Nuovi criteri per i ristorni: li avranno i comuni con il 3% di frontalieri. Per la prima volta anche Varese

Ad essere interessate dal provvedimento, oltre alla provincia di Varese, sono le Comunità montane e le province di Como, Monza e Brianza, Lecco e Sondrio. Soddisfazione dell'Associazione italiana comuni di frontiera

dogana lavena ponte tresa

Via libera di Regione Lombardia alle nuove regole per la suddivisione ai Comuni dei ristorni per i frontalieri, introdotte in seguito al nuovo accordo fiscale sottoscritto tra Italia e Svizzera.

Questa mattina la Giunta regionale ha approvato la delibera firmata dal presidente Attilio Fontana e dall’assessore con delega ai rapporti con la Confederazione elvetica Massimo Sertori, con cui vengono recepiti i nuovi criteri di compensazione definiti dal Ministero dell’economia e delle finanze.

La novità riguarda la percentuale di lavoratori frontalieri residenti in ogni comune necessaria per accedere direttamente ai ristorni: prima era fissata al 4% della popolazione ora basterà il 3%. Un punto percentuale sembra poca cosa, ma è quello che permetterà a molti Comuni (tra i quali Varese) di accedere direttamente alla suddivisione dei ristorni. Per chi non raggiunge il 3% continuerà ad applicarsi uan suddivisione “indiretta”, ovvero i ristorni andranno alla Provincia, che si farà poi carico di destinarli ad opere di interesse dei diversi territori.

Una novità che accoglie la proposta avanzate dai Comuni di frontiera nel corso delle trattative per il rinnovo dell’accordo fiscale con la Svizzera: «Siamo soddisfatti per i nuovi criteri, che permetteranno a diversi comuni prima esclusi di accedere direttamente ai fondi dei ristorni – dice il presidente dell’Associazione italiana comuni di frontiera Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa – Importante anche avere confermato la possibilità di utilizzare fino al 50% in parte corrente delle risorse derivanti dai ristorni fiscali assegnate ai Comuni».

Grazie a questo nuovi criteri di calcolo anche Varese, per la prima volta, potrà avere accesso diretto ai ristorni: «E’ un ottimo risultato, ottenuto grazie al lavoro di squadra fatto con i senatori Alfieri e Candiani e con l’associazione dei comuni di frontiera – dice il sindaco Davide Galimberti – E’ vero che anche Varese, attraverso la Provincia, ha potuto beneficiare negli anni di quote di questi ristorni, un esempio sono i recenti lavori in via Selene, ma poterne disporre direttamente ci permetterà di potenziare ancora di più i servizi specifici per coloro che lavorando in Svizzera possono avere particolari necessità. Penso ai parcheggi, ma anche ai servizi scolastici, con pre-scuola e dopo scuola con fasce orarie più ampie». Nel capoluogo sono circa 3.000 i frontalieri residenti, e molti di più sono quelli che confluiscono i città per raggiungere il posto di lavoro oltre confine, soprattutto dopo l’apertura della nuova tratta ferroviaria Arcisate-Stabio.

Ad essere interessate dal provvedimento, oltre alla provincia di Varese, sono le Comunità montane e le province di Como, Monza e Brianza, Lecco e Sondrio. Territori che, anche di recente, hanno ricevuto fondi derivanti dal meccanismo dei ristorni che sta andando in archivio a favore di una nuova forma di compensazione dai Cantoni elvetici alle province lombarde con lavoratori frontalieri attivi.

Il nuovo meccanismo, come prima applicazione, riguarderà le annualità 2022 e 2023.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Novembre 2023
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