Dal 2024 medici ‘gettonisti’ fuori dagli ospedali : “La scelta della Lombardia svuoterà i reparti”
Da gennaio 2024 la Lombardia vieta la possibilità di dare in appalto esterno alcuni servizi medici. Il Dott. Stefano Giarratana della società GapMed spiega perchè c'è il rischio elevato che il sistema pubblico rimanga senza personale
«Con la delibera XII/1524 del 13/12/2023 emanata da Regione Lombardia, che impedisce il rinnovo dei contratti di servizio in sanità, vi è la realistica possibilità che, alla scadenza naturale dei nostri appalti, i Presidi Ospedalieri dove operiamo non possano più erogare i livelli essenziali di assistenza utili a garantirne la tenuta».
L’ALLARME DELLA SOCIETÀ DI MEDICI GAPMED CHE FORNISCE SERVIZI A OLTRE 50 STRUTTURE OSPEDALIERE
L’allarme sulla capacità del servizio ospedaliero pubblico lombardo arriva da GAPMED, una società tra Professionisti di Medici Indipendenti, attiva in molteplici strutture sanitarie in Italia e all’estero.
Sono circa 500 professionisti, in prevalenza con le specializzazioni più richieste come anestesia e medicina d’urgenza, e lavorano a contratto in Gran Bretagna in Svizzera e in Italia: «Non siamo medici gettonisti – spiega il Dott. Stefano Giarratana Chief Marketing Officer – noi gestiamo il servizio che viene esternalizzato. Coordiniamo un gruppo di medici specializzati assicurando l’organizzazione e la turnistica. Si tratta di equipe composte da gruppi stanziali, cioè che rimangono per tutta la durata del contratto. Le nostre tariffe sono commisurate alla tipologia di servizio, alla professionalità e alle regole del mercato della domanda e dell’offerta».
In provincia di Varese la società ha contratti con l’Asst Valle Olona. Nello specifico, attualmente forniamo personale qualificato a:
– Ospedale di Gallarate, con Medici di Pronto Soccorso, per una media di 20 turni al mese di 12h ciascuno
– Ospedale di Saronno, con Medici di Pronto Soccorso presenti 24h su 24, 7 giorni su 7, a copertura di circa 60 turni al mese di 12 h ciascuno.- Ospedale di Busto Arsizio, con Medici Anestesisti-Rianimatori presenti 24h su 24, 7 giorni su 7, per un totale di circa 60 turni mensili, diurni e notturni, ossia la totalità del servizio di Guardia di Anestesia della struttura.
« Questi presidi, come risulta evidente dai numeri illustrati, a causa della ben nota carenza di personale sanitario in seno al Servizio Sanitario Nazionale, si trovano a dipendere per la quasi totalità delle loro attività dall’operato dei nostri collaboratori Liberi Professionisti» commenta il dottor Giarratana.
DAL PRIMO GENNAIO 2024 LA DELIBERA REGIONALE AFFIDA AD AREU IL RECLUTAMENTO DEI MEDICI LIBERI PROFESSIONISTI
Dal primo gennaio 2024, secondo quanto prevede la delibera firmata dall’assessore Bertolaso, questi affidamenti a società esterne non ci saranno più: Regione attraverso Areu bandirà dei concorsi per reclutare personale medico di specialità diverse che, in regime libero professionale, verrà dislocato nelle strutture dove c’è carenza. In alternativa, spera l’assessore, i medici torneranno a lavorare nel pubblico ma con contratti che impongono, nei primi tre anni, le sedi dove c’è maggior necessità.
INCARICHI PESANTI A ELEVATO RISCHIO BURN OUT
« La Lombardia ha dato subito seguito a un’indicazione del Ministro Schillaci che poi è stata rinviata. Prevedo che una scarsa adesione ai bandi – commenta il direttore Marketing di GapMed SA – Dei nostri medici nessuno ha voglia di ritornare a lavorare nel pubblico alle condizioni attuali. Parliamo di incarichi pesanti a elevato rischio burn out, con grosse responsabilità e un compenso inadeguato. I giovani non sono attratti da carriere che prevedono enormi responsabilità, constanti sacrifici, scarse remunerazioni e nessun equilibrio con la vita privata. Sappiamo che le borse di specialità come anestesia o medicina d’urgenza vanno deserte. I giovani non sono attratti da carriere che prevedono incarichi a elevatissimo rischio burn out. Aggiungiamo, inoltre, che la delibera regionale prevede compensi orari tra i 40 euro e gli 80 riservati alle specialità più richieste, ma che l’incarico può avvenire in ogni parte della Lombardia, anche molto distante da casa. Chi può essere interessato?».
” QUESTA DELIBERA E’ UN ASSIST AL PRIVATO”
Il medico, specialista in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore, è pessimista: «Questa delibera è assist per il privato che ha tutto l’interesse per reclutare i professionisti a condizioni migliori. Il pubblico resterà tagliato fuori, senza possibilità di poter competere e dovrà progressivamente ridurre la sua offerta di assistenza. Senza anestesisti non potrà garantire le sedute operatorie e nei PS non ci sarà personale specializzato. A essere in difficoltà saranno soprattutto i piccoli ospedali, quelli periferici, quelli con un’attività di base. Se il disegno è quello di chiudere i presidi minori, credo che sarà efficace».
“IN SEI MESI, UN ANNO AL MASSIMO, IL SISTEMA NON REGGERÀ PIÙ”
La sua visione preoccupata ha un arco temporale brevissimo: « Parliamo di sei mesi, un anno al massimo, poi il sistema non riuscirà a reggere. Noi stiamo gestendo il servizio di anestesia all’ospedale San Paolo di Milano. Si tratta di 7 turni di 12 ore al giorno, cinque giorni su sette. Garantiamo l’attività chirurgica. Il 31 gennaio scade il contratto. Cosa succederà? Stesso discorso all’Asst Bergamo Est, i presidi nelle valli come funzioneranno?».
Per il medico è giunto il momento per ripensare il modello ospedaliero attuale: «Negli altri paesi non è un tabù esternalizzare una specialità o un reparto. L’Italia ha un sistema sanitario universalistico in sofferenza. Io non ho una terapia per salvarlo perchè non gestisco i cordoni della spesa pubblica. So, però, che i giovani specializzati, dopo l’esperienza in corsia grazie al Decreto Calabria con responsabilità grandi, turni pesanti, qualità della vita ridotta, capiscono che non vogliono lavorare una vita in quel modo estenuante. Chiediamo di poterci confrontare con le istituzioni: fino a oggi non ci hanno coinvolto».
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