Simone da Cassano sulle orme di Filippide: l’emozione della maratona di Atene

Classe 1994, è riuscito a raggiungere il suo obbiettivo stagionale in una corsa dalla valenza simbolica, là dove è nata l'idea della maratona, 2500 anni fa

maratona Atene

«Questa è una maratona che si corre più lo spirito che per gli occhi». Ed è una bella emozione, per Simone Lunardi, podista di Cassano Magnago che quest’anno ha completato la maratona di Atene. Non la più bella delle gare sui 42 km, ma indiscutibilmente la prima maratona, perché la corsa olimpica è nata ricordando la corsa (vera o mitologica che sia) del 490 a.C, quando il messaggero Filippide corse per 42 km dalla piana di Maratona ad Atene, per annunciare la vittoria greca sui persiani.

«Ho voluto tornare un po’ all’origine della maratona» dice Simone, soddisfatto della sua prestazione che è rimasta sotto le 4 ore: per la precisione ha chiuso in 3:58:23, raggiungendo il suo obiettivo personale, su un percorso tra l’altro non facile, vista la presenza di molti dislivelli.

«Ad Atene si corre soprattutto su una strada statale,con grandi dislivelli e senza monumenti o passaggi spettacolari, solo negli ultimi chilometri si entra dentro la città». Ecco perché non è tanto una corsa «per gli occhi» ma per lo spirito. «È un tributo», il ritorno dove nacque l’idea della maratona e dove si corse anche la prima dell’era moderna, nel 1896. “Come un pellegrinaggio” scrivono gli organizzatori presentando la gara.

È bello anche pensare che la partecipazione di un varesino “risarcisce” a distanza di 127 anni Carlo Airoldi, il corridore di Origgio che nel 1896 raggiunse Atene a piedi dall’Italia ma a cui fu impedito di correre nella prima maratona moderna.

Carlo Airoldi, il varesino che avrebbe potuto vincere la Maratona della prima Olimpiade moderna

Tornando ai giorni nostri, Simone Lunardi – classe 1994 – ha già corso la maratone di Berlino (una delle sei “World Majors”) e quella di Roma, «ho l’application ora per Chicago, insieme all’amico con cui ho iniziato a correre proveremo poi New York».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 15 Novembre 2023
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