ,le attività lavorative e scolastiche e il detenuto da semplice “numero”“venne di nuovo identificato con il proprio nome rivalutandone il senso di identità come essere umano e modificandone la percezione assoluta di spersonalizzazione.

Il carcere, oggi, è come un grande e diversificato contenitore sociale dove convivono sia chi ci lavora sia i detenuti che nei carceri del nord Italia sono soprattutto stranieri della zona del Maghreb. La Casa circondariale di Busto Arsizio nello specifico è di media sicurezza dove si trovano persone che hanno commesso reati di ogni tipo: dalla droga, allo scippo, fino all’omicidio.

Gestire le giuste compatibilità tra le parti e le situazioni ed esperienze di vita così differenti definisce quindi la grande capacità organizzativa della struttura e delle competenze ai vertici. La scelta della convivenza all’interno delle camere di pernottamento non più denominate celle è già di base la prima opzione utile affinché non si creino liti ,atti autolesionisti o di protesta estrema come l’incendio della cella stessa con conseguente evacuazione generale nei cortili sopratutto a causa del fumo tossico che si sprigiona immediatamente.

Negli ultimi anni il fenomeno dei flussi migratori e dell’Isis ha impegnato maggiormente tutto il sistema carcerario all’attenzione e all’interpretazione dei comportamenti dei detenuti, il tutto basandosi su precisi schemi forniti dal ministero.

Lo stesso Covid ha creato enormi problemi di proteste mettendo a dura prova tutto il sistema di controllo in quanto il rapporto è comunque di tre detenuti per un poliziotto. Il sovraffollamento carcere ha portato dal 2013, dopo la sentenza Torreggiani, ad alcune modifiche riorganizzative del circuito di media sicurezza adottando il sistema della “vigilanza dinamica “tenendo aperte per almeno dodici ore le porte delle celle; modello per eccellenza di questa soluzione è il carcere di Bollate dove si trovano detenuti già condannati a pena definitiva e dove sono realizzate molteplici attività trattamentali.

Dopo dieci anni la struttura carceraria sta facendo un passo indietro limitando ad otto ore la permanenza esterna alla camera purché ci sia l’impegno in attività; l’afflusso straniero, molto povero alla base e con pregressi di torture subite nei campi libici ,ha decisamente incrementato violenti conflitti che insorgono anche per piccole problematiche di furti da cella a cella. Strategie ed azioni che la direzione metterà in campo vengono attualmente presentate ai detenuti con una campagna informativa e preparatoria rendendoli partecipi della trasformazione in atto .

Serata vivace e ricca di osservazioni,spunti di riflessione con quesiti posti da parte degli auditori su aspetti importanti come la sicurezza più che mai attuale nella ns società e la possibilità di gestire umanamente la riabilitazione e le problematiche connesse .

A conclusione della relazione la comandante Panaro è stata insignita del più alto riconoscimento lionistico con la Melvin Jones a conferma del suo valore di operato e di considerazione personale e professionale ottenuta presso i due Club Lions.

I due Club Lions suddetti hanno già attivamente collaborato e continueranno in futuro ad essere responsabile supporto sociale nel sostenere questa importante realtà del nostro territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Novembre 2023
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