“Vi ammazziamo”: è agli sgoccioli il processo per la rivolta estiva ai Miogni

Sentito in aula il vice comandante della polizia penitenziaria del carcere di Varese che ha dovuto fronteggiare i gravi problemi causati da tre detenuti nell'estate di cinque anni fa. Devastazione e resistenza a pubblico ufficiale le contestazioni della Procura

Il carcere dei Miogni di Varese

La protesta è un conto, la rivolta un altro. Ed è quest’ultima che è andata in scena nell’ultima udienza tenutasi dinanzi al giudice monocratico di Varese che ha ascoltato quanto raccontato dall’ultimo teste del processo che vede imputati tre detenuti per devastazione e resistenza a pubblico ufficiale.

Si tratta in realtà di una delle tante rivolte – questa di piccole proporzioni, ma non per questo di grave entità – che hanno costellato la vita carceraria della casa circondariale varesina, struttura vetusta praticamente in centro città e che soffre da lustri di gravi problemi strutturali.

Tutto vero, ma che naturalmente non giustifica l’apertura di idranti, la devastazione persino dell’impianto elettrico delle celle, tavoli, sgabelli, armadietti, e quant’altro rimaneva a tiro dei tre detenuti nordafricani che se la sono poi presa con gli agenti della polizia penitenziaria che sono intervenuti per sedare la rivolta: «Vi ammazziamo», hanno urlato i detenuti agli agenti, oltre ad una serie di minacce.

Nell’ultima udienza è stato ascoltato un ufficiale della polizia penitenziaria, il vice comandante del carcere al momento dei fatti, escusse di fronte al giudice Marcello Buffa, alla presenza dei difendori Paolo Bossi e Alessandra D’Accardio che assistono i dentenuti imputati per i fatti avvenuti l’11 agosto 2018. La sentenza il 4 aprile 2024.

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Pubblicato il 17 Novembre 2023
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