Oltre l’85% delle redazioni sta sperimentando l’intelligenza artificiale

Generico 06 Nov 2023

Solo un terzo ha elaborato una strategia di impiego, ma oltre l’85% delle redazioni ha sperimentato l’intelligenza artificiale generativa. Forte l’interesse verso l’AI fotografato da Generating Change, una survey condotta dalla London School of Economics and Political Science e dalla Google News Initiative, coinvolgendo 105 organizzazioni giornalistiche di 46 paesi, un quarto delle quali con sede in Europa e nel Regno Unito.

A presentarne i risultati nel corso di Festival Glocal è stato Gabriele Cruciata, Google News Lab Teaching Fellow. «L’81% delle redazione prevede un aumento nel ricorso all’intelligenza artificiale», ha sottolineato, «ma il 41% si dice preoccupato dagli aspetti finanziari e tecnici, mentre il 25% pone problemi di natura etica».

Sul palco anche Alberto Puliafito, direttore di SlowNews, e la digital strategist e ricercatrice Mafe De Baggis, autori di “In principio era ChatGPT”, volume che prova a tracciare una terza via tra la demonizzazione e l’adesione acritica all’intelligenza artificiale. Un approccio che porta Puliafito a dire che «nulla di quello che esce dalle mie macchine viene pubblicato a mio nome senza un mio controllo personale: per quanto possa fidarmi, non pubblico un contenuto prodotto da zero dall’intelligenza artificiale».

Come assicurare, però, che l’utilizzo delle macchine non impatti l’occupazione e le retribuzioni? «Io distribuisco i miei contenuti con licenza copyleft», lo spunto di De Baggis, «questo non ha comportato alcuna conseguenza negativa sul mio fatturato. Anzi, sono convinta che il fatto di aver liberato dei miei contenuti mi abbia aiutato a farmi conoscere»,

Riccardo Saporiti
riccardo.saporiti@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Novembre 2023
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