A Gallarate arriva la tassa di soggiorno su alberghi, b&b e simili
È prevista dal 2024 con un gettito di 200mila euro: c'è un regolamento che stabilisce la dovrà pagare, a breve saranno fissate le tariffe precise. Tra perplessità e speranze che riduca l'abusivismo, la decisione è presa
Gallarate introdurrà la tassa di soggiorno, applicata ad alberghi, b&b, locazioni brevi e altre strutture: dopo il primo passo fatto dalla giunta a novembre, ora la decisione dovrà passare dal consiglio comunale, che deve redigere il regolamento già presentato come bozza.
In qualche modo Gallarate si allinea ad altri Comuni vicini che hanno già la tassa di soggiorno, giustificata dalla vicinanza all’aeroporto di Milano, Malpensa, ai laghi e alla stessa metropoli: ci sono casi “storici” (come Somma Lombardo) e altri più recenti (come Sesto Calende).
Ovviamente l’imposta genererà un gettito a favore del Comune: la previsione attuale è di 200mila euro. «Il 25% delle risorse sarà destinato al Distretto del Commercio. La previsione per il Distretto passa da 45mila a 90 mila euro» dice l’assessore Rocco Longobardi. «Avere più risorse consente di valorizzare maggiormente la città».
Nelle settimane passate l’amministrazione ha citato anche la necessità di «togliere l’evasione dei bed&breakfast irregolari» e descrivendo l’accertamento dell’imposta come un elemento che aiuterebbe a contrastare il fenomeno, “anche per il tramite del proprio Concessionario”, si legge nella bozza di regolamento che sarà votata in consiglio comunale. «L’idea che contrasti l’abusivismo ci è stata riportata anche dalle associazioni di categoria» continua Longobardi.
L’imposta di soggiorno sarà dovuta “per ogni pernottamento nelle strutture ricettive […] ubicate nel territorio del Comune di Gallarate, fino a un massimo di dieci pernottamenti consecutivi”. Per strutture ricettive, come in altri Comuni, si intendono “alberghi, residenze turistico-alberghiere, campeggi, villaggi turistici, case per ferie, ostelli, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, appartamenti ammobiliati per uso turistico, attività saltuarie di alloggio e prima colazione (bed & breakfast), agriturismi, strutture di turismo rurale” ma anche “gli immobili destinati alla locazione breve”.
Quanto si paga la tassa di soggiorno a Gallarate
L’importo che sarà applicato è definito nel regolamento con una “forbice” minima e massima, da 1,5 euro a 5 euro: essendo una imposta deve rispettare il criterio di progressività fiscale, che (come si fa anche in tutte le città turistiche) viene applicata a partire dal livello della struttura di accoglienza, nel senso che chi va in un hotel a una stella paga molto meno di chi va in un cinque stelle.
La definizione esatta è demandata alla giunta comunale, che la definirà dopo l’approvazione del regolamento: una prima ipotesi già circolata stabilisce che l’imposta sarà 1,5 euro al giorno per le strutture extra-alberghiere, 2 euro per gli hotel a una e 2 stelle, 3 euro per i 3 e 4 stelle, fino ai 5 euro per gli hotel a 5 stelle (che peraltro a Gallarate non ci sono, così come altre tipologie citate nella norma astratta e generale).
Multe per chi non paga o ha documentazione imprecisa
Il regolamento prevede anche le sanzioni per omessa o incompleta dichiarazione, che saranno comprese “dal 100 al 200 per cento dell’importo dovuto”. In caso di mancata conservazione dei documenti sono previste sanzioni da 25,00 a 500,00 euro, così come per l’invio ritardato delle comunicazioni.
Essendo una imposta per contenziosi sull’applicazione si può fare ricorso alla Commissione Tributaria.
“Aggravio burocratico”
L’aggiunta di un carico di lavoro a carico dei gestori di strutture (anche non professionali: b&b e locazioni brevi) è stato uno degli elementi critici che sono stati sollevati dal consigliere d’opposizione Massimo Gnocchi: «Soggiornare a Gallarate rischia di essere più costoso che in altri Comuni vicini, senza contare che chi gestisce dovrà farsi carico burocratico aggiuntivo, che costa tempo e risorse».
Gnocchi, che ha espresso l’unico voto contrario alla misura, contesta anche che nel bilancio di previsione non sono previste somme nel capitolo dedicato al turismo: «Sono previste nuove entrate, che ci dicono essere rivolte all’incremento dei servizi turistici, ma di fatto queste cifre non compaiono a bilancio», dice il consigliere.
Associazioni di categoria (un po’) divise
La valutazione sull’introduzione della imposta di soggiorno ha diviso le associazioni di categoria: da un lato l’Associazione B&B Varese ha sostenuto con favore l’ipotesi, come leva per contrastare la presenza di b&b e affittacamere abusivi, presenti sulle piattaforme di prenotazione ma sconosciuti ai Comuni. In passato o anche recentemente in altri contesti la stessa associazione aveva espresso dubbi, ma su Gallarate si è detta disponibile, pur precisando che gli introiti devono essere orientati realmente alla promozione turistica.
È invece contraria Federalberghi, che ha una posizione univoca a livello nazionale e che anche nella zona ha sostenuto gli esercenti di servizi turistici che hanno fatto ricorso contro l’introduzione dell’imposta (ad esempio a Vergiate, dove il Tar ha imposto al Comune un passo indietro).
«Abbiamo fatto un lavoro di confronto con tutte le categorie interessate», rivendica l’assessore Longobardi. «Anche Federalberghi ha espresso posizione contraria perché è una linea nazionale, seguita in tutta Italia. E abbiamo anche accolto alcuni suggerimenti dall’opposizione, come quello di Sonia Serati che ha chiesto una esenzione per gli studenti in visita, che verrà aggiunta nel regolamento».
Le esenzioni per la tassa di soggiorno a Gallarate
Il regolamento prevede tra le esenzioni i minori di 14 anni, le persone che debbono effettuare visite mediche, cure o terapie in day hospital presso strutture sanitarie gallaratesi, oltre ad un accompagnatore (due per i minori), gli operatori di pubblica sicurezza e i volontari in occasioni di calamità, gli sportivi, gli ospiti dell’amministrazione comunale, le persone che vanno in albergo “a seguito di provvedimenti adottati da autorità pubbliche, per fronteggiare situazioni di carattere sociale nonché di emergenza conseguenti a eventi calamitosi o di natura
straordinaria”.
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